Voglio mangiare il tuo pancreas

film anime del 2018 diretto da Shinichirō Ushijima

Voglio mangiare il tuo pancreas

Immagine Kimi no Suizō o Tabeta.png.
Titolo originale

君の膵臓をたべたい
Kimi no suizō o tabetai

Lingua originale giapponese
Paese Giappone
Anno 2018
Genere animazione
Regia Shinichirō Ushijima
Soggetto Yoru Sumino
Sceneggiatura Shinichiro Ushijima
Produttore Yūma Takahashi, Shinichiro Kashiwada
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

Voglio mangiare il tuo pancreas, film di animazione giapponese del 2018, regia di Shinichiro Ushijima, tratto dall'omonimo romanzo del 2014 di Yoru Sumino.

TaglineLa distanza tra loro, non ha ancora un nome.

Il funerale di Sakura Yamauchi, che era stata mia compagna di classe, si è svolto in una giornata di pioggia che di certo non si addiceva a come era stata lei in vita. Sia a quel funerale, avvolto dalle lacrime di un gran numero di persone quale segno della sua esistenza, sia alla veglia funebre io non sono intervenuto: sono rimasto tutto il tempo a casa. [prende il cellulare e visualizza l'ultima mail inviata a Sakura, con il messaggio "Voglio mangiare il tuo pancreas"] L'ultima mail che le ho inviato, una mail di un'unica frase... se lei l'abbia vista oppure no io non lo so. (Haruki, voce narrante)

  Citazioni in ordine temporale.

  • Lo sai per quale motivo i ciliegi fioriscono in primavera? I ciliegi in realtà mettono le nuove gemme già tre mesi dopo essere sfioriti, aspettano che arrivi un bel calduccio per poi sbocciare tutti insieme. I ciliegi aspettano il momento in cui devono fiorire. (Sakura)
  • Fra le cose che voglio fare prima di morire c'è anche questa qua: fare qualcosa di proibito con un ragazzo che non è il mio ragazzo e che neppure mi piace, perciò tu vai benissimo... (Sakura, abbracciando Haruki da dietro)
  • Aveva già finito metà delle cose che avrebbe voluto fare quando mi sono reso conto della realtà che doveva affrontare: era stata ricoverata in ospedale all'improvviso. Ciò che si nascondeva nell'ombra del suo luminoso sorriso l'aveva seriamente toccata, io l'avevo capito. (Haruki)
  • Secondo me vivere è questo: è ricambiare l'affetto di qualcuno. Non ci si riferisce forse a questo quando si dice vivere? Apprezzare qualcuno, arrivare ad amare qualcuno, arrivare a provare antipatia per qualcuno, divertirsi stando insieme a qualcuno, tenersi per mano con qualcuno: è questo, vivere. A stare da soli non si può comprendere la propria esistenza, sono le relazioni tra le persone a formare quello che è il vivere, per come la penso io. Se il mio spirito esiste è perché ci sono tutti gli altri, se il mio corpo fisico esiste è perché viene toccato da tutti gli altri; perciò è senza dubbio questo a dare un senso al vivere di una persona. (Sakura)
  • Una promessa per quando avrebbe lasciato l'ospedale: ero preoccupato che quel suo gesto nascondesse un'allusione a qualcosa, ma era un timore ingiustificato. Il giorno che è stata dimessa dall'ospedale è arrivato in fretta. (Haruki, mentre vede i fuochi d'artificio con Sakura fuori dall'spedale)
  • Sentivo di essere cambiato; io, che non avevo nessun interesse per gli altri, chissà quando ero stato cambiato da quella ragazza. No, probabilmente lei avrebbe detto che ero stato io stesso a decidere di cambiare: avevo scelto di prendere il diario della convivenza con la malattia che aveva lasciato incustodito, avevo scelto di accettare i suoi inviti e infine avevo scelto di camminare al suo fianco. (Haruki)
  • Lei aveva infranto la promessa di avvertirmi quando sarebbe stata lì per morire, io avevo infranto la promessa di restituirle quello che mi aveva prestato. Lei era morta. (Haruki, dopo aver saputo dell'omicidio di Sakura)
 
Una busta per le offerte ai defunti in uso in Giappone
  • [Haruki legge le ultime pagine del diario di Sakura]
    Allora, per finire questo è per te. Il tuo nome non l'ho mai scritto perché tu mi avevi detto di non scriverlo. [...] Questo diario te lo regalo, e l'ho detto anche a mia madre: contiene scritti molti messaggi per parecchie persone ma lascio decidere a te se mostrarlo agli altri o buttarlo. Questo è l'unico piccolo ringraziamento che posso offrire a te che mi hai dato tanto. [...] Il rapporto che c'è tra di noi non è niente di così banale come un innamoramento o un'amicizia: non trovi anche tu? [...] Quando in ospedale ti ho chiesto di giocare a "obbligo o verità", ti rivelerò cosa volevo domandarti in quell'occasione: volevo chiederti "perché non mi chiami mai per nome, perché non l'hai mai fatto in tutto questo tempo?" Non sarà perché avevi paura che diventassi qualcuno di importante nella tua vita? [...] Avevi paura di rendere me, che prima o poi sapevi di perdere, un'amica o una fidanzata. Chissà se ci ho preso, eh? Se ho indovinato vieni a posare un'offerta di fronte alla mia tomba! E ti sei reso conto che di conseguenza io, per puntiglio, ho scelto di non chiamarti mai per nome? [...] Sappi che io ti ho sempre stimato e ammirato, tu sei una persona straordinaria. (Sakura)
  • Avevo sempre pensato di essere quel tipo di persona che conduce la stessa vita, la medesima vita di altre decine di migliaia di studenti delle superiori: solo un po' più breve. Ma tu mi hai considerata importante nonostante non fossi speciale, non fossi nulla di particolare; proprio tu che non hai bisogno di relazioni fatte di amici o di fidanzate, proprio tu hai scelto me e nessun altro! Ho aspettato per diciassette anni che un giorno tu decidessi che ti ero necessaria, come i ciliegi aspettano la primavera. (Sakura)
  • Ero felice, avevi deciso che ti ero necessario: le mie parole dunque ti erano arrivate, avevi sempre detto che noi eravamo opposti, agli antipodi. Per forza, siamo sempre stati a osservarci l'un l'altra - io in particolare. In tutti questi annoi ho vissuto per incontrarti, ho vissuto compiendo scelte per incontrare te: nient'altro che per questo. Grazie. (Haruki)
  • Per prima cosa fammi esprimere una lamentela. Non è stato facile, nonostante quello che pensavi tu, entrare in relazione con gli altri: anzi, è stato difficile, mi ci è voluto addirittura un intero anno. Ma finalmente sono riuscito ad arrivare dove sono adesso: un anno fa ho scelto di diventare una persona come te, di diventare una persona che sa apprezzare gli altri , che sa amare gli altri. Tu ormai non ci sei più e anch'io devo imparare a rialzarmi da solo. Allora, alla prossima. (Haruki, sulla tomba di Sakura)

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Sakura: Gli uomini del passato, se avevano il fegato che non funzionava, mangiavano del fegato; se avevano lo stomaco malato mangiavano dello stomaco: erano convinti che in questo modo sarebbero guariti dalla malattia. Però nessuno mi lascerebbe mangiare il suo...
    Haruki: Che vuoi dire? Ti sei convertita al cannibalismo?
    Sakura: Perciò alla fine non posso chiederlo a nessun altro se non a te.
    Haruki: Che cosa?
    Sakura: Come "che cosa"? Dai... [...] [sorride maliziosamente e spinge Haruki alla finestra, bloccandolo] Voglio mangiare il tuo pancreas!
  • [Haruki ha riconsegnato a Sakura il diario che ha iniziato a compilare dopo aver scoperto di essere malata]
    Sakura: Questo l'hai letto, giusto? Si intitola "Diario della convivenza con la malattia", è diventato il mio diario da quando ho scoperto di avere una malattia al pancreas. Forse stai pensando che sia tutto uno scherzo, ma io non sono il tipo che fa scherzi di cattivo gusto. Il mio pancreas sta diventando del tutto inutilizzabile, quindi ancora un po' e... e io morirò.
    Haruki: Oh, be'.
    Sakura [stupita]: Eh? Tutto qui?! Ma mi hai sentita?! Di solito le persone rimangono sorprese, dicono "La bellezza muore presto", cose così per consolare, ma tu... niente più di questo?
    Haruki: Niente.
    Sakura [ridendo]: Ma fai sul serio?
  • Sakura: Devo farti una richiesta: vorrei che tenessi segreta con tutti la faccenda della mia malattia, perché io non l'ho detto a nessuno. Sarà un segreto solo nostro.
    Haruki: Non lo dirò a nessuno, non ho nessuno a cui dirlo oltretutto.
    Sakura: Non hai amici? Che ne dici se passo quanto mi resta della mia vita per farti divertire?
    Haruki: No, ma ti ringrazio: direi che ti conviene vivere come preferisci fare tu.
    Sakura: Ricevuto!
  • Haruki: A te i libri piacciono?
    Sakura: Per niente. Di manga ne leggo tanti, però.
    Haruki: Credi che sia una buona idea passare la vita che ti resta in una biblioteca?
    Sakura: Certo che è una buona idea.
    Haruki: Io penso che non sia naturale, invece.
    Sakura: E cosa vorresti dirmi di fare, allora?
    Haruki: Di andare a trovare il tuo primo amore per esempio, o di fare l'autostop per scegliere il luogo dove passare i tuoi ultimi giorni.
    Sakura: Sì, be', non che non capisca cosa intendi... però anche tu avrai delle cose che vorresti fare prima di morire, giusto?
    Haruki: Non è che non se abbia.
    Sakura: Ma adesso non le stai facendo, mi pare: o mi sbaglio? E tu forse potresti morire anche domani, chi può saperlo? Quindi in questo senso né tu né io cambieremo mai le nostre giornate perché ogni giorno ha sempre lo stesso valore degli altri: qualunque cosa io abbia fatto il valore delle mie giornate non cambia. Perciò, non ho bisogno di altro, è fare queste cose normali che mi diverte! [...] E a questo proposito, sto compilando una lista di quello che vorrei fare prima di morire, e tu ora hai il permesso di prenderne parte!
  • [Haruki e Sakura sono in un ristorante dove possono mangiare carne e frattaglie alla griglia a volontà]
    Haruki: Qui però potevi venirci con i tuoi.
    Sakura: Non mi dire così, e mangia le interiora: le interiora, capito?
    Haruki: Un momento. [prende con le bacchette per il cibo una frattaglia passata da Sakura]
    Sakura: Quelle sono animelle, pancreas.[1]
    Haruki: Non mi dire che mangiare gli organi interni dei bovini fa parte della tua cura, eh?
    Sakura: Mi piacciono le interiora, tutto qui: se mi domandano qual è il mio cibo preferito rispondo "le interiora", mi piacciono gli organi interni.
  • Sakura [mentre mette un'animella sulla griglia]: A me la cremazione non piace proprio, lo sai?
    Haruki: Ti sembra il discorso da fare mentre mangi carne alla griglia?
    Sakura: Certo, perché no? Tu puoi mangiare il mio pancreas.
    Haruki: Ma mi ascolti?
    Sakura: Ho fatto delle ricerche e a quanto pare in alcuni paesi stranieri c'è un credo: se il pancreas viene mangiato da qualcuno l'anima continuerà a vivere dentro l'altro.
    Haruki: Non ci tengo, la tua anima sarebbe troppo chiassosa.
  • Haruki: Ricco è chi sa accontentarsi.
    Sakura: Che cosa significa?
    Haruki: Ho immaginato lo schema di tutte le mie relazioni sociali con le altre persone al di fuori dei miei familiari: se sono apprezzato o detestato da loro dipende solo dalla mia immaginazione, se a me non viene alcun danno non importa se sono apprezzato oppure detestato. Ecco perché gli altri non mi interessano e io non interesso agli altri.
    Sakura: A me però interessi, io non invito a uscire con me le persone che non mi interessano.
  • [Sakura ha difeso due donne da dei bulli in un via commerciale, poi è fuggita con Haruki]
    Haruki: Ma perché hai voluto fare questa pazzia?
    Sakura: [...] Se sei pronto a morire puoi fare qualsiasi cosa.
    Haruki: È la prima volta che sento pronunciare queste parole in senso letterale.
  • Haruki: Senti, ma tu vuoi ingrassare? Oppure è me che vorresti fare ingrassare? Perché ogni giorno con questi buffet...
    Sakura: Né l'uno né l'altro: mangio quello che voglio mangiare e basta.
  • Sakura: Ce l'hai mai avuta una ragazza, tu?
    Haruki: Non posso averla avuta, perché non ho mai avuto neanche un amico.
    Sakura: Mai mai? Non hai mai desiderato avere un amico o una ragazza?
    Haruki: Non saprei. Avere un amico forse in qualche caso sarebbe divertente, ma ad ogni modo io sono assolutamente convinto che i romanzi siano più divertenti del mondo reale.
    Sakura: Ecco perché leggi sempre libri; io invece con il mio ragazzo mi sono lasciata da poco.
    Haruki: Perché morirai presto?
    Sakura: Ti sbagli, una cosa del genere non potrei mai dirgliela. [...] Vedi, lui come amico è davvero perfetto ma come fidanzato non è andato per niente bene: tende ad essere un po' troppo insistente.
  • Haruki: Pensi che sia giusto non dire nulla della malattia alla tua amica?
    Sakura: È giusto, è giusto: lei è un tipo sentimentale, se glielo dicessi si metterebbe a piangere ogni volta che ci incontriamo e allora non ci sarebbe niente di divertente.
  • Haruki: Ma tu... ma tu davvero morirai?
    Sakura: Morirò. Di questo non posso parlarne con nessuno se non con te, tu probabilmente sei l'unica persona che riesce a offrirmi contemporaneamente sia la verità che la quotidianità. I dottori non fanno altro che raccontarmi la cruda verità, la mia famiglia reagisce eccessivamente a qualsiasi cosa io dica e si sforzano per mantenere serena la mia quotidianità. Se Kyoko e le altre ragazze lo sapessero mi volterebbero le spalle spaventate; tu invece sei l'unica persona che pur conoscendo la verità mi fa vivere normalmente nel quotidiano. Ora capisci? Passare il tempo con te è così divertente!
  • Sakura [scrive sul suo diario]: Il tuo cognome si scrive con questi caratteri?[2]
    Haruki: Così va bene, però... [...] non potresti evitare di far comparire il mio nome lì sopra?
    Sakura: Perché?
    Haruki: Non vorrei che dopo la tua morte i tuoi genitori o qualche tuo amico mi prendesse in giro o mi condannasse per tutto questo.
    Sakura: È mio e quindi posso farci quello che voglio, non credi? A proposito, com'è che ti chiami di nome?
    Haruki: Se te lo dico che farai, lo scriverai lì sopra?
    Sakura: E che male ci sarebbe, non te lo consumo mica!
    Haruki: Capito. [il rumore del treno che esce dalla galleria copre le parole di Haruki; Sakura rimane sorpresa e poi sorride.]
 
Foto notturna dell'ingresso della stazione di Hakata a Fukuhoka, meta della gita di Sakura ed Haruki
  • Sakura: Prima tappa! Ah, sento un profumino di ramen...
    Haruki: Non è solo una tua impressione?
    Sakura: C'è, assolutamente! Non avrai il naso marcio?
    Haruki: Mai quanto il tuo cervello.
    Sakura: È il pancreas che ho marcio. Comunque uscire sta diventando pericoloso.
    Haruki: Sì, hai ragione: ieri c'è stata un'aggressione nella vicina prefettura.
    Sakura: Alla TV la polizia ha detto che quello è il tipo di criminale più difficile da arrestare a quanto pare; dopotutto l'erba cattiva non muore mai, no?
    Haruki: Quel proverbio va usato in modo diverso.
    Sakura: Comunque sia, tu resterai in vita mentre io invece morirò.
    Haruki: Sì, giusto. Mai fare affidamento sui proverbi, vero? Me ne ricorderò.
  • Haruki: Tu da piccola che tipo di bambina eri?
    Sakura: Eh? Ti accontenti di questo?
    Haruki: Sono solo interessato a scoprire come ha fatto a saltare fuori una persona col tuo carattere.
    Sakura: Ma non avevi detto che non eri interessato alle persone? Inoltre ero pronta a rivelarti le mie misure di seno e di fianchi... [...] Com'ero da bambina... mi dicevano spesso che ero molto irrequieta, mi ricordo che in classe attaccavo briga persino con il bambino più grande e più grosso: insomma, ero una bambina problematica!
  • [Haruki ha preso in braccio Sakura e l'ha adagiata sull'unico letto presente nella stanza]
    Sakura: Obbligo o verità?
    Haruki: Verità.
    Sakura: Se dicessi... se dicessi che in realtà ho paura, ho un terrore folle di morire tu che faresti?
    Haruki [dopo aver riflettuto un po']: Obbligo.
    Sakura: Vieni a dormire nel letto anche tu, non sono ammesse le obiezioni.
 
Murale ispirato alla storia de Il piccolo principe
  • Sakura: Io di solito non leggo libri ma c'è un libro, uno solo, che mi è sempre piaciuto fin da quando ero piccola. Non vuoi sapere che libro è?
    Haruki: In fondo sì, perché il libro preferito mette in mostra il carattere di una persona. Quale libro è?
    Sakura; Il piccolo principe, lo conosci?
    Haruki: Saint-Exupéry?
    Sakura: Eh? Lo conosci? Ma come, essendo un libro straniero mi ero esaltata al pensiero che neppure tu lo conoscessi... mi hai demoralizzata.
    Haruki: Il fatto che non ritenevi famoso Il piccolo principe dimostra chiaramente che non hai alcun interesse nei libri.
    Sakura: Pensi questo? Dalla tua reazione devo dedurre che lo hai letto, giusto?
    Haruki: Non ancora se devo essere sincero.
    Sakura: Cosa, sul serio?! Allora adesso vieni a casa mia così te lo presto: è interessante, perciò voglio sentire le tue impressioni.
  • Sakura: Senti, c'è una cosa che vorrei sapere un po' di tempo: non ti vuoi trovare una ragazza?
    Haruki: Non ho voglia di trovarmi una ragazza, non ho neanche amici.
    Sakura: Sulla ragazza possiamo passarci sopra, ma devi farti degli amici.
    Haruki: Se mi verrà voglia.
    Sakura: Se ti verrà voglia hai detto, eh... Senti, [...] non hai nessuna voglia di farmi diventare la tua ragazza, qualsiasi cosa accada? [...]
    Haruki: Ma che razza di discorsi fai?
    Sakura: Voglio solo esserne sicura.
    Haruki: Proprio nessuna.
    Sakura: Per fortuna! Ora sono più tranquilla.
  • [Takahiro ha tirato un pugno ad Haruki che ora è a terra sotto la pioggia; Sakura si avvicina a lui riparandolo con l'ombrello]
    Takahiro: Sakura, perché ti preoccupi per uno come lui?
    Sakura: Uno come lui? Come sarebbe a dire?!
    Takahiro: Gira voce che sia ossessionato da te e che ti segua passo passo, ecco perché l'ho colpito!
    Sakura: Non mi dire che ti ritieni superiore a lui, eh?! Sei disgustoso! Ormai io non ti sopporto più Takahiro! Non toccare neppure con un dito le persone che mi sono vicine!!
    Takahiro: Ma... l'ho fatto per te, io non...
    Sakura: Addio!!
  • Haruki: Lo sapevo, uno come me non deve avere niente a che fare con gli altri. Sarebbe stato meglio se fossi rimasto da solo. [...] Devi stare con chi pensa a te come il tuo ex ragazzo o Kyoko piuttosto che uscire insieme a me! In fondo noi quel giorno, in quell'ospedale, ci siamo incontrati per puro caso.
    Sakura: In questo ti sbagli, non è stato un caso. [...] Io sono convinta che tutti noi siamo qui per scelta, anche il fatto di essere entrambi nella stessa classe non è per puro caso e non è neanche destino.
    Haruki: Questa è una tua interpretazione.
    Sakura: Io ho scelto quel libretto per scrivere il mio diario della convivenza con la malattia e tu che ami i libri lo hai preso in mano incuriosito e quando te l'ho chiesto poi tu hai esaudito il mio desiderio. Tutte le scelte che hai compiuto tu finora, tutte le scelte che ho compiuto io finora, ogni scelta che abbiamo compiuto noi due si è andata sommando una ad una alle altre, e alla fine ci ha fatti incontrare; ed è per questo motivo che adesso ci troviamo qui, lo capisci? [...] Sappi che sono davvero felice che tu sia con me in questo momento, perciò mi basta anche per poco tempo, anche per poco tempo ma vorrei che tu restassi un po' con me...
  • Haruki: Sono parecchie, sono davvero molte le cose che tu mi stai insegnando.
    Sakura: Eh? Cos'è questo tono serio? Mi imbarazzi!
    Haruki: Lo penso davvero. Ti ringrazio. [Sakura abbraccia Haruki] Senti...
    Sakura: Non è come l'altra volta, questo non è uno scherzo.
    Haruki: E allora cos'è?
    Sakura: Ultimamente ha iniziato a piacermi il calore del corpo umano.
    Haruki: Tu sei davvero pazza.
    Sakura: No, non sono pazza. Voglio solo assaporare la verità e la quotidianità che mi sai offrire tu.
  • Madre di Haruki: Senti, ma tu [...] ti sei trovato una ragazza?
    Haruki: Eh?
    Madre di Haruki: O se non altro c'è una ragazza che ti piace. Comunque sia, l'una o l'altra, portala qui a casa.
    Haruki: Non è né l'una né l'altra e qui non la porto.
    Madre di Haruki: Allora è una semplice amica? Be', non ha importanza: finalmente è arrivata una persona che si prende cura di te e di questo sono felice. [Haruki trasalisce] Che cosa c'è, non penserai forse che quando dici una bugia non me ne accorgo: non sottovalutare una madre.
  • Haruki: Io ero al corrente della malattia di sua figlia. Sì, era stata lei a dirmelo, perciò mi aspettavo di tutto ma non pensavo certo che sarebbe andata così. Aveva mantenuto il segreto con tutti i compagni di classe all'infuori di me; se devo essere sincero oltre a pregare per la sua anima sono venuto per rivolgere una richiesta: vorrei che mi mostrasse il libretto che ha usato come diario a partire da quando si è ammalata: il diario della malattia.
    Madre di Sakura: E così eri tu! Per fortuna, per fortuna davvero... [piange] per fortuna che sei venuto! Aspetta solo un momento. [porge il diario di Sakura ad Haruki] È questo, giusto?
    Haruki: Sì, è proprio lui signora. Scusi, lo posso vedere?
    Madre di Sakura: Naturalmente, certo che puoi. [...] Puoi tenerlo, anche perché Sakura lo ha lasciato per te. [...] È stata lei stessa a dirmi che questo diario, dopo la sua morte, voleva farlo avere a una certa persona perché c'era qualcuno che sapeva della sua malattia, che conosceva il titolo di quel libretto, "Diario della convivenza con la malattia", che questa persona era molto timida perciò probabilmente non sarebbe venuta al funerale, ma sarebbe senza dubbio venuta a prendere questo.
  • [Haruki legge quello che Sakura ha scritto sul suo diario]
    Sakura: Io prima di morire ti avrei voluto dire una cosa: avrei desiderato valere anche soltanto la metà di quanto vali tu. Ma simili parole sono del tutto inutili, giusto? Sarebbe privo di senso cercare di esprimere con le parole il rapporto che esiste fra me e te. [la madre di Sakura passa ad Haruki il cellulare della figlia]
    Haruki: Il suo... il cellulare di Sakura? Ma perché... [Haruki riprende a leggere]
    Sakura: Ed ecco che ho avuto l'ispirazione: tu magari non sarai d'accordo, ma io senza dubbio voglio mangiare il tuo pancreas.
    Haruki [dopo aver trovato sul cellulare di Sakura l'ultima mail che le aveva inviato]: Ma allora l'aveva ricevuta... Signora...
    Madre di Sakura: Che c'è?
    Haruki: Mi perdoni, so che è irrispettoso chiederlo proprio a lei ma le dispiace se adesso mi metto a piangere? [dopo aver avuto l'assenso della madre di Sakura scoppia a piangere]
 
Un ciliegio della varietà Prunus serrulata in fiore
  • Madre di Sakura: Se vuoi un giorno, non che ti costringa ma, vorrei che qualche volta tu e Kyoko veniste a pranzo con noi, in famiglia. Ah sì, dimenticavo: qual'è il tuo nome di battesimo?
    Haruki: Haruki, scritto come "albero di primavera". Mi chiamo Haruki Shiga.
    Madre di Sakura: Un nome che si adatta alla perfezione con quello di Sakura.[3]
  • [Flashback sulla gita a Fukuhoka di Sakura e Haruki]
    Sakura: A proposito, com'è che ti chiami di nome?
    Haruki: Mi chiamo Haruki. Haruki Shiga.
    Sakura: Lo sapevo che eravamo compatibili! Sono felice di averti rivolto la parola.
    Haruki: Eh?
    Sakura: Ma sì: ciliegio e primavera. Dovevi essere per forza tu, hai trascorso la vita facendo scelte per poi incontrare me.

Citazioni su Voglio mangiare il tuo pancreas

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  • [Sul romanzo Voglio mangiare il tuo pancreas] All'inizio ho avuto come l'impressione di stare a leggere degli importanti ricordi dell'adolescenza, di guardare un bellissimo album di foto. Continuando nella lettura, però, ho dovuto pian piano ammainare la bandiera di queste mie considerazioni. Ho trovato che fosse un'opera incredibile, che aveva, in senso buono, superato ogni mia immaginazione. (Mahiro Takasugi)
  • [In Voglio mangiare il tuo pancreas] sono racchiusi innumerevoli scintillii dalla durata di un istante. Sarei felice di sapere che vi ha fatto provare innumerevoli sensazioni, guardandola magari in allegria con qualcun altro, o anche da soli con calma. (Mahiro Takasugi)

Frasi promozionali

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  • Ciò che ci separa non ha ancora un nome...[4]
  • La distanza tra loro, non ha ancora un nome.[5]
  1. Il termine animelle, in realtà, identifica il pancreas di bovini od ovini solo nel Lazio; più precisamente le animelle sono un organo equivalente al timo umano. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
  2. Nella lingua giapponese combinazioni di ideogrammi diversi si pronunciano nello stesso modo; Sakura vuole accertarsi di aver scelto gli ideogrammi corretti.
  3. In giapponese con il termine sakura, usato anche come nome proprio femminile, identifica il ciliegio della varietà Prunus serrulata (conosciuto in occidente come ciliegio giapponese) o il fiore della stessa pianta. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
  4. Dalla sovraccoperta della confezione del cofanetto in lingua italiana.
  5. Dalla locandina del film.

Altri progetti

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