Adriano Pessina

filosofo e scrittore italiano

Adriano Pessina (1953 – vivente), filosofo e scrittore italiano.

Il contributo delle università cattoliche

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  • Se finora l'intervento sulla vita umana era regolata dalla nozione di terapia, cioè dalla volontà di ripristinare condizioni di salute e rimediare a ciò che si poteva definire in termini oggettivi, per quanto statistici e generali, la normalità, ora questa soglia che separa il normale dal patologico viene messa in discussione, insieme all'idea stessa di uomo e alla stesso criterio di norma.
  • In nome dell'uomo futuro si mette in gioco il futuro dell'uomo.
  • Quale libertà quando l'azione umana del generare figli è giudicata irrazionale perché non è controllata deterministicamente attraverso un procedimento di laboratorio?
  • La procreazione, riletta con le categorie della medicina e della ginecologia, diventa affare prevalentemente femminile perché ridotta alla gestazione e al parto, e non è più questione di una costitutiva relazionalità della polarità maschio- femmina dell'umano, condivisione di un agire comune e di una storia personale.
  • La soglia che distingue i viventi tra loro, e i viventi dall'uomo è così varcata semplicemente perché diventa tecnicamente possibile varcarla.
  • Lo sviluppo tecno-scientifico, sorretto da un complesso intreccio di elementi economici, politici e conoscitivi, cerchi di autolegittimarsi ricorrendo ad una cultura di riferimento che storicamente si può definire con il termine di secolarizzazione.
  • Siamo in un'epoca di assenza di pensiero critico, in cui si assiste ad una banalizzazione dei problemi.
  • Soltanto ricorrendo ad una sapienza umana (che in ultima analisi è una filosofia dell'uomo e della vita) si può legittimare la ricerca scientifica e difenderne il valore, la libertà, le verità acquisite, senza cadere nelle forme della violenza e dell'arbitrio.
  • La "fiducia" della fede cattolica nella ragione, sia in quella scientifica, sia in quella filosofica, deriva dalla consapevolezza che il Dio della fede è anche il Dio che ha concesso la ragione all'uomo e che non bisogna temere di usarla a tutto campo.

Il «senso» del possibile

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  • La tecnologia è, propriamente, il sapere che accompagna la tecnica, e ne integra la funzionalità, dandole già un orientamento preciso, mentre, in senso lato, la tecnica indica semplicemente la capacità operativa dell'uomo.
  • Tecnologia è infatti una forma del sapere e del saper fare e in questo coniuga, almeno sotto un aspetto, l'Homo faber e l'Homo sapiens.
  • Per la scienza sperimentale la verità, infatti, si trova al termine del processo sperimentale e non all'inizio: questo modello teorico è oggi pervasivo.
  • La diffusione di questo convincimento non dipende certo dal fatto che tutti noi partecipiamo dei processi metodologici delle scienze, ma è indotto dal processo di autolegittimazione sociale della tecnoscienza contemporanea, che a sua volta dipende in stretta misura dai processi economici.
  • L'avvento dell'ingegneria genetica comporta invece il convincimento che sia il progetto dell'uomo a essere l'unico orizzonte di senso, al punto che la nozione di salute si dilata alla nozione di "benessere", confondendo i piani epistemologici e quindi i rispettivi compiti della medicina, della filosofia e persino della religione.
  • La paura del crollo dell'ecosistema non è certo sufficiente a fermare l'illusione di chi pensa che ogni problema suscitato dall'estensione delle biotecnologie possa a sua volta essere corretto da nuovi potenziamenti tecnologici.
  • La distanza tra ciò che conosciamo della natura attraverso la nostra esperienza e ciò che ne sappiamo attraverso la mediazione delle scienze, diventa incolmabile.
  • Ad un modello speculativo che riconosce la verità della realtà (l'intelligibilità appartiene al reale e non è il prodotto dell'attività conoscitiva umana), si sostituisce progressivamente un modello operativo, che ritiene di poter garantire valore alla conoscenza là dove l'uomo ha a che fare con qualcosa di costruito e di costruibile (l'intelligibilità è l'operazione con cui l'uomo attribuisce senso alla realtà che lo circonda perché è in grado di costruire modelli teorici ed operativi che spiegano la realtà).
  • L'assorbimento della questione della verità nella prassi e quest'ultima nella prassi tecnoscientifica porta a considerare ogni approccio ulteriore e differente come puramente soggettivo, emotivo, confessionale, nel senso di frutto di pura opzione esistenziale.
  • Il possibile oggi è diventato il surrogato dell'eterno, così come la salute lo è diventata della salvezza.
  • La tecnologia, come forma di liberazione, induce una nuova esposizione esistenziale dell'uomo occidentale che si trova ad affrontare un nuovo mal di vivere, quello che emerge dalla difficoltà di comprensione della finitezza e perciò dall'impossibilità di riconoscere un senso (significato e direzione) dei possibili che la tecnologia mette a sua disposizione.

Libertà e tecnologia

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  • Sul versante della ricerca scientifica, l'affermazione della libertà di ricerca si pone pressoché in termini di imperativo categorico.
  • La tecnologia, come cultura e come linguaggio, è oggi un costitutivo dell'esperienza della libertà, ma nello stesso tempo, è uno dei fattori che rende più difficile pensare ed esprimere la libertà umana.
  • La libertà che viene affermata nel contesto tecnologico è traducibile nella proposta di esperire tutto il possibile.
  • Sulla spinta del modello tecnoscientifico, non ci si limita a dire che tutto ciò che è possibile é lecito (affermazione già problematica e gravida di conseguenze ambivalenti) ma si tende ad affermare che tutto ciò che si può è doveroso.
  • L'estendersi del carattere autoreferenziale della tecnologia oltre il proprio contesto metodologico conduce al convincimento che si possa pensare ogni limite come puro ostacolo (ciò che deve essere superato), e accentua la trasformazione dell'ideale della perfezione in ideale della funzionalità, capovolgendo il classico rapporto normativo tra naturale ed artificiale.
  • Da La Mettrie in poi è la macchina a diventare sempre più il metro di interpretazione dell'umano.
  • Alcune recenti tesi in ordine al concetto di qualità della vita, proposto come alternativa alla tesi della sacralità della vita umana, esprimono con efficacia l'estendersi del criterio della funzionalità.

Salute e salvezza nella civiltà tecnoscientifica

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  • La paura dura l'intervallo di tempo che la separa dalla speranza, cioè dal convincimento che sia proprio l'ennesimo sviluppo delle tecnoscienze a rispondere alle paure di oggi che, come i tabù di ieri, possono essere sconfitti dal progresso.
  • Ciò che lentamente scompare dall'orizzonte del linguaggio umano è la nozione di verità: l'uomo occidentale non vuol più sentir parlare della verità perché gli bastano i risultati delle tecnoscienze, e pensa che questo concetto non possa essere esteso al di là del modello teorico delle scienze empiriche.
  • Una religione ridotta ad estrema consolazione non ha molto da offrire all'uomo di oggi.
  • La domanda a cui la fede cristiana sa rispondere è prima di tutto una domanda che concerne la verità. Non è suo scopo quello di offrire una consolazione che possa aspirare alla verità, ma di proclamare una verità che si scopre anche in grado di consolare.
  • La fede cristiana è, infatti, capace di ridire con autorevolezza il fondamento della dignità dell'uomo e, quindi, della dignità delle sue imprese.
  • Non una teoria ma la persona stessa di Cristo è la misura dell'umano e la manifestazione piena della dignità umana.
  • Soltanto laddove è sollecitata la domanda sulla verità, e soltanto laddove la ragione strumentale cessa di essere l'unico modello di ragione, la fede cristiana è in grado di dispiegare pienamente la sua proposta.
  • La fede è interlocutrice della ragione laddove la ragione è ancora interessata alla verità.
  • La verità della fede, infatti, può fornire la consolazione al peso di alcune condizioni umane, ma questa consolazione è prima di tutto la vittoria della verità sulla disperazione, cioè sull'idea che il finito sia destinato alla fine.
  • Non tutti i vincoli che possiamo spezzare comportano una liberazione.

Bibliografia

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  • Adriano Pessina, Salute e salvezza nella civiltà tecnoscientifica, in Aa. Vv., Scienza e fede, Editoriale Jaca Book, 2002.
  • Adriano Pessina, Libertà e tecnologia: annotazioni teoretiche, in Aa. Vv., Soggetto e libertà nella condizione postmoderna, Vita e Pensiero, 2003
  • Adriano Pessina, Il «senso» del possibile e l'orizzonte del limite nella civiltà tecnologica, in Hermeneutica, 2001, Morcelliana.
  • Adriano Pessina, Il contributo delle università cattoliche alle grandi sfide dell'umanità, in documentazione primo congresso mondiale università cattoliche, 12-14 agosto 2011.