Tim Powers

scrittore statunitense

Timothy Thomas Powers (1952 – vivente), scrittore statunitense.

Tim Powers nel 2005

Citazioni di Tim Powers

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  • Ho desiderato diventare uno scrittore dalla prima volta che ho letto un libro. Ricordo che era un libro per bambini, Timothy la Tartaruga, e mi sono detto che scrivere era la cosa più bella che una persona potesse fare! Poi, a quindici anni, la rivista Fantasy & SF pubblicò un editoriale nel quale si spiegava come fare per proporre un racconto. Ne scrissi subito uno e lo inviai... Ovviamente fu respinto. Però non ci rimasi male, in fondo anche Hemingway si era visto rifiutare alcuni dei suoi lavori! Quindi, da allora, non ho più smesso.
  • Penso che sia cruciale evocare immagini. Nella fantascienza e nella fantasy... o in qualsiasi altro tipo di fiction, il lettore deve essere indotto a credere che quegli eventi immaginari stiano realmente accadendo a quei personaggi immaginari; quindi lo scrittore deve fare in modo che l'intera cosa appaia il più possibile reale. Ciò significa far sì che il lettore ne conosca l'aspetto, i suoni, i profumi! Lo scrittore deve raffigurare tutto questo in maniera assolutamente precisa... direi, quasi, che debba sperimentarlo! Per poi riversare questa sua "esperienza" sul lettore.
  • Quello che io vorrei ottenere con i miei libri è provocare nel lettore quel senso di raggelante vertigine che un libro che parla di cose soprannaturali può infondere. Che si creda o meno alla magia, il nostro cervello è ancora troppo statico per riuscire a disquisire di spettri o di cose bizzarre. Quindi, personalmente, nei miei libri cerco di trattare la magia in modo che sembri "realistica". Cerco di basarmi su miti che la gente, più o meno, un tempo conosceva, e cerco di fare in modo che i miei personaggi si comportino come farebbero le persone reali se essa esistesse davvero. Nel contempo cerco di evitare di trasformarla in qualcosa di ultra-tecnologico... proprio per mantenere intatto quel brivido che voglio che il lettore sperimenti, è piuttosto una sorta di trasgressione all'ordine naturale delle cose.

Incipit di alcune opere

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Itinerario

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Il giorno prima che saltò in aria la casa a Santa Ana, verso mezzogiorno squillò il telefono. Avevo appena percorso i tre isolati che separavano Togo's da casa mia, di ritorno con un tramezzino al tonno, e quando ancora mi trovavo nel cortile sentii squillare il telefono attraverso la finestra aperta; salii di corsa le scale della veranda, tentando di togliermi le chiavi di tasca senza lasciar cadere a terra il sacchetto di Togo's. E quando alzai la cornetta dell'apparecchio nel soggiorno avevo il fiatone. «Pronto?»

Mari stregati

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Aggrappandosi a una delle cime verticali tese e sporgendosi più che poté oltre la battagliola, John Chandagnac aspettò che l'onda sollevasse l'enorme, scricchiolante struttura della poppa e del cassero su cui si trovava, e poi lanciò il biscotto con tutta la forza che aveva. Sulle prime gli era sembrato un lancio davvero lungo, ma appena il biscotto cadde in rapide spirali verso l'acqua, si accorse che non lo aveva lanciato poi così lontano; ma il gabbiano lo aveva visto. Accorse a volo radente sull'acqua verdastra e all'ultimo momento, come per esibirsi, lo afferrò al volo. Il biscotto si frantumò appena lìuccello si sollevò in volo verso altezze più congeniali, ma sembrò comunque che ne avesse preso un bel boccone.

Bibliografia

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  • Tim Powers, Itinerario, in "999", a cura di Al Sarrantonio, traduzione di Tullio Dobner, Annabella Caminiti, Francesco Di Foggia, Sperling & Kupfer, 1999.
  • Tim Powers, Mari stregati, traduzione di Graziana Cazzolla, Fanucci, 2011. ISBN 9788834717011

Voci correlate

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Altri progetti

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