Valeria Della Valle
linguista italiana
Valeria Della Valle (1944 – vivente), accademica italiana.
Citazioni di Valeria Della Valle
modifica- [Sul linguaggio inclusivo di genere] Se apriamo il vocabolario di italiano, troviamo nomi e aggettivi declinati al maschile, poi tra parentesi c'è una lettera a preceduta da trattino che ne indica il femminile. Questo deriva da una lunghissima e antica tradizione, che ha avuto un senso per secoli, perché la società era basata sul potere maschile. Ora le cose sono cambiate ed anche dal punto di vista linguistico è giusto cambiare, senza arrivare ad eccessi come lo schwa ed altre richieste estreme di una vocale indeterminata, che non alluda ad alcun sesso. Richieste legittime, ma che non hanno possibilità di essere attuate, perché la nostra lingua si ridurrebbe a un miscuglio di segni impronunciabili e difficili da scrivere, che alla maggior parte degli italiani risulterebbe incomprensibile. [1]
Dizionari
modifica- Il Vocabolario degli Accademici della Crusca fu il primo grande vocabolario di una lingua moderna apparso nell'Europa del Seicento. Fatto notevole, perché l'opera fu pubblicata in un'Italia divisa in Stati diversi, a differenza di altri Paesi europei che avevano già raggiunto l'unità politica e linguistica, ma nei quali vocabolari paragonabili a quello della Crusca furono pubblicati più tardi, e sulla falsariga del modello fiorentino. (p. 52)
- Al contrario, quando fu avviata la grande impresa del Vocabolario degli Accademici della Crusca, gli accademici avevano per loro fortuna, come saldo punto di riferimento, le posizioni teoriche e le opere di un filologo come Leonardo Salviati. [...] Con l'ingresso del Salviati nel gruppo, la brigata dei Crusconi fu trasformata in Accademia della Crusca, e i soci si impegnarono nella nuova impresa di dare a Firenze un vocabolario, che non si chiamò Vocabolario della lingua fiorentina o della città di Firenze (perché il titolo sarebbe stato troppo municipale e sarebbe stato subito oggetto di polemiche), ma Vocabolario degli Accademici della Crusca, un'opera collettiva i cui membri si assumevano fin dal titolo la responsabilità comune delle scelte linguistiche. (pp. 52-54)
- Gli accademici mantennero l'apparato allegorico e simbolico legato al pane e alla panificazione: gli stemmi personali erano detti pale, e richiamavano quelle usate per infornare il pane; il motto di ognuno era riferito al pane, al grano, alla farina; l'emblema dell'Accademia era il frullone, cioè uno strumento d'avanguardia creato per separare la farina dalla crusca, sormontato dal motto «il più bel fior ne coglie», adattamento di un verso del Canzoniere di Petrarca, scelto per alludere al compito principale dell'accademia, cioè «cogliere il fior fiore della lingua». (p. 54)
- Leonardo Salviati morì nel 1589, ma aveva fatto in tempo a dare istruzioni agli accademici: aveva preparato per loro un abbozzo di vocabolario, prezioso come traccia da seguire, contenente le citazioni tratte dai testi del Trecento. Così, dopo la morte del loro maestro i cruscanti si misero al lavoro e nel 1591 cominciarono a dividersi i compiti e a stabilire le regole per lo spoglio dei testi (i verbali e i diari delle loro riunioni sono stati fortunatamente conservati, e consentono di seguirne i lavori quasi giorno per giorno, anche attraverso la compilazione delle schede preparate per le voci). (pp. 54-55)
- Gli accademici, dunque, si basarono sul fiorentinismo trecentesco di Pietro Bembo, ma temperato dalle concezioni di Leonardo Salviati, grazie al quale entrò nel vocabolario non solo la lingua usata nei testi dei sommi autori fiorentini, ma quella degli autori e dei testi minori, anche anonimi (scritture di carattere pratico, cronache familiari, epistolari, volgarizzamenti, vite di santi ecc.), utilizzati per documentare le voci del fiorentino vivo. (p. 55)
Note
modifica- ↑ Dall'intervista di Maria Carla Rota, Storia dell'inclusione femminile attraverso le parole, startupitalia.eu, 19 luglio 2022
Bibliografia
modifica- Valeria Della Valle, Dizionari, RCS MediaGroup – Corriere della Sera, Milano, 2020, p. 52. ISSN 1828-0501
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