Mateo Alemán: differenze tra le versioni

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*Come tutto appare facile – acconciato, condito e servito – a colui che pensa, e come invece difficoltoso a colui che opera. Mi immagino che il pensare sia come un bimbo che corre per una pianura a cavallo di una canna e una girandola di carta in mano; e mi figuro l'operare come un vecchio canuto, calvo, monco e zoppo che con due stampelle si appresta a scalare una muraglia altissima ben difesa (''ibidem'').
*Chi non ha bisogni per sé, mal si ricorda degli altrui (p. 346).
*La fame e il ritegno [...] non riuscirono mai a essere amici (p. 351).
*Godevo la doviziosa [[libertà]], lodata dai sapienti, desiderata da molti, cantata e ricantata dai poeti, e il cui valore tutto l'oro e le ricchezze del mondo non basterebbero a controbilanciare (p. 353).
*Il gioco è un terribile [[vizio]]; e come tutti i corsi d'acqua vanno a finire nel mare, così non c'è vizio in cui un giocatore non viene a cascare (p. 356).
*{{NDR|Sul [[pane]] dato dalla mano altrui}} Pane, questo, di dolore e di sangue, anche se la mano è quella di tuo padre (p. 352).
*È proprio quando la [[donna]] mostra di struggersi di più in lacrime che bisogna sentire per lei la stessa compassione che si sentirebbe per un papero che entrasse a zampe nude nell'acqua nel mese di gennaio (p. 358).
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*Non c'è spada così affilata che tagli e ferisca tanto profondamente quanto la [[calunnia]] e la falsa accusa, e soprattutto in mano a soverchiatori, la cui forza è efficientissima a prostrare al suolo la più fondata ragione dell'umile, e tanto più quanto meno si circondi di cautele (''ibidem'').
*Poiché il [[denaro]] è fatto di metallo pesante, se ne va sempre nel fondo delle saccocce ed è molto difficile cavarlo fuori (p. 499).
*Vi sono congiunture in cui un reale ne vale cento e rende il profitto di mille (p. 530).
*Considero uno sproposito che uno, per vendicarsi di un altro, gli tolga la vita, poiché in tal modo lo libera da ogni sofferenza (p. 532).
:*La miglior [[vendetta]], la più proficua e la meno pericolosa, è quella in contanti (p. 538).