Stefan Zweig: differenze tra le versioni

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*Per quattro mesi non avevo tenuto in mano un [[libro]], e già la sola idea di un libro, in cui si potessero vedere parole allineate, righe, pagine e fogli, di un libro in cui si potessero leggere, seguire, accogliere nel cervello pensieri diversi, nuovi, estranei, capaci di distrarre, aveva qualcosa di inebriante e al tempo stesso di stupefacente.
*Potevo pensare solo agli [[scacchi]], solo in termini di mosse di scacchi, problemi di scacchi; qualche volta mi svegliavo con la fronte madida e capivo d'aver inconsciamente continuato a giocare anche nel sonno, e quando sognavo esseri umani, me li raffiguravo soltanto nei movimenti dell'Alfiere, della Torre, nell'avanti e indietro della mossa del Cavallo.
 
==''Montaigne''==
===[[Incipit]]===
Esistono scrittori, pochi in verità, accessibili a chiunque, ad ogni età e in ogni epoca della vita – Omero, Shakespeare, Goethe, Balzac, Tolstoj – e poi ce ne sono altri che rivelano tutto il loro significato solo in un determinato momento storico. Montaigne è tra questi ultimi.
 
===Citazioni===
*Cento volte, leggendo Montaigne, pagina dopo pagina, si ha la sensazione che ''nostra res agitur'' {{NDR|l'assunto ci riguarda}}, la sensazione che in esse sia espresso, meglio e più chiaramente di quanto io possa pensare, quelle che sono le preoccupazioni più profonde della mia anima in questo tempo. Non ho con me un libro, della letteratura o della filosofia, ma un uomo a cui sono fratello, un uomo che mi consiglia, che mi consola e mi mostra amicizia, un uomo che mi capisce e che capisco. Prendo in mano i ''Saggi'' e la carta stampata scompare nella penombra della stanza. Qualcuno respira, qualcuno vive con me, un estraneo è entrato a casa mia e già non è un estraneo ma qualcuno che sento amico. Quattrocento anni svaniscono come fumo: non è il ''seigneur'' de Montaigne, il ''gentilhomme de la chambre'' {{NDR|gentiluomo della camera}} di un dimenticato re di Francia, non il signore del castello di Périgord che mi parla: egli ha tolto la gorgiera bianca plissettata, il cappello a punta e lo spadino, si è tolto la gloriosa catena dell’Ordine di San Michele dal collo. Non è più il sindaco di Bordeaux che mi viene a visitare, non il gentiluomo e non lo scrittore. È arrivato un amico, per consigliarmi e parlarmi di sé.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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*Stefan Zweig, «La donna e il paesaggio». In: Stefan Zweig, ''Notte fantastica''; traduzione di Ada Vigliani, Milano: Adelphi, 2012. ISBN 978-88-459-2723-2
*Stefan Zweig, ''Notte fantastica''; traduzione di Ada Vigliani, Milano: Adelphi, 2012. ISBN 978-88-459-2723-2
*Stefan Zweig, ''[https://books.google.it/books?id=3mXHAwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Montaigne]'', traduzione di Ilenia Gradante, Castelvecchi, 2014. ISBN 9788868263096
 
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