Aleksandra Fëdorovna Romanova
ultima imperatrice consorte di Russia, santa russa ortodossa
Aleksandra Fëdorovna Romanova (1872 – 1918), ultima imperatrice consorte di Russia, moglie dello zar Nicola II.
Citazioni di Aleksandra Fëdorovna Romanova
modifica- [Lettera a Rasputin] Mio indimenticabile amico e maestro, salvatore e consigliere, quanto mi pesa la tua assenza! La mia anima non sa trovar pace e mi sento a mio agio solo quando tu, maestro mio, siedi al mio fianco, quando ti bacio le mani e riposo il capo sulla tua santa spalla. Allora sì che mi sento leggera, e nutro un solo desiderio: addormentarmi per l'eternità sulla tua spalla, tra le tue braccia [...] Torna presto. Ti aspetto e soffro senza di te [...] Colei che ti ama per l'eternità. M[amma].[1]
- [Lettera al marito Nicola II del 12 novembre 1916] Sono solo una donna che lotta per il suo sovrano, per il suo bambino, per i due esseri più cari al mondo.[2]
- [Lettera ad Anna Vyrubova del 10 dicembre 1917] Mi sento la madre di questo paese e soffro per lui come fosse mio figlio, malgrado tutti gli orrori e i peccati. Sai che non si può strappare l'amore dal mio cuore, come non si può strapparne la Russia, malgrado la sua nera ingratitudine verso lo zar.[3]
Citazioni su Aleksandra Fëdorovna Romanova
modifica- Alice di Hessen, figlia del granduca d'Assia e del Reno, divenuta Alessandra Feodorovna, aveva compensato l'abiura della confessione nativa protestante con lo zelo religioso ortodosso spinto al fanatismo e alla superstizione. Pietà monacale e ciarlatanesimo visionario trovarono ugualmente adito nella sua intelligenza ristretta e nella sua psiche squilibrata. (Luigi Salvatorelli)
- Di origine tedesca, dopo aver accettato di abbandonare il protestantesimo per amore del suo fidanzato [Nicola Romanov], si è votata alla nuova patria con l'entusiasmo del proselita. In virtù di questo cambiamento di nazione e di fede si è voluta più russa dei russi per nascita. Ciò che oggi insegue come un'assetata, non è la Russia che si incontra nei salotti, deflorata, contraffatta dalle maniere europee, ma la vera Russia, quella delle umili sofferenze, della pietà ancestrale, dei lavori oscuri, delle dolci tradizioni e delle credenze irrazionali. La sua immaginazione si compiace di troiche nella neve, di canzoni nostalgiche, del raccogliersi intorno a un samovar all'interno di una povera isba e di fedeli in ginocchio davanti a un pope di campagna. (Henri Troyat )
- L'imperatrice è una donna alta dalla bellezza fredda, il contegno altero del capo, una folta capigliatura bionda e occhi azzurri che esprimono grande dolcezza; ma, alla minima emozione, il suo volto si costella di macchie rosse. È probabile che non abbia il controllo dei suoi nervi. Il suo atteggiamento sdegnoso è certo dettato da un'estrema timidezza; il che non le impedisce di mostrarsi categorica nei suoi giudizi. Stima immorale e futile la buona società di San Pietroburgo, e lo dice apertamente. (Henri Troyat)
- La zarina era spesso e apertamente accusata di spionaggio: anche nelle sfere di corte, la si riteneva responsabile dell'affondamento da parte dei tedeschi della nave su cui si recava in Russia il generale Kitchener. (Lev Trockij)
- Nicola II beveva vodka e cognac ed era un debole. L'imperatrice, dalla volontà forte, con idee fisse e lacune di isterica, lo dominava e teneva con l'intrigo dei suoi favoriti segretamente tutte le fila dell'impero. Il governo era l'affare di pochi alti e oscuri, il suo circolo. (Virginio Gayda)
- Per giustificare la sua nuova posizione, questa tedesca cercava di assimilare con fredda frenesia tutte le tradizioni e le suggestioni del Medioevo russo; il più misero e grossolano di tutti i Medioevi, in un periodo in cui il popolo faceva sforzi enormi per emanciparsi dalla propria barbarie medioevale. Questa principessa dell'Assia era letteralmente posseduta dal demonio dell'autocrazia: sollevatasi dal suo buco provinciale sino ai fastigi del dispotismo bizantino, non intendeva a nessun costo ridiscendere. Nella religione ortodossa aveva trovato una mistica e una magia adatte alla sua nuova sorte. (Lev Trockij)
Voci correlate
modificaNote
modifica- ↑ Citato in Henri Troyat, Rasputin, traduzione di Catherine McGilvray, Oscar storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1998, p. 49. ISBN 88-04-45402-4
- ↑ Citato in E. Radzinskij, L'ultimo zar. Vita e morte di Nicola II, Dalai Editore, 2001, p. 187. ISBN 8880895036
- ↑ Citato in Henri Troyat, Rasputin, traduzione di Catherine McGilvray, Oscar storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1998, p. 190. ISBN 88-04-45402-4
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