Sto pensando di finirla qui

film del 2020 diretto da Charlie Kaufman

Sto pensando di finirla qui

Immagine The_snow_road_to_Winwick_-_geograph.org.uk_-_1154906.jpg.
Titolo originale

I'm Thinking of Ending Things

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2020
Genere drammatico, orrore, thriller
Regia Charlie Kaufman
Soggetto dal romanzo di Iain Reid
Sceneggiatura Charlie Kaufman
Produttore Stephanie Azpiazu, Anthony Bregman, Robert Salerno
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Sto pensando di finirla qui, film del 2020, con Toni Collette e David Thewlis, regia di Charlie Kaufman.

Sto pensando di finirla qui. Una volta che arriva il pensiero resta lì. E si attacca. Persiste. Spadroneggia. Non c'è molto che io possa fare. Credetemi. Non va via. È lì, che mi piaccia o no. È lì quando mangio, quando vado a letto. È lì quando dormo. È lì quando mi sveglio. È sempre lì. Sempre. Non è da molto che ci penso. L'idea è nuova, ma nello stesso tempo sembra vecchia. Quand'è che è incominciata? E se non fossi stata io a concepirla ma mi fosse già piantata in testa già sviluppata? È un'idea ordita, non originale? Forse in realtà l'ho sempre saputo. Forse è così che doveva andare a finire. Jake, una volta, ha detto che un pensiero può essere più vicino alla verità, alla realtà, di un'azione. Puoi dire qualunque cosa, fare qualunque cosa, ma non puoi fingere un pensiero. La strada è quasi vuota. Qui intorno c'è un silenzio, completo. È più deserto di quanto mi aspettassi. C'è tanto da vedere ma poche persone, pochi edifici o case. Cielo, alberi, campi, staccionate. La strada e il suo ciglio ghiaioso. "Vuoi fermarti per un caffè?" "No, grazie", dico. "È l'ultima occasione che abbiamo prima che diventi campagna vera". È la mia prima visita ai genitori di Jake. Cioè, lo sarà quando arriveremo. Jake, il mio ragazzo. Non è il mio ragazzo da molto. È la nostra prima gita insieme. Il primo viaggio lungo in macchina. Perciò è strano che io senta nostalgia del nostro rapporto, di lui, di noi. Dovrei essere emozionata, felice che sia il primo di tanti, ma non lo sono. Per niente. Ho visto più fienili in questo viaggio di quanti ne abbia visto in anni, forse in tutta la vita. Sono tutti uguali. Qualche mucca, qualche cavallo, pecore, campi e fienili. Un cielo immenso. Mi sembra di conoscere Jake da più tempo di quanto in realtà non sia. Quanto sarà? Un mese, sei settimane, forse sette? Dovrei saperlo con esattezza. Direi sette settimane. C'è molta sintonia fra noi. Un legame intenso e raro. Non ho mai provato niente di simile. (Lucy)

  • Sì, mi piace Jake. Ed è istruito. I nostri campi sono diversi, ma lui è curioso e sta al passo. È una cosa buona nella colonna dei pro ed è carino nella sua goffaggine. E siamo anche interessanti insieme. La gente ci guarda quando siamo insieme. Chi è quella coppia? Da sola non mi guardano e non guardano neanche Jake. Jake mi dice che lui lo sente. Si sente invisibile. (Lucy)
  • S'intitola Ossa di cane. Tornare a casa è terribile, che i cani ti lecchino la faccia o no, che tu abbia una moglie o solo una solitudine a forma di moglie che è lì che ti aspetta. Tornare a casa ti fa sentire solo, tanto da farti pensare all'opprimente pressione barometrica del luogo da cui sei appena venuto, con tenerezza, perché tutto è peggio quando sei a casa. Pensi agli insetti che si arrampicano sui fili d'erba, alle lunghe ore sulla strada, al carro attrezzi, ai gelati, alle forme particolari di certe nuvole e ai silenzi, con nostalgia, perché non volevi tornare. Il ritorno a casa è orribile. E le nuvole e i silenzi della casa contribuiscono solo al malessere generale. Le nuvole di casa sono in effetti sospette e fatte con materiale differente di quelle che hai lasciato dietro di te. Tu stesso sei stato tagliato da un diverso tessuto nebuloso, restituito, una rimanenza. Un incontro triste al chiaro di luna. Infelice di essere tornato, allentato in tutti i punti sbagliati. Un abito malfatto, uno strofinaccio consumato e logoro. Torni a casa, un extraterrestre, straniero. La forza di gravità della terra è uno sforzo ora raddoppiato, trascini i lacci bisunti delle scarpe e le tue spalle. La linea della preoccupazione sulla tua fronte più scavata. Torni a casa incupito, un pozzo inaridito, legato al domani con un fragile filo di... Comunque, ti rattristi nell'attacco dei giorni tutti uguali, tanto uno vale come l'altro. Be', comunque, sei tornato. Il sole va su e giù, come una puttana stanca. Il tempo è immobile come un arto spezzato e tu diventi vecchio. Nulla si muove, eccetto le correnti mutevoli del sale del tuo corpo. La tua vista s'indebolisce. Porti il tuo tempo con te. La grande balena azzurra, un'oscurità scheletrica. La tua vista è a raggi X, i tuoi occhi sono diventati fame. Torni a casa tua con i tuoi mutanti doni, in una casa di ossa. Tutto quello che vedi adesso sono ossa, solo ossa. (Lucy)
  • Anche le false idee di un brutto film, vogliono vivere. Infatti, crescono nel tuo cervello e sostituiscono le vere idee. Ecco perché sono pericolose. (Lucy)
  • Tutto deve morire. È la verità. Ci piace pensare che ci sia sempre speranza, che si possa vivere oltre la morte. È una fantasia esclusivamente umana, sperare che le cose andranno meglio, nata forse dalla consapevolezza esclusivamente umana che niente andrà meglio. Non c'è modo di saperlo con certezza. Ma sospetto che gli esseri umani siano gli unici animali a conoscere l'inevitabilità della loro morte. Gli altri animali vivono nel presente. Gli umani non possono e così hanno inventato la speranza. (Lucy)
  • Alle persone piace pensare di essere come punti che si muovono attraverso il tempo. Ma io credo che probabilmente sia il contrario. Noi siamo fermi e il tempo passa attraverso di noi soffiando come il vento freddo, rubandoci il nostro calore, lasciandoci screpolati e congelati. (Lucy)
  • È solo nelle misteriose equazioni dell'amore che si può trovare una logica o una ragione. Io sono qui stasera solo grazie a te. Tu sei la ragione per cui esisto. Tu sei tutte le mie ragioni. (Jake)

Dialoghi

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  • Lucy [pensando]: Sto pensando di finirla qui. Che senso ha continuare così? Tanto so già come andrà a finire. Jake è un bravo ragazzo, ma...la cosa non va da nessuna parte. Lo so già da un po'. Forse è la natura umana: andare avanti pur essendo consapevoli. L'alternativa richiede troppa energia. Troppa risolutezza. Le persone continuano relazioni malsane perché è più facile. È fisica elementare. Un oggetto in movimento, tende a restare in movimento. La gente tende a continuare una relazione oltre la data di scadenza. È la prima legge di Newton sulle emozioni.
    Jake: Senti, ti vuoi fermare per un caffè o qualcosa da mangiare? Perché incomincerà a diventare campagna vera, tra poco.
    Lucy: No, no, no. Sto bene così.
  • Jake: Gli ho parlato tanto di te.
    Lucy: Anch'io. Anch'io non vedo l'ora di conoscerli, davvero. [pensando] Forse non è giusto fare questo viaggio con Jake se sono così incerta sul nostro futuro o sulla mancanza di un futuro. Dopotutto conoscere i genitori del tuo ragazzo è il proverbiale passo successivo, no? La verità è che non ho detto ai miei che sto con Jake. Non l'ho mai nominato e non credo che lo farò mai.
  • Lucy: Invecchiare non è per femminucce, come diceva Bette Davis.
    Jake: Vero. anche se forse ci sarebbe da ridire sulla scelta di usare "femminucce" in senso dispregiativo.
    Lucy: Già, certo. Erano altri tempi. [pensando] Credo che sia per curiosità. Jake è difficile da capire. Forse è come una finestra sulle sue origini. Il bambino è il padre dell'uomo...
    Jake: Tu sei una fan di Wordsworth?
  • Lucy: Ci siamo passati tutti.
    Jake: Dove?
    Lucy: A non ostentare troppo che tutto vada bene.
    Jake: Per questo viaggio in macchina. Fa bene ricordarsi che il mondo è più grande dell'interno della tua testa. Cioè il punto di vista.
  • Lucy: Stavo pensando al tempo.
    Jake: Sul serio?
    Lucy: Sì! Come se fossimo su un treno che ci porta dove ci porta. Non si può girare, non ci sono deviazioni, come i treni di Mussolini, è in orario.
    Jake: Non è vera la storia di Mussolini e dei treni. I miglioramenti delle ferrovie c'erano prima di lui. Lui si è solo preso il merito, e comunque non erano sempre in orario.
    Lucy: In realtà non stavo parlando dei treni di Mussolini...
    Jake: E poi, puoi sempre saltare giù dal treno in ogni caso.
    Lucy: Nei film. Nella vita reale, probabilmente muori se salti giù da un treno.
  • Jake: Forse io guardo troppi film.
    Lucy: Lo fanno tutti. È una malattia sociale.
    Jake: Riempio il cervello di bugie per passare il tempo in un battito di ciglia. Quel battito dura lunghissimi minuti.
    Lucy: È come il virus della rabbia che si attacca ai nostri gangli e diventiamo noi stessi il virus.

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