David Thomson (storico): differenze tra le versioni

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*Sotto la guida di [[Pierre Laval|Laval]], dall'aprile 1942 alla fine del 1943, continuarono, e in certo senso vennero intensificati, i tentativi di completare l'opera della Rivoluzione Nazionale. Nell'estate del 1942 furono prese misure antisemite ancora più drastiche, e gli ebrei furono costretti a portare la stella gialla. Continuò la propaganda orchestrata su ''Travail, Famille, Patrie''. Tuttavia lo stesso Laval fu sempre insofferente rispetto all'ideologia del pétainismo, che liquidava sarcasticamente definendola «la medicina che dovrebbe guarire tutti i mali». Egli detestava la denominazione di «Stato Francese» apposta sui proclami ufficiali, sulle monete e sui francobolli, come pure detestava il culto personale di Pétain, considerato come un grande padre, un culto che andò diventando sempre più accentuato e sciocco durante la sua lontananza dal potere. (cap. 6, In pieno scisma, p. 251)
 
*Il prezzo pagato personalmente da Laval per la sua politica fu quello di esporsi in quel tempo a un'aspra animosità, e infine alla morte. Il prezzo pagato dalla Francia fu l'aggravarsi dello scisma all'interno della nazione. Quanto più Vichy andava identificandosi fra il popolo con il collaborazionismo e quanto più le leggi sul lavoro spingevano i giovani nei boschi e sulle colline per sfuggire alla coscrizione, per combattere nei ''maquis''<ref>Movimento di resistenza e liberazione nazionale francese durante la seconda guerra mondiale.</ref>, tanto più rapidamente la Francia si avviava sulla strada della guerra civile. (cap. 6, In pieno scisma, p. 254)
 
*Simile a un lupo solitario in politica, Laval riuscì a rimanere al potere barcamenandosi in mezzo a ogni genere di compromessi. Dal punto di vista della politica internazionale egli giunse a convincersi che il più probabile risultato della guerra non sarebbe stato né una vittoria tedesca né una sconfitta tedesca, bensì una pace senza vincitori né vinti: la sua speranza era quella di assumere la veste di intermediario fra l'Asse e gli Alleati Occidentali, riconciliando le due parti contro il pericolo della rivoluzione comunista e dell'egemonia sovietica. (cap. 6, In pieno scisma, p. 254)