Tory Burch
stilista, imprenditrice e filantropa statunitense
Tory Burch, nata Robinson (1966 – vivente), stilista, imprenditrice e filantropa statunitense.
Citazioni di Tory Burch
modifica- [«Come definiresti la tua estetica?»] Ho sempre avuto il mio modo, molto personale, di vestire. Al liceo aggiungevo patch e gagliardetti all'uniforme scolastica. E i miei amici del college chiamavano amorevolmente il mio stile personale con l'acronimo di "prock", un po' preppy e un po' rock. Mi è sempre molto piaciuto il concetto di reinvenzione.[1]
- [Nel 2009] Oggi le donne vogliono qualcosa di bello e originale ma che duri nel tempo, non necessariamente legato a un'effimera tendenza di stagione [...] la moda oggi è una sorta di bene-rifugio o se vogliamo un investimento che lascia però spazio alla creatività individuale.[2]
- Penso che la grazia sia il modo in cui trattiamo le persone. I miei genitori mi hanno sempre insegnato che bisogna essere gentili con chiunque. Mi è sempre piaciuta l'espressione "grace under pressure", mantenere la compostezza anche sotto pressione. Capiamo come sono le persone, chi sono, quando le cose non vanno per il meglio. In quelle situazioni spero anch'io di essere comunque equilibrata e gentile con gli altri.[3]
- Uno dei miei talenti è circondarmi di persone di talento![3]
Intervista di Valeria Vantaggi, vanityfair.it, 25 marzo 2015.
- Io sono sempre stata un ragazzaccio: passavo tutto il mio tempo a giocare all'aperto con i miei tre fratelli, ma i miei genitori hanno avuto un impeccabile fair play, mi lasciavano fare. Mio padre era un uomo molto elegante, attentissimo ai dettagli, tanto che ci teneva a disegnarsi i suoi abiti. E mia madre è, ad oggi, la donna più naturalmente chic che io abbia mai conosciuto. Loro hanno viaggiato per il mondo intero e hanno cresciuto me e i miei fratelli con una spiccata voglia di girovagare, spingendoci sempre verso nuove scoperte. Io, a mia volta, spero di essere in grado di trasmettere questa curiosità ai miei ragazzi.
- [...] facevo pr e marketing per diversi stilisti americani, come Ralph Lauren, Vera Wang e Narciso Rodriquez. A un certo punto avevo bisogno di un break: dovevo chiamarmi fuori per stare con i miei figli. Ed è stato proprio in quel periodo che ho cominciato a pensare sul serio a un'azienda tutta nostra, che producesse cose belle, di buona qualità sì, ma senza prezzi alle stelle. È stato un lavoro davvero allucinante, una fatica improba, molto più difficile di come me l'ero immaginato. Abbiamo iniziato nel 2004, con un negozio in zona Nolita, a New York, e abbiamo venduto praticamente tutto il nostro inventario in un solo giorno. Una buona partenza...
- [«Una sua qualità che l'ha aiutata ad avere successo?»] La pazienza. Mi aiuta a concentrarmi, a mettere a fuoco e credo che aiuti anche il mio team. [...] siamo stati pazienti nella costruzione del brand: non abbiamo avuto paura di dire anche dei "no" a quelle che sembravano opportunità che non si sarebbero mai più ripresentate. Abbiamo rispettato i nostri tempi e abbiamo aspettato il momento giusto per entrare bene nelle nuove dinamiche di mercato. Non ci siamo mai accontentati. Per esempio: o la location dove aprire i nostri negozi era propria quella giusta oppure niente, non se ne faceva nulla, senza ansia né fretta.
- [«Ci sono molte fashion week, quali sono le caratteristiche più connotanti di ciascuna?»] Mi piace il fatto che ogni città abbia il suo carattere, che riesca a mantenere la sua personalità, pur essendo ormai, comunque, tutti connessi. Londra ha il suo incredibile sense of humor e mantiene una grande libertà di espressione; New York continua a rafforzare la sua tradizione sportwear, che noi cerchiamo di portare avanti. Milano mi affascina per la sua laboriosità, per i suoi sarti, per la sua capacità di coltivare il lusso, senza però mai perdere il senso artistico. E Parigi è là, dove alta moda e prêt-à-porter hanno avuto il loro inizio. Ora è tutto più mescolato: vediamo stilisti che sono nati in una città, che hanno studiato in un'altra e hanno poi trovato successo in un'altra ancora. [...] Le cose, insomma, si stanno mischiando e questo, a mio parere, è un bene: crea modi espressivi sempre più interessanti...
- Le donne imprenditrici sono un grandissimo investimento per la società: quando hanno successo, ne beneficiano le loro famiglie, ne beneficia la loro comunità e anche tutta la nostra economia.
Note
modifica- ↑ Dall'intervista di Giampietro Baudo, Il mondo di Tory Burch, lofficielitalia.com, 20 marzo 2020.
- ↑ Dall'intervista di Enrico Maria Albamonte, Tory Burch, la signora della moda che odia l'effimero, espresso.repubblica.it, 19 febbraio 2009.
- ↑ a b Dall'intervista di Tamu McPherson, Tory Burch: grazia e equilibrio, grazia.it, 3 aprile 2012.
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