Friedrich Nietzsche: differenze tra le versioni

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*A conti fatti, la [[malattia]] mi ha recato la maggiore utilità: mi ha sciolto da tutti i vincoli, mi ha ridato il coraggio di me stesso... Per istinto sono un animale coraggioso, anzi militare. La lunga opposizione ha esasperato alquanto il mio orgoglio. Se sono un filosofo? ... Ma questo che importa? ... (lettera a Georg Brandes, Torino, 10 aprile 1888<ref>''Epistolario 1865-1900'', p. 300</ref>)
*{{NDR|Torino}} Ecco una città secondo il mio cuore. Anzi, la sola. Tranquilla, quasi solenne. Terra classica per gli occhi e per i piedi [...]. Un soffio di buon Settecento. Palazzi di quelli che parlano al cuore; non fortezze stile Rinascimento! E poi: scorger le Alpi dal centro della città! queste lunghe strade che sembrano condurre in linea retta verso le auguste cime nevose! Aria serena, limpida in modo sublime. Non avrei mai creduto che una città, grazie alla luce, potesse diventare così bella. (lettera a Karl Fuchs, Torino, 14 aprile 1888<ref>''Epistolario 1865-1900'', p. 301</ref>)
*[...] Sils-Maria, l'Alta [[Engadina]], il mio paesaggio, così lontano dalla vita, così metafisico... (lettera a Karl Fuchs, Torino, 14 aprile 1888<ref>''Epistolario 1865-1900'', p. 302</ref>)
*Un eremita, certo, eppure, per quanto poco mi si conosca si deve capire che la mia vita è stata più ricca di eventi che quella di chiunque altro. Ne testimoniano i miei libri: riga per riga scaturiscono da zone inesplorate, e quindi, come sostanza, rappresentano una conquista, un allargamento dei confini della vita. (lettera<ref>Esclusa da Karl Schlechta perché manipolata dalla sorella di Nietzsche. {{cfr}} ''Epistolario 1865-1900'', p. 314, nota 3.</ref>alla sorella, Sils-Maria, 17 settembre 1888<ref>''Epistolario 1865-1900'', p. 316</ref>)
*{{NDR|Torino}} Qui ogni giorno sotto lo stesso esuberante e supremo splendore di sole riappaiono la collina ammantata da foreste color dell'oro fulvo, e il cielo e l'ampio fiume di un pallido azzurro, mentre l'aria ha una purezza sublime – un [[Claude Lorrain]] come non mi ero mai sognato di trovare nella realtà. (lettera a Peter Gast, Torino, 30 ottobre 1888<ref>''Epistolario 1865-1900'', p. 324</ref>)