Richard Adams: differenze tra le versioni

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*Chiuse gli occhi e il vento salmastro, capriccioso e folletto, canticchiava fra gli sterpi una [[Canzoni dai libri|canzone]], mentre deboli odori, rompendosi come ondicine, gli accarezzavano le narici.<br>''Noi siamo il cervello che t'hanno rubato, | Tu la vittima sei di questo furto. ! La tua piaga potrebbe esser sanata | E la salute esserti ridata. | Ma tu non sei più tu, dopo quell'urto, | Né più in grado tu sei di regolarti. | Cane perso, cerchi ancora un padrone scomparso.'' (p. 186)
*Fuori, stava calando la sera e il cielo era gremito di [[Storno|storni]]. A migliaia volavano sopra gli alberi del parco, cinguettando, rissando fra loro. La luce rifletteva – dalle loro piume smaglianti – rapidi, volubili riflessi verdi, azzurri, violetti. O felici creature viventi! Nessuna lingua saprebbe dire la loro bellezza! (p. 192)
*Si incamminarono di nuovo. Snitter, in retroguardia, [[Canzoni dai libri|canticchiava]] per conto suo, con sommessi uggiolii:<br>''«I camici bianchi dipinsero un topo di blu, | Finché non si riconosceva quasi più. | E poi gli imbottiron gli orecchi di pece. | Ma il topo lo volete sapere cosa fece? | Lui li fece saltare per aria – davvero – | E annegarono tutti in un latte nero nero».'' (p. 198)
*«Mi ricordo quelle luci di notte, Rauf. Le auto ringhiano, le senti... ecco perché i giovani cani spesso le rincorrono. È tempo sprecato. Loro non se n'accorgono neppure. Le luci sono pezzi di vecchie [[Luna|lune]], sai.»<br>«Che vuoi dire?» domandò Rauf, incuriosito suo malgrado.<br>«Ecco, quando la luna diventa piena, qualcuno sale su ogni giorno e ne taglia via una fetta – hai notato? – finché della luna non ne rimane più. Ma poi, dopo un po', ne cresce un'altra. Quando è piena la luna è tutta coperta di crepe e di buchi – perché sia più facile tagliarne via dei pezzetti, ecco perché è così – evidentemente. La mia mamma mi diceva che le lune in realtà sono enormi, solo che sembrano piccole a causa della distanza. L'uomo che ne taglia via dei pezzi e delle fette, li porta sulla terra, e li usano per fare i [[Fanale (veicoli stradali)|fanali]] delle auto. Bravi, non ti pare?» (pp. 203-204)
*«Oh, se avessi le ali di una [[pecora]]! [...] un tempo ce l'avevano, sai. Poi successe che una di loro volò in alto in alto nel cielo, e così tutte le altre la seguirono. Poi si tolsero le ali e si misero a pascolare e, come il sole si spostava nel cielo, gli andavano dietro, per stare calde. Così, verso sera, si levò un gran vento e portò via le loro ali, dal posto dove le avevano lasciate. Non le ritrovarono più... son rimaste su nel cielo, dove ancora puoi vederle, portate dal vento.»<br>«Ma come fecero, le pecore, a tornare sulla terra?»<br>«Ecco, laggiù lontano lontano il cielo si incurva finché tocca la terra. Gli è toccato camminare fin laggiù... ci hanno messo secoli.» (p. 204)