Álvaro Mutis

scrittore e poeta colombiano

Álvaro Mutis (1923 – 2013), scrittore e poeta colombiano.

Álvaro Mutis

Abdul Bashur, sognatore di navi modifica

Incipit modifica

Da qualche tempo accarezzo l'idea di raccogliere alcuni episodi della vita di Abdul Bashur, amico e complice del Gabbiere per buona parte della sua vita, e protagonista, in ruoli nient'affatto secondari, di molte delle imprese in cui Maqroll era solito compromettersi con una facilità sospetta.

Citazioni modifica

  • [...] ogni ribellione contro l'immagine paterna, magnificata e tirannica, si paga per tutto il resto della vita. L'unico modo di uscire da questo labirinto, in cui forse tutti qualche volta ci inoltriamo, è giungere alla consapevolezza che il padre, invece di sostituirlo, bisogna cercare di prolungarlo, nella misura delle nostre forze e dei nostri personali demoni. Non è facile, né è mai piacevole, ma non esiste altra strada per affrontare la sfida di vivere la nostra vita. (da Due, p. 60)
  • Una carovana non simbolizza né rappresenta alcuna cosa. Il nostro errore consiste nel pensare che vada da qualche parte o provenga da qualche altra. La carovana esaurisce il suo significato nel suo stesso spostarsi. Lo sanno gli animali che ne fanno parte, lo ignorano i carovanieri. Sarà sempre così. (Maqroll, da Dialogo a Belém do Pará, p. 146)

Gli elementi del disastro modifica

  • [Il Monastero dell'Escorial] Questo mausoleo, dove in urne d'oscuro marmo | giacciono le spoglie di monarchi e di regine | di Spagna, avanza nella tenebra del tempo | senza tregua, come nella stiva di una nave insonne. | [...] | Nel fermarsi sotto la sobria | volta di questo spazio, dove la morte acceca | le sue greggi e si concede in permanenza inappellabile, | nessuno potrebbe dirsi estraneo all'enigma che qui apre | le istanze; e nel donarci ancora breve proroga | ci fa sapere ciò che di noi in verità è stato | e ciò che dobbiamo a queste spoglie nell'ordine | che regola la nostra vita, la cui cifra qui si manifesta | oppure per sempre si cancella e muore.[1]
  • Sulla pietra stellata | veglia l'Apostolo. | Pronto per partire, la mano già | sul bastone da pellegrino, | tuttavia aspetta noi | con pazienza di secoli. | Sotto gli astri notturni della Galizia | l'Apostolo veglia, con la speranza | senza tregua dei santi | che han percorso ogni strada, | con la speranza intatta di coloro | che nel tempo impararono | a fermare gli uomini in fuga, | la stolta abitudine alla fuga, | e li hanno risvegliati | con le parole semplici | con cui la verità si presenta. | Nella piazza dell'Obradoiro[2], | passata la mezzanotte, | finisce il nostro viaggio | e davanti alla porta della Cattedrale | mi presento all'Apostolo: | Eccomi qua – gli dico – finalmente, | tu che porti il nome di mio padre, | tu che hai dato il tuo nome a mio figlio, | eccomi qua, Boanerge[3], solo per dirti | che ho vissuto in attesa di questo momento | e che ora è tutto in ordine.[4]
  • Ecco passano i furbi. | Sempre di fretta, all'erta, calcolando | la minima opportunità di mettere in mostra | le loro doti, le loro astuzie, | le abilità a quanto sembra senza limiti. | Vanno, vengono, si riuniscono, discutono, partono. | Sorridenti tornano con rinnovate forze. | Pensano di avere convinto, | tornano a sorridere, appoggiano le mani | sulle nostre spalle, ci proteggono, ci lusingano, | dispiegano solerti il loro ventaglio di promesse | e di nuovo si eclissano, come son venuti, | con l'aria d'innocenza soddisfatta | che li denuncia da lontano. | Non accetteranno mai che non hanno persuaso nessuno. | Perché attraversano la vita | senza vedere niente, | senza ascoltare niente, | senza dubbi né incertezze. | È questa sicurezza che li annienta. | [...] | Ignoriamo i furbi e lasciamoli | passare fuori dalle nostre faccende | e dalla nostra naturale compassione | a scopi migliori destinata. | Non parla dei furbi il Discorso della Montagna. | Questo avviso del Signore dovrebbe bastarci.[5]
  • Ascolto Mario Luzi | e mi addentro in un ordine | contrario alla miseria tenebrosa | con cui l'uomo in questi anni | ha permesso all'anima sua di vagare smarrita | senza posa fra goulags | e supermercati. | Vorrei dirgli ciò che questo fugace | incontro rappresenta per me | quale segnale di conferma | di una speranza che avevamo | creduto irrimediabilmente perduta | nella mischia della nuova orda | che senza ira né pietà ci trascina | piena delle sue ragioni. | Niente riesco a dire e muto | mi chino di fronte alle parole sue parche | accarezzate dal virgiliano sole.[6]
  • La tequila non ha storia, non ci sono aneddoti | a conferma della sua nascita. Essa è così dall'inizio | dei tempi, poiché è dono degli dèi | che non usano favoleggiare quando concedono. | Quello è mestiere dei mortali, figli del terrore e la consuetudine. | È così la tequila e così ci accompagnerà | fino al silenzio da cui non si torna. | Sia lodata dunque fino alla fine dei nostri giorni | e lodata sia la quotidiana solerzia con cui rimuove la scadenza.[7]

Ilona arriva con la pioggia modifica

Incipit modifica

Cristóbal

Quando vidi che la lancia grigia della guardia di finanza si avicinava, con la bandiera di Panama che sventolava arrogante sulla poppa, capii immediatamente che la nostra tormentosa traversata era giunta al termine. A dire la verità, ogni volta che, nelle ultime settimane, attraccavano in un porto, ci aspettavamo sempre una visita come questa. Soltanto la noncuranza con cui nel Caribe si sbrigano le pratiche burocratiche che ci aveva mantenuto al riparo da una simile eventualità.

Citazioni modifica

  • Nel nostro mondo cattolico-occidentale si è soliti opporre come due poli antitetici la prostituzione e il matrimonio. (p. 95)
  • Quando ti decidi a pensare riesci a mettere ogni cosa al suo posto. Il male è che poco dopo tutto va a gambe all'aria un'altra volta. (p. 95)

Citazioni su Ilona arriva con la pioggia modifica

  • Ho sentito che al mio personaggio, a Maqroll il Gabbiere, un uomo così vissuto, dovevo dare un'amica assolutamente partecipe, una complice capace di entrare appieno nel suo gioco. È così che ho creato Ilona. (Álvaro Mutis)

Citazioni su Álvaro Mutis modifica

Martha L. Canfield modifica

  • Il 22 settembre scorso Álvaro Mutis se n’è andato. Aveva compiuto da poco 90 anni, e aveva festeggiato questa speciale ricorrenza con la moglie Carmen, sua costante e fedele compagna, e con alcuni cari amici, tra cui l'immancabile Gabo, cioè García Márquez. Era sereno e contento. Ma forse, anzi sicuramente, molto stanco. Era ormai qualche anno che non scriveva più. E questo, se da una parte gli dava una certa tranquillità interiore, dall'altra lo faceva sentire – anche senza volere – in attesa del ritorno benvoluto della parola.
  • Mutis apparteneva a quel tipo di scrittori per i quali il dettato della voce interiore è fondamentale e perfino assoluto. Scriveva dietro uno stimolo imprevedibile e involontario. Correggeva pochissimo, quasi niente. E quando la voce taceva lui era incapace di costruire attorno ai dettati precedenti. Non era uno scrittore metodico o di mestiere. Era un illuminato. L'idea di avere un orario, un sistema, un ordine, non gli era congeniale. Quello che riusciva tanto bene al suo carissimo amico Gabo, per lui non funzionava. Lui doveva avere il raptus iniziale e poi seguire la voce interiore. Ecco perché potevano capitare periodi di silenzio, e ci sono stati di durate lunghissime, anche di anni.
  • Questo era Mutis: uno scrittore guidato dal'alto, un visionario, un saggio malgrado se stesso, un ispirato. Ecco perché era privo di narcisismo, era aperto a tutti, generoso e vitale. Ecco perché, anche se la sua voce non ci lascerà mai – anzi le due voci con cui ci ha parlato, quella sua e quella di Maqroll –, la sua assenza pesa tanto. La sua eredità è enorme. La sua mancanza altrettanto.

Note modifica

  1. Da Quattro notturni dell'Escorial, IV, p. 205.
  2. La Plaza Mayor di Santiago di Compostela, detta Obradoiro dal nome dato alla facciata principale della Cattedrale di Santiago di Compostela che, con il suo complesso, si affaccia sulla Piazza Mayor. Cfr. più dettagliatamente Gli elementi del disastro, p. 293, nota 1.
  3. Figli del tuono: soprannome dato a San Giacomo il Maggiore e San Giovanni apostolo per il loro carattere impetuoso. Cfr. più dettagliatamente Gli elementi del disastro, p. 293, nota 2.
  4. Da Notturno a Compostela, pp. 221-222.
  5. Da Ballata imprecatoria contro i furbi, pp. 259-260.
  6. Da Incontro con Mario Luzi, p. 267.
  7. Da Ponderazione e segno della tequila, p. 269.

Bibliografia modifica

  • Álvaro Mutis, Abdul Bashur, sognatore di navi, traduzione di Fulvia Bardelli, Einaudi, Torino, 2001. ISBN 88-06-15833-3
  • Álvaro Mutis, Gli elementi del disastro, a cura di Martha L. Canfield, Le Lettere, Firenze, 1997. ISBN 88-7166-336-5
  • Álvaro Mutis, Ilona arriva con la pioggia (Ilona llega con la lluvia), Giulio Einaudi Editore, Torino 1991. ISBN 88-06-14333-6

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