Nguyễn Văn Thiệu: differenze tra le versioni

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'''Nguyễn Văn Thiệu''' (1923 – 2001), generale e politico vietnamita.
 
==Citazioni di Nguyễn Văn Thiệu==
{{Int|Dall'intervista di [[Oriana Fallaci]]|in ''Intervista con la storia'', Rizzoli, Milano, 1974.}}
*{{NDR|Su [[Ngô Đình Diệm]]}} Mi avevan promesso di non ammazzarlo. Io gli avevo detto: va bene, partecipo alla condizione che non sia ammazzato. Invece lo ammazzarono, quegli idioti. Quegli irresponsabili, pazzi. Mi dette un dolore che sta ancora qui, tra la testa e il cuore. Ogni anniversario della sua morte fo dire una Messa, qui nella mia cappella. E prego sempre per lui, per la sua anima.
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*La democrazia come ce l'hanno in America o come l'avete voi in Europa non può ancora esistere qui. Non siamo ancora pronti per essa. Non dimentichi che il Vietnam non ha mai conosciuto una vita democratica nel senso che dà lei a questa espressione. Fino al 1945 siamo stati una colonia francese. Fino al 1954 siamo stati dominati dai vietminh. Fino al 1963 siamo stati sotto il presidente Diem. Mi permetto dunque di affermare che la democrazia, qui, ha incominciato a esistere solo nel 1965, quando Thieu è diventato presidente.
*Mi piace la responsabilità, più che il potere. Ecco perché dico che il potere non va mai diviso con altri. Ecco perché sono sempre io a decidere. Sempre!
 
==Citazioni su Nguyễn Văn Thiệu==
===[[Oriana Fallaci]]===
*La sera andava a letto assai tardi. Fino alle due del mattino non dormiva mai. Addormentandosi lasciava la radio accesa, così la radio restava accesa anche mentre dormiva. Era così abituato a dormire con la radio accesa, anzi a distinguer nel sonno la musica delle parole, che quando la musica cessava e il notiziario incominciava lui apriva subito gli occhi e ascoltava con lucida mente. Non credessi con ciò, tuttavia, che non sapesse apprezzare la vita. A volte giocava a tennis, andava a cavallo, e tre o quattro volte la settimana si faceva proiettare un film. Storie sentimentali, western, judo e karaté. L'unica cosa che non aveva tempo di fare era leggere.
*Niente in lui denunciava la diabolica astuzia grazie a cui è rimasto fino a oggi un tiranno protetto da un esercito di un milione di uomini e da un corpo di polizia che semina stragi.
*Sembrava così piccolo, così perduto, così solo. Sembrava il simbolo stesso di un paese schiaccato, sfruttato, umiliato dagli interessi di chi fa e disfa il destino altrui come un balocco.
 
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