Anna Maria Ortese: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Anna Maria Ortese==
*Chi [[tortura]] gli [[animale|animali]] paga già nella sua miseria. Sono contro la debolezza umana e a favore della forza che le povere bestie ci dimostrano tutti i giorni perdonandoci.<ref>Citato su ''Panorama'', 7 luglio 2002.</ref>
*E alla fine in un solo urlo d'amore, d'ammirazione, di spavento quasi, ecco [[Fausto Coppi|Coppi]]. Veniva avanti in un modo incredibile, anche per un profano: senza sforzo, con una leggerezza e una violenza che non gli costavano nulla, quasi precipitasse e il suo unico impegno consistesse nel dominare qualche potenza. Le sue ruote, non comprendiamo come, ci sembravano più alte e lievi delle altre. Ruote fatate su cui il contadino di ieri era stato rapito. Mentre il corpo rimaneva immobile, e quasi rilassato, il volto patito e duro che tutti conosciamo si muoveva in qua e in là, con una pena particolare, sorridendo senza sorridere. A somiglianza del volto di tutti i corridori era infiammato e cupo, gli occhi splendevano come di lacrime, un sudore copioso, o acqua che si era versata sul capo, gli grondava dal collo e dalla fronte. Come il becco di un rapace sfinito, il suo naso pungeva l'aria, il bianco della polvere. Era forse sfinito, ma volava.<ref>Da ''La lente scura. {{small|Scritti di viaggio}}'', a cura di L. Clerici, Marcos y Marcos, Milano, 1991, pp. 193-220 (poi Adelphi, Milano, 2004); citato in Alberto Brambilla, ''La coda del drago, {{small|il Giro d'Italia raccontato dagli scrittori}}'' {{sic|ediciclo}} editore, Portogruaro (VE), 2007, [https://books.google.it/books?id=ukFZ2WZs1JsC&lpg=PA204&dq=&pg=PA201#v=onepage&q&f=false pp. 201-202]. ISBN 978-88-88829-39-5</ref>
*{{NDR|A proposito di [[Napoli]]}} Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui [...] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, [...] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva, a tutta prima, una impressione stranissima, come di un'orchestra i cui strumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di una meravigliosa confusione [...].<ref>Da ''L'Infanta sepolta'', p. 117.</ref>
*''La [[bontà]] è la | sola libertà | dell'uomo. Tutto ciò | perché la sua vera | catena è la | non-bontà (il culto | dei propri beni) – | Essere buoni è superare | la forza di gravità.''<ref>''Libertà''; citato nella postfazione di Angela Borghesi a ''Le piccole persone'', p. 265.</ref>