Troy Bayliss

pilota motociclistico australiano

Troy Andrew Bayliss (1969 – vivente), pilota motociclistico australiano.

Troy Bayliss (2006)

Citazioni di Troy Bayliss

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  Citazioni in ordine temporale.

  • [...] mi sono sempre sentito più a mio agio nel mondo delle Superbike. [...] la cosa bella è anche quella di correre con moto che sono praticamente le stesse che ognuno può comprare e guidare per strada.[1]
  • [Dopo il ritiro, «continuerà a guardare la Superbike?»] Metterò la tv in spiaggia e con la gamba che penzolerà fuori dalla sedia. E forse piangerò.[2]
  • [Sulla scelta del numero di gara] Davide Tardozzi, nel 2000 alla prima gara nel mondiale Superbike a Sugo, mi domandò quale numero volessi. Risposi che mi era indifferente. E lui: "Ti do il 21", un numero con il quale aveva corso anche lui. E da allora ha sempre avuto il 21.[3]
  • [Sull'incidente occorsogli al Gran Premio di superbike d'Europa 2007 e conseguente amputazione del mignolo] Non è ricresciuto [scherza, ndr]. Non mi ero accorto di niente, perché avevo un forte dolore all'inguine. Poi un ragazzo inglese mi chiamò: "Bayliss, mi regali il tuo guanto?" Quando l'ho sfilato mi sono accorto che c'era qualcosa che non andava e che dovevo andare al centro medico. [...] Decidemmo di tagliare il dito anche perché non c'era molto da fare... La cosa buffa è che sei settimane dopo, a Silverstone, lo stesso ragazzo entrò nel mio box su una sedia a rotelle, con una gamba rotta, chiedendomi di autografargli il guanto. E io sorrisi perché io avevo perso un dito, ma quel piccolo bastardo si era rotto una gamba [ride, ndr].[3]
  • Australia, Regno Unito e Italia [...] sono posti in cui puoi veramente sentire la folla. A Brands Hatch il rumore della gente supera quello del motore, senza dimenticare però Monza e Imola. A Imola e Monza c'era qualcosa di unico dato che sembra di correre in mezzo a un parco, quindi anche per questo sono diversi dagli altri posti. L'atmosfera che si respirava era pazzesca ed è molto difficile spiegare quanto fosse bello.[4]
  • Un altro campionato sarebbe stato bello, ma siamo sinceri: tre o quattro titoli mondiali, che differenza fa? F*****o [...] mi piaceva vincere le gare. Vincere il campionato era un bonus. Con un solo titolo mondiale, sarei stato felice ugualmente. Ma ho vinto tre titoli ed è davvero fantastico.[5]

motoblog.it, 11 febbraio 2009.

  • Portimao è una grande pista, molto impegnativa visti i numerosi scollinamenti e curve cieche. A tutti i piloti piace girarci ed una volta memorizzato è molto divertente.
  • Phillip Island è un posto speciale per me [...], dato che ho iniziato la mia carriera su questo circuito. [...] la superficie non è perfetta soprattutto in alcuni punti dove ci sono delle piccole buche e malgrado sia stata riasfaltata più volte tornano sempre fuori. Ma a parte queste piccole cose rimane sempre un gran bel posto per girare e molti piloti europei adorano andare li. Per girare forte non ci sono dei veri e propri segreti, bisogna solo andare e conoscere bene il circuito.
  • [...] molti piloti usano poco o nulla il freno posteriore, mentre io l'ho sempre usato tantissimo, soprattutto a centro curva e nelle uscite. Infatti molto spesso avevo bisogno di pasticche posteriori maggiorate, per l'uso intensivo che ne ho sempre fatto. Anche perché puoi usare il freno posteriore quanto vuoi, ma non riuscirai mai solo con quello a fermare le potenze delle attuali moto da corsa, quindi è solo una tecnica per bilanciare la moto e correggere le traiettoria.
  • [«Cosa consiglieresti a chi vuole approcciare il mondo delle corse?»] Cercatevi un altro lavoro! [ride, ndr] È davvero un percorso lungo e difficile, in cui devi costantemente credere in te stesso ed andare avanti anche nei momenti meno entusiasmanti. Devi essere convinto ogni giorno al 100% che è quello che vuoi fare, altrimenti ci si arrende facilmente. Non ci si può mai rilassare troppo, ci deve essere molta costanza soprattutto a livello mentale. È davvero molto dura, anche se a volte non sembra, ma alla fine è un gran bel lavoro. Guidare le moto più belle e veloci del mondo non è poi così male.

Da un'intervista a worldsbk.com; citato in Manuele Cecconi, motoblog.it, 21 marzo 2020.

  • Penso che la mia passione per le corse sia nata quando ero davvero piccolo dato che ho iniziato a guidare a soli cinque anni e ho sempre avuto la moto nel cuore. Ricordo di aver assistito alla mia prima gara in tv all'età di 11 o 12 anni e ho bene in mente Graeme Crosby e le sue impennate sulla linea del traguardo. È stata la prima persona che ho visto in televisione, era un tipo figo.
  • La maggior parte della mia carriera l'ho trascorsa in Ducati: un sacco di italiani e anche gli europei amano questa scuderia. Quando ho conquistato ottimi risultati con Ducati sono diventato abbastanza famoso. Penso di essere stato molto fortunato a poter correre con questa Casa, si tratta di un ottimo marchio: è stato davvero un bel connubio. Penso di essere un ambasciatore fedele. Quando [...] vado in Italia in molti si ricordano di me e tutti mi fanno sentire il loro calore.
  • Penso di poter dire che i miei ricordi migliori sono legati al 2006 che per me è stata una stagione davvero positiva: abbiamo vinto il Campionato del Mondo Superbike e a Valencia abbiamo portato a casa anche la gara della MotoGP. È stata abbastanza particolare, come una sorta di mini GP, ed è arrivata al termine di un'annata pazza ma bellissima! Non ho mai pensato di vincere in MotoGP ma è successo. È stato speciale, una vera ciliegina sulla torta!

Da un'intervista a worldsbk.com; citato in Nicolas Patrini, motociclismo.it, 5 marzo 2021.

  • [«Parlaci dell'approdo in WorldSBK, nel 2000»] Il mio arrivo è avvenuto un po' a sorpresa, ma alla fine era il traguardo che volevo raggiungere. Quando Carl [Fogarty] ha avuto quell'incidente stavo guidando bene e avevo appena vinto, nel 1999, il titolo britannico. Poi nel 2000 mi ero spostato in America per correre con la Ducati Vance e Hines. Pensavo che mi ci sarebbe voluto un altro anno, o forse due, prima di arrivare in WorldSBK. La prima gara in programma a Sugo per me è stata un disastro, dato che sono caduto in entrambe le occasioni. Ho pensato "non avrò più l'opportunità di correrci di nuovo e dopo essere caduto due volte non mi vorranno di certo in Superbike". Invece le cose sono andate diversamente e ho disputato una buona gara a Monza; abbiamo trovato l'accordo e sono rimasto nel Campionato del Mondo.
  • Haga era come un cane con l'osso e per la maggior parte del tempo mi è stato a mezzo centimetro dalla ruota posteriore.
  • [Sul Gran Premio di superbike di Imola 2002] Nel 2002 a Imola ho chiuso secondo alle spalle di Colin [Edwards], ma la gente non si dimenticherà mai di quella gara, è entrata nei libri di storia. È stato davvero un week end bellissimo per il Campionato e uno show fantastico per tutti gli appassionati. Penso che in Ducati fossero più delusi di me per il fatto che io non abbia vinto il titolo. Sapevo che a Imola sarebbe stata difficile, dato che Honda aveva già svolto dei test su quella pista ed era pronta ad andare forte ed essere competitiva dal via della stagione. Ci sono state delle volte in cui ho provato a rallentare un po' il passo, ma poi Colin mi avrebbe superato per aumentare di nuovo il ritmo gara. All'ultimo giro di Gara 2 mi sono preso un bello spavento, sapevo che sarebbe stata davvero dura. In pratica Colin aveva in tasca il mondiale.

Citazioni su Troy Bayliss

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  • A me piace Troy Bayliss. [...] è un pilota vero ed è difficilissimo batterlo. È un duro e quando riesci a stargli davanti vuol dire che hai fatto davvero qualcosa di grande. Stare in bagarre con lui è uno spettacolo. Lui non passa mai nello stesso posto. Inventa sempre qualcosa di nuovo ed è impossibile studiarlo e capire cosa ha in mente. Se gli vuoi stare davanti devi attaccarlo e dare il meglio di te. Inoltre è anche grazie a lui che il mondo della SBK è cresciuto così tanto. (Rubén Xaus)
  • [Sull'incidente occorso a Bayliss al Gran Premio di superbike d'Europa 2007, «hai vissuto in prima persona la storia del mignolo?»] Ah certo, ero lì. Però tutti parlano del dito e nessuno dice la verità su un'altra cosa. Lui cascando finì sulla forcella con il... Dai, come si può dire? Con l'apparato uro-genitale, ecco. E se l'è tranciato, se l'è aperto! È volato via con l'appartato uro-genitale strappato, ci vollero 27 punti per suturarlo. Poi la storia che ha fatto leggenda chiaramente è stata quella del ragazzino a cui lui ha regalato il guanto, che è andato dalla mamma a farglielo vedere e ci ha trovato un pezzo di dito dentro, sono svenuti tutti. È scoppiato il delirio! Quando gli hanno portato il guanto nel ghiaccio con il pezzo di dito, gli hanno proposto di tentare di ricucirlo. Ma avrebbe dovuto stare due mesi fermo affinché tendine, vasi e nervi trovassero la giusta irrorazione sanguigna... Lui chiese che sarebbe successo se glielo avessero tagliato, e appena ha capito che avrebbe potuto correre non ci ha pensato più. Dopo quattro giorni è risalito in sella. Ma il problema è stato costruire una sorta di pacchetto in carbonio in cui metterci gli attributi, perché la vera ferita era lì! [ride, ndr]. Capito? È stato un eroe a salire in sella dopo quattro giorni... ma il dito? Gli importava un fico secco del dito. Aveva una brutta ferita lì sotto che secondo me gli faceva un male terribile. Si è tranciato la domenica e venerdì è salito in sella. (Giovanni Di Pillo)
  • Con Troy abbiamo corso insieme per qualche anno e ci tengo a precisare la profonda stima che ho nei riguardi di Troy, come pilota e come uomo. Infatti per me Troy è uno dei piloti più forti che ho avuto il piacere di incontrare nella mia carriera e al di là della moto che nel 2008 ha cavalcato [Biaggi accusò Ducati di avere "tolto giri" alla sua moto, onde favorire l'australiano e compagno di marca nella corsa al titolo], sono sicuro che avrebbe comunque vinto quel campionato. In sella ci battiamo tutti per la vittoria e nessuno vuole arrivare secondo, ma nel cuore di ognuno di noi c'è la consapevolezza del valore di un grande avversario. Quando sei in pista cerchi di annientarlo, quando smetti di correre ti manca! (Max Biaggi)
  • L'ho inventato io Troy Bayliss! [ride, ndr]. È stato un passaggio epocale, venivamo da una vecchia scuola di piloti che odiavano i giornalisti. Piloti veri, duri e puri come Fogarty, Chili, Falappa, Pirovano... Amavano correre e confrontarsi in pista, non certo le interviste. [...] Quando è arrivata la nuova generazione sono cambiate le cose. Gente come Bayliss o Ben Bostrom, simpaticissimo! O Ruben Xaus, un amico. Ma Bayliss... Arrivavo in pista, c'erano le prove e lui fermava il briefing con gli ingegneri per venirmi a salutare. Un altro pianeta rispetto alla vecchia scuola. (Giovanni Di Pillo)
  • Se devo dire chi tra i miei avversari è stato il più duro da battere allora la risposta è Troy. Se mi fossi trovato in una lotta all'ultimo giro con chiunque altro che non fosse Troy Bayliss sarei stato abbastanza convinto di batterlo. Ma quando avevo contro di me Troy, dovevo fare assolutamente tutto giusto per riuscire a batterlo. All'ultimo giro la concentrazione di Troy era superiore a quella di tutti gli altri. (James Toseland)
  • Troy Bayliss avrà sempre successo perché non gli importa: si diverte. Troy è forte mentalmente. (Neil Hodgson)
  • A un pilota di quel valore devi perdonare tutto, perché se vince molto è perché ha dato tanto. Alla fine devi fare un bilancio non su quello che avrebbe potuto fare, ma su quello che ha fatto, perché quello che ha fatto è già molto più di quello che avrebbero potuto fare tanti altri.
  • Con Troy, al di là dei Mondiali in Superbike, non c'è dubbio che la gara della MotoGP a Valencia, nel 2006, fu una rivincita per tutti. [...] Lui aveva appena vinto il mondiale Superbike, Sete Gibernau non poteva correre e chiesero a Troy di sostituirlo, sebbene non conoscesse le gomme Bridgestone e non guidasse una MotoGP da un anno. Troy pretese che al suo seguito ci fossimo io, Paolo Ciabatti e quello che allora era il suo ingegnere di pista in Superbike, Ernesto Marinelli. Si cominciò con calma il venerdì, poi in qualifica firmò il miglior tempo e a tre minuti dalla fine lo sorpassò soltanto Valentino Rossi. Chiaramente a quel punto cominciarono a crescere le aspettative. C'è chi, grande tifoso di Troy, in una botta di follia scommise sulla sua vittoria per fare una goliardata. Guadagnò poi una valanga di soldi...
  • Se non ci fosse stato, Troy lo avremmo dovuto inventare. [«Perché?»] Troy è un personaggio molto molto genuino, da campionato italiano di vent'anni fa. Mi ricordo ancora una cosa che mi disse nel primo anno in cui frequentava il paddock della MotoGP. Quando entrò, andò a salutare delle persone "comuni" che lavoravano nel paddock, e vide che queste persone si sorprendevano. Così mi domandò: "Perché si sorprendono se li vado a salutare?". Questa è la sua umiltà, come una persona che pensa: "Io sono una persona come te, soltanto che io faccio il pilota e tu un altro mestiere, ma dov'è il problema?". Lui è così, una persona modesta e umile. Lo è sempre stato e sempre lo sarà.
  • Troy è l'uomo che parla con la gente, che va oltre il dolore, che vince quando non si può, che fa la star ma anche l'amico di famiglia. È il simbolo della Superbike che non è fatta di star ma di uomini.
  • Troy è un pazzo scatenato. Alle 5 del mattino, a Montecarlo, quando il mare era piatto, guidava la sua Cigarette nel porto nuovo perché voleva fare il record di velocità. E Loris Capirossi, che abitava proprio lì sul mare, si arrabbiava perché ogni volta veniva svegliato da quei rumori, e soltanto con il tempo ha capito di chi si trattava...
  • Troy gettava il cuore oltre l'ostacolo, questo mi piaceva: dare il 100% per lui non era assolutamente sufficiente.
  1. Da Andrea Tessieri, Intervista a Troy Bayliss: la sua storia in Ducati, cuoredesmo.com, 30 giugno 2008.
  2. Dall'intervista di Paolo Gozzi, Bayliss «Vinco il Mondiale e piango in spiaggia», La Gazzetta dello Sport, 20 settembre 2008.
  3. a b Da una diretta sul profilo ufficiale instagram.com di Ducati; citato in Fiammetta La Guidara, Bayliss: "Sono curioso di vedere come andrà Redding", motosprint.corrieredellosport.it, 24 aprile 2020.
  4. Da un'intervista a worldsbk.com; citato in Marco Pezzoni, SBK, Bayliss: "Oli? Sono nervoso come un papà normale", motosprint.corrieredellosport.it, 7 marzo 2021.
  5. Da un'intervista a speedweek.com; citato in Matteo Senatore, Bayliss e il duello con Edwards: "Assen, che rabbia", formulapassion.it, 10 aprile 2021.

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