Utente:Nemo bis/Citazioni/Primordiali
“Escludendo l’impossibile, tutto ciò che rimane deve essere la verità”
Sherlock Holmes (Sir Arthur Conan Doyle)
“Lei vede, ma non guarda”
(in riferimento al fatto che Watson, benchè salga tutti i giorni i gradini di casa sua, non saprebbe dire che sono 17)
Sherlock Holmes (Sir Artur Conan Doyle)
“È meglio un male sperimentato che un bene ignoto”
(Don Fabrizio ne “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi)
“Di rado ho visto un uomo più adatto ad eccitare l’interesse di una donna, o ad affascinare la sua immaginazione”
(riferito a John Barrington Cowles)
Narratore del racconto “John Barrington Cowles”, “Racconti Fantastici e dell’orrore I”, Sir Arthur Conan Doyle
“Ciò che un uomo può inventare, un altro può scoprire”
Sherlock Holmes, “L’avventura degli omini danzanti”
“Noi siamo abituati a che gli uomini disprezzino ciò che non conoscono”
Sherlock Holmes, citazione di Goethe
“Una verità detta con cattivi intendimenti nuoce più di tutte le bugie”
William Blake
“Lavoro senza gioia è ignobile
Lavoro senza pena è ignobile
Pena senza lavoro è ignobile
Gioia senza lavoro è ignobile”
John Ruskin
“Ero arrabbiato col mio amico; detti voce alla mia rabbia e la rabbia svanì”
William Blake
“Ogni uomo è in potere dei suoi fantasmi fino al rintoccare dell’ora in cui la sua umanità si desta”
William Blake
“Perchè non c’è più autorità, e ora leone e lupo spariranno”
William Blake
“Ma la sorte non sta mai a guardare, ci mette sempre lo zampino”
Andrew Marvell
“Il ripudio delle nostre stesse parole è il più grande sacrificio che ci viene richiesto dalla verità”
Professor Gilroy, “Il parassita”, “Racconti fantastici e dell’orrore II”, Sir Arthur Conan Doyle
“Fintanto che l’umanità continuerà ad essere prodiga di elogi più coi suoi distruttori che coi suoi benefattori, la brama di gloria militare sarà sempre il vizio delle personalità più insigni”
Edward Gibbon, “Declino e caduta dell’impero romano”
“Quasi tutti i crimini che turbano la pace interna della società sono il prodotto delle restrizioni che delle leggi necessarie ma discriminanti della proprietà hanno imposto agli appetiti del genere umano, limitando soltanto ad alcuni il possesso di quegli oggetti che sono desiderati ardentemente da molti”
Edward Gibbon, “Declino e caduta dell’impero romano”
“La matematica è l’alfabeto col quale Dio compose l’universo”
Galileo Galilei
“Di tutte le passioni e di tutti i nostri appetiti, l’amore del potere è quello di natura più imperiosa ed egoistica, poiché l’orgoglio di un solo uomo esige la sottomissione della moltitudine”
Edward Gibbon, “Declino e caduta dell’impero romano”
“I prìncipi sospettosi promuovono spesso l’ultimo degli uomini nella vana persuasione che chi dipende soltanto dal favore proverà attaccamento soltanto per il suo benefattore”
Edward Gibbon, “Declino e caduta dell’impero romano”
“Il potere può essere conferito dal favore del sovrano ma l’autorità deriva soltanto dalla stima del popolo”
Edward Gibbon, “Declino e caduta dell’impero romano”
“C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”
Henry Ford
“L’uomo ha un solo strumento per misurare l’intelligenza: la propria mente. Perciò pesa tutti usando come riferimento il più grande intelletto a lui noto: il proprio. Quando ripulisci il Mare Nostrum dai pirati nello spazio di una corta estate, in realtà non fai altro che dimostrargli che è fattibile. Ciò che gli stai dimostrando è che può essere fatto. Quindi anche quell’uomo avrebbe potuto farlo, ma non ne ha avuto l’opportunità. L’hai forzato a stare in disparte a guardare te che lo facevi in virtù di una legge speciale. La considerazione che lui in tutti questi anni non ha fatto altro che chiacchierare non è pertinente. Tu gli hai dimostrato che una certa cosa è fattibile. Se costui ammettesse di non poterla eseguire bene come te, dirà in pratica a se stesso che non vale niente, ma non vorrà farlo. Non è una pura vanità, ma una cecità congenita associata a timori che non osa confessare. Io la chiamo vendetta degli dei sugli uomini che sono autenticamente superiori”
Caio Giulio Cesare, parlando a Gneo Pompeo Magno, pagina 550 “Le donne di cesare”, di Colleen McCullough.
“Forse l’assenza totale di ragionamento e di logica può apparire al pubblico come una manifestazione del bene. Gli uomini pensano che il male debba essere ragionato, logico. Il fanatico deve essere una forza del bene mentre l’individuo che pensa sembra distaccato e, di conseguenza, cattivo. Ma non è tutto assurdo?”
Caio Giulio Cesare, pagina 573 “Le donne di cesare”, di Colleen McCullough
“In generale, si chiedono consigli solo per non seguirli o, se si seguono, è per avere qualcuno da rimproverare per averli dati” Athos, ne “I tre moschettieri”, di Alexandre Dumas
“Fidarsi di qualcuno è come tenere dell’acqua nelle mani chiuse a coppa: è facile perderla irrimediabilmente” Ken Follet, ne “Codice a zero”, pag. 256
“Essendo un esperto, Shasa sapeva che il denaro non era nè buono nè cattivo, ma semplicemente amorale. Sapeva che il denaro non ha coscienza, ma contiene il massimo esponenziale di bene e di male che ci sia. Era l’uomo che lo possedeva ad operare la scelta, e quella scelta si chiamava potere”
Wilbur Smith, ne “I fuochi dell’ira”, pp. 121-122
“C’è una lienea sottile fra arte e rifiuti. L’arte, come i rifiuti, non ha fini utilitaristici. Viene creata per esplorare le idee, l’estetica o la filosofia ed è divisa dal mondo proprio per la sua assenza di funzione”
Mark Napier
“Gli uomini veramente generosi sono sempre pronti a diventare misericordiosi quando la disgrazia del loro nemico oltrepassa la loro collera”
A. Dumas, ne “Il Conte di Montecristo”, pag. 704 (ed. SUPERBUR)
“Ma il sonno è una divinità capricciosa e proprio quando lo si invoca, si fa aspettare”
A. Dumas, in “Vent’anni dopo”, pag. 129 (ed. Oscar Mondadori Classici)
“Ma l’immaginazione ha il volo dell’angelo e del lampo: varca i mari dove noi rischiammo di naufragare, le tenebre in cui si perdettero le nostre illusioni, i pregiudizi in cui fu sommersa la nostra felicità”
A. Dumas, in “Vent’anni dopo”, pag. 154 (ed. Oscar Mondadori Classici)
“Un consenso rifiutato senza ragione può essere estorto con diritto”
Stephen Maturin, in “Buon Vento dell’Ovest”, di POB, pag. 194
“Alcune viti crescono nel terreno sbagliato, altre si ammalano prima della vendemmia e altre ancora sono rovinate da un cattivo viticoltore. Non tutta l’uva fa il vino buono.”
Metafora sulle persone, da “La voce del tuono” di Wilbur Smith, pag. 403
“La Storia non esiste. Il passato è solo uno strumento del presente e come tale è raccontato e semplificato per servire gli interessi di oggi” Tiziano Terzani, pag 181 di “Buonanotte sig. Lenin, ed. TEA
“Quando la religione diventa un grande potere all'interno dello Stato, lo Stato di per sé perde potere sui suoi cittadini” A.A. Elchebey, pag. 365 di “Buonanotte sig. Lenin”, ed. TEA
“Io non sono incline all'amicizia: di due amici uno è sempre schiavo dell'altro, benchè sesso né l'uno né l'altro voglia ammetterlo; io non posso essere schiavo, e comandare in tal caso è una fatica estenuante, perchè bisogna ricorrere anche all'inganno” Pecorin, pag. 126 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Io non rivelo mai i miei segreti, ma amo terribilmente che siano gli altri a scoprirli, poiché in tal caso posso sempre smentirne la veridicità.” Pecorin, pag. 130 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Le donne amano soltanto coloro che non conoscono” Pecorin, pag. 137 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Risvegliare verso di me sentimenti di amore e dedizione e anche di paura, non è forse questo il primo segno ed il sommo trionfo del potere? Essere per qualcuno causa di sofferenza e di gioia, senza avere per questo alcun diritto effettivo, non è forse questo il cibo più dolce per il nostro orgoglio? E che cos'è questa felicità? Orgoglio saziato.” Pecorin, pag. 166 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Se potessi considerarmi migliore, più potente di tutti gli esseri al mondo, sarei felice; se tutti mi amassero, potrei trovare in me inesauribili fonti d'amore” Pecorin, pag. 166 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Il male genera il male; la prima sofferenza risveglia l'idea di quanto sia piacevole tormentare gli altri; l'idea del male non può penetrare nella mente dell'uomo senza che egli non senta il desiderio di applicarla.” Pecorin, pag. 166 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Le idee sono creature organiche, ha detto qualcuno, già nascendo prendono una forma, e questa forma è l'azione; chi nella propria mente dà vita ad un maggiore numero di idee, questi più di ogni altro agisce.” Pecorin, pag. 166 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Le passioni non sono altro che idee nella loro prima forma di sviluppo: appartengono alla giovinezza del cuore, ed è sciocco colui che crede di poter essere tormentato a causa loro per tutta la vita; molti placidi fiumi hanno origine da fragorose cascate, ma nessuno corre a precipizio e spumeggia fino al mare. Ma questa calma è spesso indizio di grande forza, sebbene nascosta; la pienezza e la profondità dei pensieri non ammette profondi impeti.” Pecorin, pag. 166 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“L'anima, godendo e soffrendo, si rende perfettamente conto di tutto e si persuade di ciò che deve essere; l'anima sa che, senza tempeste, l'incessante calura del sole finirebbe per inaridirla; essa si compenetra della sua propria vita, accarezza e punisce se stessa come il bimbo prediletto.” Pecorin, pag. 166 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Come tutti i ragazzi, egli ha la pretesa di essere anziano, crede che sul suo volto le profonde tracce delle passioni possano supplire i segni del tempo.” Pecorin, pag. 179 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Amo i nemici, sebbene non in modo cristiano. Essi mi procurano dello svago, mi agitano il sangue. Stare sempre in guardia, afferrare ogni sguardo, il significato di ogni parola, indovinare le intenzioni, mandare all'aria i complotti, fingersi ingannato e poi d'un colpo rovesciare tutto l'immenso e complicato edificio di astuzie e trame, ecco ciò che io chiamo vivere.” Pecorin, pag. 181 di “Un Eroe del nostro tempo”, di M. Lermontov, ed Ottocento de La Repubblica
“Le opere di artisti e letterati hanno vita più lunga delle gesta di soldati, di statisti e mercanti. I poeti e i filosofi vanno più in là degli storici. Ma i santi e i profeti valgono più di tutti gli altri messi assieme” Toynbee (letto in “Lettere contro la guerra, di Tiziano Terzani, pag. 49)
“La verità è una giovinetta tanto bella quanto pudica e perciò va sempre avvolta nel suo mantello” Saint-Savin, pag. 112 de “L'isola del giorno dopo”, Umberto Eco
“Il vero è tanto più gradito quanto sia ispido di difficoltà, e più stimata è la rivelazione che assai ci sia costata” Saint-Savin, pag. 113 de “L'isola del giorno dopo”, Umberto Eco
“La presenza sminuisce la fama, mentre la lontanazna l'accresce: le qualità perdono lucentezza se si toccano troppo, mentre la fantasia giunge più lontano della vista” Saint-Savin, pag. 117 de “L'isola del giorno dopo”, Umberto Eco
“L'assenza è all'amore come il vento al fuoco: spegne il piccolo, fa avvampare il grande.” Umberto Eco, pag. 340 de “L'isola del giorno dopo”
“Non ho mai conosciuto una persona che ammettesse di essere ricca o di stare dormendo: forse chi è povero o sta sveglio ha un qualche grande vantaggio di ordine morale? Perchè mai sarà così?”
Stephen Maturin, in “Primo Comando”, di POB, pag. 161 ed TEA
“So ben poco di matematica o di legge; ma i pochi matematici e avvocati che ho conosciuto mi hanno dato l'impressione di condividere una simile aridità in proporzione diretta al loro livello di eminenza; forse per il fatto che a loro basta un ordine delle cose limitato o, nel caso degli avvocati, del tutto artificiale”
Stephen Maturin, in “Buon vento dell'Ovest”, di POB, pag. 184 ed TEA
“Si resiste a star soli finchè qualcuno soffre di non averci con sé, mentre la vera solitudine è una cella intollerabile”
Cesare Pavese, pag. 99 “Prima che il gallo canti”, ed. Oscar Mondatori
“Nulla è volgare di per sé, ma siamo noi che facciamo la volgarità secondo che parliamo o pensiamo”
Cesare Pavese, pag. 39 “La spiaggia”, ed. Einaudi
“Non so più dove cacciare gli occhi per trovare un me stesso che sia un po' meno misero”
Cesare Pavese, pag. 39 “Vita attraverso le lettere”, ed. Einaudi
“Per vivere bisogna aver forza e capire, scegliere”
Cesare Pavese, pag. 39 “Vita attraverso le lettere”, ed. Einaudi
“No, secondo me, l'arte vuole un tal lungo travaglio e maceramento dello spirito, un tale incessante calvario di tentativi che per lo piu falliscono, prima di giungere al capolavoro, che si potrebbe piuttosto classificarla tra le attività anti-naturali dell'uomo.
Sana è in se l'opera d'arte veramente buona, poiche, opera d'arte essendo soltanto una costruzione organica, dove palpiti la vita, una vita, qualunque essa sia, come quella di piante e pietre, la sanità, cioè la perfetta rispondenza e attività delle sue diverse parti, ne è l'indispensabile condizione; ma non affatto per questa ragione han da essere ugualmente sani il contenuto dell'opera e l'anima del creatore.
Che anzi, se quest'anima non si è contorta e stravolta e dissanguata, se non è passata per una serie lunghissima di esperienze e queste ripetute fino all'assorbimento intero da parte sua, se non si è insomma ridotta per le fatiche e l'abuso di atteggiamenti particolari ad un aspetto fuori d'ogni comune e privo di quel gretto ottimismo che porta con se la naturale sanità, quest'anima non varrà mai a comporre un capolavoro.
E ripeto, soltanto e appunto per queste condizioni anti. umane, o forse sopra-umane, e per un lungo tormento di tentativi falliti lo spirito può giungere a dare quei suoi frutti risentiti e miracolosi, quelle nuove creature che sono sulla terra come tanti altri esseri viventi.
Per questo l'arte è la piu alta delle attività e porta l'uomo piu di ogni altra cosa vicino alla divinità: permette di creare esseri vivi.”
Cesare Pavese, pag. 34 “Vita attraverso le lettere”, ed. Einaudi
“E' triste, è triste: vai a sapere che cosa sono e cosa sarò”
Cesare Pavese, pag. 41 “Vita attraverso le lettere”, ed. Einaudi
“Con qualunque persona io parli, insomma, ho bisogno di farmi una faccia speciale adatta a una qualche particolare debolezza di detta persona, con evidente pregiudizio di quella che potrebbe essere la mia faccia vera.
Sono così anche riuscito a non saper più quale sia qusta mia faccia. Che magari non c'è neanche.”
Cesare Pavese, pag. 61 “Vita attraverso le lettere”, ed. Einaudi
“La paura di innamorarsi non è forse già un po' d'amore?”
Cesare Pavese, pag. 88 “Vita attraverso le lettere”, ed. Einaudi
“La vita non è forse più bella perchè da un momento all'altro si può perderla?
Cesare Pavese, pag. 39 “Vita attraverso le lettere”, ed. Einaudi
“C'è qualcosa di più assurdo dell'amore? Se lo godiamo fino all'ultimo, subito ce ne stanchiamo, disgustiamo; se lo teniamo alto per ricordarlo senza rimorsi, un giorno rimpiangeremo la nostra sciocchezza e viltà di non aver osato”
Cesare Pavese, pag. 107 “Vita attraverso le lettere”, ed. Einaudi
“Non va bene esagerare in beneficenza, perchè ad un certo punto non si guadagna più che l'odio del beneficiato”
Cesare Pavese, “Vita attraverso le lettere”, ed. Einaudi
“La vera confidenza è sapere quel che desidera un altro, e quando piacciono le stesse cose una persona non dà più soggezione”
Cesare Pavese, pag. 42 “La bella estate”, ed. Oscar Mondadori
“E' bello svegliarsi e non farsi illusioni. Ci si sente liberi e responsabili. Una forza tremenda è in noi, la libertà. Si può toccare l'innocenza. Si è disposti a soffrire”
Cesare Pavese, pag. 120 “La bella estate”, ed. Oscar Mondadori
“Non c'è niente che sappia di morte più del sole d'estate, della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco, e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è morte...”
Cesare Pavese, pag. 130 “La bella estate”, ed. Oscar Mondadori
“Pieretto diceva che la vecchia pretesa di trovare intatta la donna era un residuo dello stesso gusto -la sciocca mania di arrivare primo. Diceva che il gusto dell'intatto e del selvaggio era il gusto di spargere il sangue. “Si fa all'amore per ferire, per spargere sangue. Il borghese che si sposa e pretende una vergine, vuole cavarsi anche lui questa voglia”.”
Cesare Pavese, pag. 134-135 “La bella estate”, ed. Oscar Mondadori
“Non sai che quello che ti tocca una volta si ripete? Che come si è reagito una volta, si reagisce sempre? Non è mica per caso che ti metti nei guai. Poi ci ricaschi. Si chiama il destino.”
Pieretto, pag. 145 “La bella estate”, ed. Oscar Mondadori
“Un padre va sempre aiutato. Bisogna insegnargli che la vita è difficile. Se poi, com'è giusto, tu arrivi dove lui voleva, devi convincerlo che aveva torto e che l'hai fatto per il suo bene.”
Pieretto, pag. 158 “La bella estate”, ed. Oscar Mondadori
“Quanto più in fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere”
Gibran, “Il Profeta” pag. 47 (ed. Euroclub)
“Come la foglia non ingiallisce senza che tutta la pianta ne sia la complice muta, così il malvagio non potrà nuocere se non col volere nascosto di tutti”
Gibran, “Il Profeta” pag. 59 (ed. Euroclub)
“Vi ho veduto: adoravate, prostrati, la vostra libertà, come gli schiavi si umiliano, lodando il tiranno che li uccide. Per il più libero di voi la libertà non era che prigione. Sarete liberi soltanto quando imbriglierete il vostro desiderio di libertà, cessando un fine e un compimento”
Gibran, “Il Profeta” pag. 67 (ed. Euroclub)
“Se un'ombra si dilegua, la lice che si accende diventa un'ombra per un'altra luce. Così se la vostra libertà spezza le catene, essa diventa la catena di una libertà più grande”
Gibran, “Il Profeta” pag. 69 (ed. Euroclub)
“La ragione e la passione sono il timone e la vela di quel navigante che è l'anima vostra”
Gibran, “Il Profeta” pag. 71 (ed. Euroclub)
“La vostra anima esalti la ragione fino alla passione, affinchè essa canti, e con la ragione diriga la passione, affinchè questa viva in resurrezione quotidiana, e sorga come la fenice dalle ceneri”
Gibran, “Il Profeta” pag. 71 (ed. Euroclub)
“Il rammarico è la nebbia della mente, e non il suo castigo. Ma se il rammarico li conforta, si confortino pure”
Gibran, “Il Profeta” pag. 97 (ed. Euroclub)
“Chi portò la sua moralità come l'abito più bello, meglio sarebbe se se ne andasse nudo”
Gibran, “Il Profeta” pag. 105 (ed. Euroclub)
“Gli uomini di genio sono incapaci di studiare in gioventù perchè sentono inconsciamente che bisogna imparare tutto in modo diverso da come lo impara la massa”
Tolstoj
“La storia è una scienza che non ammette esperimenti e controprove, ma non deve rinunciare ad arricchire l’orizzonte dell’osservatore, inchiodato sull’accaduto, con l’ipotesi di quello che sarebbe potuto accadere, se essa ci illumina sulle dinamiche e sui caratteri in gioco”
Aldo Schiavone, pag 187 “La Storia spezzata”, ed Laterza economica
“Non c’è rimedio, chi ne sa più degli altri non vuol essere strumento materiale nelle loro mani, e quando entra negli affari altrui, vuol anche fargli andare un po’ a modo suo”
Manzoni, capitolo XXVII, paragrafo 8 de “I promessi sposi”
“Ma cos’è la storia senza la politica? Una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la strada, e per conseguenza butta via i suoi passi; come la politica senza la storia è uno che cammina senza guida”
Don Ferrante, capitolo XXVII de “I promessi sposi”
"La vendetta è un atto che si desidera compiere quando si è impotenti e perchè si è impotenti: non appena il senso di impotenza viene meno, svanisce anche il desiderio di vendetta"
George Orwell, "La vendetta è amara" (pag. 1600 di "Romanzi e saggi", I Meridiani)
"I filosofi, gli scrittori, gli artisti, persino gli scienziati, non hanno solo bisogno di incoraggiamento e di un pubblico: hanno anche bisogno del costante stimolo degli altri. E' quasi impossibile pensare senza parlare.[...] Se si elimina la libertà di parola, le facoltà creative inaridiscono"
George Orwell, "Come mi pare [22]" (pag. 1554 di "Romanzi e saggi", I Meridiani)
"La logica è legata a questa condizione: supporre che si diano casi identici, perché senza costanti l'uomo non può sopravvivere”
Nietzsche
"Sull'origine della logica: caos originario delle rappresentazioni. Le rappresentazioni compatibili tra loro rimasero, la maggioranza di loro andò in rovina e va in rovina”
Nietzsche
"L'intero apparato della coscienza è un apparato per astrarre e semplificare - non orientato verso la conoscenza, ma verso il dominio delle cose”
Nietzsche
"E' impossibile che il nostro conoscere possa andare al di là dello stretto necessario per la conservazione della vita. La morfologia ci mostra che i sensi, i nervi, nonché il cervello si sviluppano proporzionalmente alla difficoltà di nutrirsi.”
Nietzsche
"La conoscenza esiste nella misura in cui è utile. Non c'è dubbio, infatti, che tutte le percezioni di senso sono impegnate in giudizi di valore: utile e dannoso, quindi piacevole e spiacevole"
Nietzsche
"Cos'è la verità? Inerzia, l'ipotesi che ci soddisfa, minima spesa di forza mentale".
Nietzsche
"La collera aspira a punire e le piace più d'attribuire i mali a una perversità umana, contro cui possa far le sue vendette, che di riconoscerli da una causa con la quale non ci sia altro da fare che rassegnarsi."
Alessandro Manzoni, "I promessi sposi"
“La difficoltà di commettere suicidio sta in questo: è un atto di ambizione che si può commettere solo quando si sia superata ogni ambizione”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 16-1-1938
“Consolante pensiero: non contano le azioni che facciamo, ma l’animo con cui le facciamo. Cioè: soffrano pure gli altri, tanto non c’è altro al mondo che sofferenza. Il problema è solo come portare una coscienza pura. E questa sarebbe la morale”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 26-1-1938
“Vendicarsi di un torto ricevuto è togliersi il conforto di gridare all’ingiustizia”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 5-3-1938
“Perché – quando si è sbagliato – si dice “un’altra volta saprò come fare” quando si dovrebbe dire “un’altra volta so già come farò?””
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 25-4-1938
“In fondo, l’unica ragione per cui si pensa sempre al proprio io, è che col nostro io dobbiamo stare più continuatamene che con chiunque altro”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 26-5-1938
“L’uomo d’azione non è l’ignorante che si butta allo sbaraglio dimenticandosi, ma l’uomo che ritrova nella pratica le cose che sa”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 3-10-1938
“Sciocco addolorarsi per la perdita di una compagnia: quella persona potevamo non incontrarla mai, quindi possiamo farne a meno”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 13-10-1938
“La letteratura è una difesa contro le offese della vita. Le dice: “Tu non mi fai fesso: so come ti comporti, ti seguo e ti prevedo, godo anzi a vederti fare e ti rubo il segreto componendoti in scaltrite costruzioni che arrestano il tuo flusso.””
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 10-10-1938
“La cosa più banale, scoperta in noi diventa interessantissima. Nasce da ciò, che non è più un’astratta cosa banale, ma un inaudito miscuglio di realtà e di nostra essenza”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 29-1-1939
“Per libertario che sia un giovane, cerca sempre di modellarsi su di uno schema astratto, quale in sostanza deduce dall’esempio del mondo. E un uomo, per conservatore che sia, fa consistere il suo valore della deviazione individuale da quel modello.”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 5-3-1939
“Gli anacoreti si maltrattavano a quel modo, per farsi scusare presso la gente comune la beatitudine che avrebbero goduto in cielo”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 27-7-1940
“Riesce a compiere una certa opera soltanto chi valga più di quest’opera”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 14-8-1940
“La vera genialità non è conquistare una donna già desiderata da tutti, ma scovarne una preziosa in un essere ignoto”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 7-10-1940
“Le lingue, dove c’è nazione, sono patrimonio pubblico amministrato dagli eloquenti; e dove non è, si rimangono patrimonio di letterati; e gli autori di libri scrivono solo per autori di libri”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 30-12-1940, citazione di Foscolo
“Una decisione, un atto, sono infallibili presagi di ciò che faremo un’altra volta, non per qualche mistica ragione astrologica, ma perché escono da un automatismo che si riprodurrà.”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 4-4-1941
“Nessuna donna fa un matrimonio d’interesse: tutte hanno l’accortezza, prima di sposare un milionario, di innamorarsene”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 14-4-1941
“Viene un giorno che per chi ci ha perseguitato proviamo soltanto indifferenza, stanchezza della sua stupidità. Allora perdoniamo.”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 6-9-1942
“Raccontare le cose incredibili come fossero reali – sistema antico; raccontare le reali come fossero incredibili – moderno.”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 11-10-1943
“Aspettare è ancora un’occupazione. E’ non aspettar niente che è terribile”
Cesare Pavese, “Il mestiere di vivere” 15-9-1946