Reggio Calabria: differenze tra le versioni

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*Reggio è il paradiso della Calabria. Protetta da un cielo limpido e azzurro, bagnata da un mare ancora più limpido e più azzurro, la città è seduta mollemente, o piuttosto distesa, ai piedi delle alte cime boscose dell'Aspromonte; difesa da esse dai venti sferzanti, riposa in mezzo ai suoi melograni, alle sue aloe in fiore, e, con la parte alta ombreggiata da pergolati e palmizi, si inebria dell'eterno profumo degli aranci e dei limoni. (Charles Didier – Voyage en Italie, 1834-1836)
*Reggio è un grande giardino, uno dei luoghi più belli che si possono trovare sulla terra.<br>([[Edward Lear]] – Diario di un viaggio a piedi, 1852)
*Reggio è una delle città che si staccano da quante se ne vedono nelle lunghe traversate dalle Alpi allo Jonio per formare un tipo, un carattere, un popolo a parte. ([[Caterina Pigorini Beri]] – In Calabria, 1884)
*Reggio è una delle più belle città del Regno, di pittoresca bellezza, con un suolo fertile. (Camillo Mapei, canonico della Cattedrale di Penne – Italy classical, historical, and pictoresque. Illustrated in a series of views from drawings by Stanfield, R.A. Roberts, R.A. Harding, Pruot, Leitch, Brockedon, Barnard, ecc. – Blackie & Sons, Glasgow, 1856)
* Scilla Villa Catona, ed eccomi a Reggio. Scendo quasi sempre all'inizio del Lungomare, una delle più belle passeggiate del mondo, che sarebbe la più bella se si riuscisse a scavare un tunnel tra le due stazioni di Reggio per nascondervi il traffico ferroviario. Davanti a me è [[Messina]]. Ogni volta che la guardo non posso impedirmi di pensare a quel terribile terremoto che la ingoiò nel 1908. Ora la città è nuovamente tutta in piedi e brilla al sole. Il dialogo con Reggio non è fatto di case, di gettate, di scogli, di navi, di bagliori che si confrontano. C'è qualche cosa che va oltre questi aspetti della realtà sensibile. Il dialogo tra le due città supera la cronaca e supera anche la [[storia]]. Sono due divinità che si parlano dalle opposte rive, sdraiate al sole, avendo le montagne per cuscino, e, al suono delle loro antiche parole, il tempo brucia la sua vecchiezza e i suoi lutti, ritorna giovane e senza memoria, risale alla sorgente da cui scaturì la prima alba dell'uomo. ([[Leonida Rèpaci]])