Svjatoslav Ševčuk
arcivescovo cattolico ucraino
Svjatoslav Ševčuk (1970 – vivente), arcivescovo cattolico ucraino.
Citazioni di Svjatoslav Ševčuk
modifica- Anche se oggi la neve bianca ha spolverato la nostra capitale, la primavera inesorabilmente arriva sulla terra ucraina. Proprio come un bucaneve che si fa strada attraverso la neve per mostrare il suo fiore, così anche il giorno di luce e di pace per la nostra terra irrompe inesorabilmente, costantemente e con forza attraverso gli orrori della guerra.[1]
- Il primo punto del manifesto del genocidio ucraino è stata la negazione dell’esistenza del popolo ucraino. Insegnanti, sportivi, artisti, semplicemente i civili che parlavano ucraino venivano umiliati e condannati a morte delle truppe russe. L’uso della violenza sessuale come arma: donne e bambini stuprati, uomini mutilati, fosse comuni. Stupri fatti in pubblico, per umiliare pubblicamente persone che devono essere educate, stupri per intimorire. I soldati russi hanno ricevuto non solo il permesso di stupro, ma anche l’ordine di farlo.[2]
- L'Ucraina è ferita ma imbattuta. L'Ucraina è esausta, ma resta in piedi. In Ucraina nessuno ha la possibilità di arrendersi! E tutti quelli che guardano con scetticismo alla nostra capacità di stare in piedi, diciamo: venite in Ucraina e vedrete![3]
Intervista di Matteo Matzuzzi sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Ifoglio.it, 26 luglio 2022
- Pensate che vicino all'antica città di Chernihiv, nella chiesa ortodossa considerata patrimonio storico, l'esercito russo ha realizzato una camera di torture! Nell'edificio di culto hanno torturato la gente dei villaggi di Yahidne e Lukashivka. Intorno alla chiesa sono stati trovati molti corpi mutilati. Oggi diventa sempre più evidente, almeno per noi in Ucraina, che la guerra russa contro l'Ucraina ha una chiara struttura ideologica definita l'ideologia del mondo russo.
- L'ideologia del "mondo russo" nega il diritto all'esistenza del popolo ucraino, come un tempo l'ideologia della Germania nazista lo ha fatto con il popolo ebraico. In questo modo viene, di fatto, proposta una nuova ideologia autoritaria che, nata in Russia, grazie alla massiccia propaganda trova – anche se può sembrare strano – i suoi seguaci in occidente. Posso soltanto testimoniare che gli occupanti stanno compiendo alla lettera crimini di guerra secondo quant'è prescritto nel testo "Cosa dovrebbe fare la Russia". Tutto ciò appartiene a una crudeltà mai vista nei confronti della popolazione civile.
- La storia del popolo ucraino è una storia che fa parte della storia europea, siamo un popolo europeo che nella sua storia moderna ha riaffermato la sua scelta a favore dei princìpi e ideali della comunità europea. Purtroppo, in Russia oggi possiamo vedere una sintesi tra la mentalità sovietica e quella imperiale. E l'Ucraina oggi è la vittima di questa perversa ricostruzione dei confini della "grande Russia". Si cerca sempre di presentare la società ucraina come quella che sta sotto l'influenza dell'immoralità occidentale. Proprio qui nasce un'intolleranza verso tutto quello "che non è nostro", provocando e giustificando l'uso della violenza per eliminare tutti i "contaminati". Un'immagine di questo "occidente collettivo" da combattere oggi viene proiettata sull'Ucraina. Per evocare una memoria storica di questo nemico per fare la guerra, si ricorre alla parola "nazismo", che ha perso qualsiasi significato originario, e oggi viene applicata generalmente a tutte le cose occidentali, individuate nell'identità di un popolo. Quindi, un ucraino viene definito come eretico-nazista.
- Il vero obiettivo dell'aggressione russa è l'annientamento del popolo ucraino. Lo confermano sia i discorsi ideologici dello stesso Putin, nei quali spesso si fa riferimento alla storia ucraina, sia i crimini di guerra compiuti dai suoi soldati sulla nostra terra. In effetti, è difficile chiamarla solo guerra. Dal primo giorno dell'invasione russa in Ucraina vediamo continui crimini di guerra che non si fermano né di giorno né di notte. Qualcuno dice che in Ucraina è in corso un conflitto. Addirittura, vedo che ultimamente i media occidentali parlano di conflitto russo-ucraino. In Ucraina non c'è nessun conflitto. Perché il conflitto rievoca sempre un paradigma simmetrico del discorso, conflitto vuol dire che ci sono due gruppi, ognuno di loro ha la sua propria ragione e stanno in conflitto. E quelli che cercano la verità o vogliono mediare il conflitto, ascoltano sempre una parte, l'altra parte, e intuitivamente dicono che la verità sta in mezzo. E questo significherebbe trovare una soluzione del conflitto. Ma di fatto in Ucraina non c'è questo tipo di realtà. Non ci sono due ragioni e non c'è la verità di mezzo, ma c'è un criminale, uno che aggredisce, e c'è la sua vittima.
- Io penso che bisogna smettere di parlare del conflitto, e invece parlare del crimine di guerra in Ucraina. Bisogna smettere di cercare di difendere gli interessi dell'aggressore e mediare gli interessi dell'aggressore e dell'aggredito, perché questo davvero non corrisponde alla realtà e alla verità, la verità oggettiva dei fatti accaduti. Tolleranza zero verso l'uso della violenza... Se l'interesse di uno stato provoca la guerra e sta condannando a morte un popolo che conta più di 40 milioni, allora non è più l'interesse, è un crimine.
- [Su Hryhorij Savyč Skovoroda] Proprio grazie alla sua filosofia ha saputo cogliere il modo di vivere del nostro popolo. Cioè, è il popolo che crede nella resurrezione, che attraverso la sua cultura e la filosofia nazionale vede che la vita umana è più grande della sola vita terrena.
- La guerra non è un gioco. Mi sembra che talvolta in occidente con la parola "guerra" nella mente si stanno facendo i giochi elettronici. Purtroppo, quelli che progettano le guerre, non hanno mai conosciuto cos'è veramente una guerra.
- Ormai tutti noi siamo cambiati. Forse non tutti quanti ancora hanno capito che il mondo che esisteva prima del 24 febbraio di quest'anno, non esiste più. Né la Russia, né l'Ucraina, né l'Europa occidentale, né gli altri paesi. In un clic siamo cambiati per sempre. E se cambiano i rapporti fra gli uomini, ovviamente cambieranno i rapporti tra l'uomo e la società, l'uomo e qualsiasi comunità, e cambiano anche i rapporti tra le Chiese.
- Più diventeremo umani, più saremo uniti. Ma se cadremo in questa trappola della deumanizzazione, allora si troveranno sempre nuove divisioni.
Intervista di Andrea Gagliarducci sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, Acistampa.com, 14 novembre 2022
- Come si sa, la Russia sistematicamente distrugge l'infrastruttura critica della nostra città. Adesso Kyiv vive praticamene senza luce, e se in un grande condominio non c'è la luce allora non c'è l'acqua, non c'è riscaldamento, non c'è la possibilità di cucinare perché tutte le cucine funzionano con l'elettricità. I grandi condomini e i grattacieli diventano trappole fredde.
- Se c'è un popolo in Europa che ha sofferto per le divisioni tra Oriente e Occidente è il popolo ucraino. Siamo figli del Battesimo della Rus' di Kyiv, siamo nati nelle acque del fiume Dnepr, che viene spesso soprannominato "il Giordano ucraino", quando il santo principe Volodymyr battezzò nel fiume Dnipro il popolo della Rus' di Kyiv. Kyiv è stata la culla della civiltà cristiana dell'Europa orientale. Tutti gli altri Paesi sono nati dopo. Anche la Chiesa di Mosca è figlia della Chiesa di Kyiv.
- [Sulla Chiesa greco-cattolica ucraina] Noi siamo l'unica Chiesa che porta in sé la memoria mistica della Chiesa del cristianesimo indiviso, perché tutte le altre Chiese slave sono nate dopo il cosiddetto scisma di oriente. La Chiesa di Kyiv era invece al crocevia tra Paesi Balcanici e Costantinopoli, tra Europa Orientale e l'Asia. Una società davvero aperta, che ha formato una visione, un clima di incontro. Per questo, da sempre la Chiesa di Kyiv ha considerato la divisione tra Roma e Costantinopoli come qualcosa contro la natura stessa della Chiesa.
- [Sulla Chiesa greco-cattolica ucraina] È sempre stata una Chiesa del popolo. Inizialmente, Kyiv era nel Granducato di Polonia e Lituania, poi la nostra nazione ha perso il proprio Stato, è stata incorporata in territori diversi, e così abbiamo vissuto la situazione di essere un popolo che vive nella propria terra, ma in Stati alieni. Spesso la nostra Chiesa esercitava alcune funzioni dello Stato per aiutare il popolo. Talvolta, sacerdoti e vescovi erano l'unica voce che si alzava per questo popolo oppresso e la nostra Chiesa era unica istituzione alla quale il popolo ucraino poteva fare riferimento.
- Negli anni dell'Unione Sovietica, siamo stati veramente liquidati del regime di Stalin. Siamo stati costretti a vivere in clandestinità, costituendo il più grande gruppo di resistenza contro il Comunismo del XX secolo. Ma nemmeno Stalin è riuscito ad eliminarci. E, con la caduta dell'Unione Sovietica, la nostra Chiesa è rinata, è uscita dalle catacombe.
- Tutti quelli che affermano che l'Ucraina deve essere denazificata, affermano in qualche modo che il popolo ucraino non esiste. Che non esiste una origine etnica del popolo ucraino. La Russia allora cosa deve fare con questa denazificazione? O – si dice – deve educare questi "russi un po' sottosviluppati", o li deve eliminare. Questa guerra, e la propaganda che la alimenta, è frutto di una ideologia genocida.
- [Sulla Chiesa greco-cattolica ucraina] Sì, siamo di origine ucraina, e vogliamo condividere il nostro tesoro, la nostra tradizione liturgica, teologica e spirituale con tutto il mondo. Ma siamo aperti a tutti. Lo abbiamo dimostrato concretamente soprattutto negli ultimi mesi della guerra. La nostra cattedrale a Kyiv è stata rifugio per tutti. Nessuno ha mai chiesto "che lingua parli" o "in quale chiesa vai". Abbiamo semplicemente accolto tutti quelli che ne avevano bisogno, fornendo cibo, medicine e tutto quello che potevano per salvare vite umane.
- [Sul Russkij mir] Questa è una ideologia nata nel seno della Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca, dove la Chiesa si è auto-offerta alla predicazione di questa ideologia. Ciò che stiamo vedendo nei sermoni dei più alti rappresentanti della Chiesa del Patriarcato di Mosca. E io da testimone posso affermare che è una ideologia che porta la morte e distruzione in Ucraina.
- Con questa guerra, i russi vogliono risolvere i loro problemi interni con una aggressione esterna. Noi siamo chiamati ad evitare questa tentazione.
- La popolazione ucraina è molto sensibile ad una imposizione della pace dal di fuori o ad una riconciliazione forzata. La Russia ha usato questa tattica, per esempio in Georgia. Ma questa non è pace. È solo annientamento di uno Stato più piccolo da parte di un Stato più forte.
- Il popolo russo deve rendersi conto che l'Ucraina esiste, ammettere il diritto alla resistenza dello Stato ucraino, riconciliarsi con la realtà che il popolo ucraino ha una sua storia, lingua e cultura e anche la Chiesa. Abbiamo il diritto di esistere conservando la nostra identità come nazione politica, non esclusiva, ma inclusiva, come si vede dal fatto che le comunità ebraiche si autoproclamano cittadine ucraine e, ad esempio, il capo dell'amministrazione civile e militare di Mykolaiv è un coreano, il famoso Kim... La Russia deve riconoscere l'esistenza di questa realtà. Se invece la Russia parlerà all'Ucraina con il linguaggio dell'ultimatum o della forza, non ci potrà essere alcun processo di pace.
Note
modifica- ↑ Citato in Shevchuk: anche nell'orrore della guerra può nascere un fiore di pace, vaticannews.va, 1 maggio 2022.
- ↑ Citato in Ucraina: S.B. Shevchuk all’Ambrosianeum, “violenza sessuale come arma nella guerra. Perché tanta crudeltà?”, agensir.it, 23 maggio 2022.
- ↑ Citato in Capo Chiesa ucraina, non abbiamo possibilità di arrenderci, Ansa.it, 10 marzo 2024.
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