Vincenzo Gemito

scultore, disegnatore e orafo italiano (1852-1929)

Vincenzo Gemito (1852 – 1929), scultore, disegnatore e orafo italiano.

Vincenzo Gemito, autoritratto, 1913

Citazioni su Vincenzo Gemito

modifica
  • Dal manicomio Gemito evase mediante il classico sistema del lenzuolo tagliato a strisce e trasformato in corda. Traversò Napoli a piedi nudi e in camicia da notte. Arrivò a casa come una furia, e poiché la sua donna e i suoi genitori putativi, pazzi di paura, lo volevano riportare in manicomio, lui, più pazzo ancora all'idea di essere rimesso fra i matti, s'inginocchiò per terra, baciò l'ammattonato, giurò che purché ce lo lasciassero non sarebbe mai più uscito di casa, e nonché di casa ma dallo studio; e fu così di parola che ci rimase diciotto anni. (Alberto Savinio)
  • Guardate il ritratto di Fortuny, guardate quelli del Morelli e del Verdi, e vi cercherete invano le linee determinate, il segno preciso e scolastico, l'insistenza, l'incasso palese dell'occhio, l'osservativo scrupolo di quei dati somatici che sono dei più studiati e accarezzati dalla plastica, intransigente, freddo, se pur limpido specchio dell'essere. Eppur nulla è più appariscente e più vivo di quel viluppo che sembra oscuro e non è; nulla è più parlante, nulla è più fuso e più molle, e da nessuna cosa mai come da queste, che vogliono essere la reincarnazione d'una persona, si parte come un respiro, un caldo soffio di vitalità. (Salvatore Di Giacomo)
  • Un giorno Edoardo Scarfoglio spiegò a Gemito la funzione e importanza dei pori. Gemito ebbe la rivelazione del sudiciume. Non ci stette a pensare due volte, e lui che da trent'anni aveva troncato ogni relazione con l'acqua, prese una gran rincorsa e non si fermò se non davanti alla Villa Nazionale; e là, al cospetto delle mamme che passeggiavano i loro bimbi in carrozzina, degli innamorati a braccetto, delle nobildonne collocate come creature di piume e pizzi dentro i landò, dei pezzenti e della banda comunale che eseguiva una selezione dei Lombardi alla prima crociata, il nemico delle abluzioni cominciò a spogliarsi per tuffarsi in mare. Ma intervennero di nuovo i figli del divino cigno, i due inseparabili giovanotti melanconici e severi sotto le lucerne, i quali si avvicinarono allo scultore e cosi com'era, con le mutande a mezz'asta, lo portarono di peso al commissariato. (Alberto Savinio)

Altri progetti

modifica