Angelo Del Boca: differenze tra le versioni

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==''Il Negus''==
*{{NDR|Su [[Menghistu Hailè Mariàm]]}} Era lui che il 23 novembre 1974, nel cortile della prigione di Akaki, aveva aperto il fuoco per primo per sterminare i 60 massimi dignitari dell'impero. Era lui che, il 3 febbraio 1977, aveva abbattuto con raffiche di mitra il capo provvisorio dello Stato, generale Taferi Bante. Era lui che aveva deciso l'eliminazione di un altro rivale, Atnafu Abate, e che, in nome del socialismo, aveva distrutto gran parte dell'intellighenzia etiopica progressista. (p. 9)
 
*{{NDR|Sul rapporto tra [[Haile Selassie]] e [[ligg Iasù]]}} Fra i due giovani, pur cresciuti insieme alla Corte di Menelik, non c'era mai stata una grande simpatia. Erano troppo diversi, fisicamente e intellettualmente, per intendersi: Ligg Jasu era alto, forte, con lineamenti belli e regolari, mentre Tafari era piccolo, gracile, con un naso rilevante che, con gli anni, si sarebbe fatto sempre più adunco. Il primo era un perfetto cavaliere, un eccellente atleta e aveva un debole per le donne e l'idromele. Il secondo amava le buone letture e avrebbe avuto una sola donna nella vita, l'imperatrice Menen. Ligg Jasu era indeciso fra il cristianesimo e l'islam, tanto che sarebbe stato accusato di essersi convertito alla religione del Profeta. Tafari, al contrario, era uno scrupoloso osservante della fede dei suoi padri. Infine, Ligg Jasu amava il potere, ma non sopportava di esercitarlo all'interno del ''Ghebì'', che sentiva stretto come una gabbia. Tafari era invece affascinato dal ''Ghebì'', dal suo complicato cerimoniale, dai simboli del potere, dalla stessa corte dei miracoli che lo popolava. (p. 35)
 
*Secondo il documento segreto compilato in occasione della sua deposizione, l'imperatore si era convertito all'islam e le prove, a riguardo, erano schiaccianti: si era unito in matrimonio con quattro donne, precisando che il Corano glielo consentiva; aveva costruito una moschea a Giggiga con i fondi dello Stato; era stato visto pregare in una moschea indossando abiti e turbante musulmani; sul copricapo delle sue guardie del corpo aveva fatto ricamare la scritta «non c'è altro Dio all'infuori di Allah»; aveva infine convocato ad Harar i più importanti sceicchi della regione per convincerli, tavole genealogiche alla mano, che egli discendeva direttamente dal profeta Maometto. (p. 37)
 
*Da quel poco che Ligg Jasu è riuscito a realizzare nel suo breve e contestato regno si ricava invece l'impressione che egli abbia cercato di eliminare le ingiustizie più evidenti ponendo sullo stesso piano tutti i popoli dell'impero. (pp. 38-39)
 
*[[Haile Selassie|Hailè Selassiè]] non aveva mai molto amato l'Africa, anzi si può dire che sino al 1955 l'avesse quasi ignorata. Del resto, non era un mistero per nessuno che la classe dominante etiopica non si considerasse affatto africana, ma indo-europea. (p. 235)