Yurii Ihorovych Andrukhovych (1960 – vivente), poeta, scrittore, saggista e traduttore ucraino.

Yuri Andrukhovych (2015)

Citazioni di Yuri Andrukhovych

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  • [Kiev] È una città eterna. E le città eterne non possono avere un'unica identità. A metà dell'800, la maggior parte della popolazione colta di Kiev parlava il polacco meglio del russo. Però già alla fine del secolo Kiev era russificata, mentre c'erano solo due salotti buoni in cui si parlava l'ucraino. Oggi nella città si usa sia il russo che l'ucraino. E bilingue è stata anche piazza Maidan: là non abbiamo difeso una lingua, ma la libertà e l'indipendenza nazionale. A chi dice che l'Ucraina è divisa tra i russi e gli ucraini, rispondo: non esiste un problema etnico nel mio Paese, è solo una certa politica a voler rendere ideologici istinti di potere brutali.[1]
  • [La letteratura] È uno strumento di resistenza. Può resuscitare chi non c'è più, e può restituirci il mondo degli sconfitti. Pensi a Bruno Schulz, ammazzato da un Ss nel ghetto di Drohobycz. Era un modesto insegnante. Ha scritto romanzi che allora pochi erano in grado di apprezzare. Ma oggi è considerato un maestro dai più grandi scrittori viventi. Ha cambiato la maniera di raccontare lo spazio e il tempo. Era capace di farlo, perché abitava negli stessi luoghi dove fino alla catastrofe dimorava, come dice lei, il Messia.[2]
  1. Dall'intervista di Wlodek Goldkorn, Yuri Andrukhovych: "La letteratura salverà l'Ucraina dalla ferocia", repubblica.it, 11 giugno 2014.
  2. Il riferimento è al chassidismo, movimento religioso ebraico sorto in Podolia, regione oggi appartenente all'Ucraina.

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