Vittorio Pozzo: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Vittorio Pozzo==
*{{NDR|Su [[Giuseppe Meazza]]}} Averlo in squadra significava partire dall'1-0.<ref>Citato in ''Campioni del mondo. Quarant'anni di storia del calcio italiano'', CEN, Roma 1968.</ref>
*{{NDR|Sul [[Grande Torino]], nel 1959}} Era una grande squadra, quella caduta lassù sul colle. Una squadra come ve ne furono poche prima — e nessuna poi — in Italia e nel mondo. Una squadra, tutta di amici, che, quando veniva messa a dura prova, giuocava come diretta dalla bacchetta di un ispiratore. Era forte in quanto a valore dei singoli, ma più forte ancora come assieme, come coesione, come intesa fra uomo e uomo. Faceva blocco su campo di gioco e nella vita civile: volle far blocco nella [[morte]].<ref>Da ''Incontro sulla collina'', 1959; citato in ''Li trovai senza scarpe come soldati morti in guerra'', ''Guerin Sportivo'' (Bologna), 1989.</ref>
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*{{NDR|Sul [[Quinquennio d'oro]]}} La [[Juventus Football Club|Juventus]], società dai dirigenti sagaci, dall'ambiente organizzato, dai giuocatori di classe, ha vinto con una squadra che è al suo tramonto, forse il suo più bel campionato. Bello perché è l'intelligenza che lo illumina. La calma, l'accortezza, il freddo calcolo, la precisione sfoderate dal più che trentatreenne Rosetta a Firenze sono l'indice della forza della squadra, la base prima dei suoi successi. È difficile, terribilmente difficile vincere un campionato in Italia. Di questa competizione noi siamo riusciti a fare una fornace ardente. Una fornace che è una meravigliosa fucina di energie fisiche e morali, ma in cui il cammino da battere non si riesce a discernerlo se non si posseggono qualità di eccezione. Una compagine mediocre, il [[Campionato italiano di calcio|campionato italiano]] non lo vincerà mai. Queste doti di eccezione, gli uomini che compongono la vecchia squadra della Juventus le possedevano, le han possedute finora nella misura necessaria. Passeran degli anni prima che questi uomini, che tante soddisfazioni han contribuito a dare all'Italia calcistica, vengano dimenticati.<ref>
*Un gladiatore fu [[Umberto Caligaris|Caligaris]]. L'energia e la volontà personificata. Il combattente nato. L'ambizione stessa che aveva di emergere, lo portava ad affrontare qualsiasi sacrificio, a fermamente volere, a correre qualunque rischio. Sul campo era un trascinatore, colla parola e coll'esempio. I suoi lineamenti duri, angolosi, volitivi — il fronte sempre bendato da un fazzoletto — trovavano diretta corrispondenza nei suoi atteggiamenti sul campo. Ambidestro, possedeva un rimando di una potenza spettacolosa. La specialità sua era il rinvio a forbiciata, per cui rimaneva un istante in aria come se stesse per spiccare il volo. Veloce, sicuro di se, deciso, non c'era avversario, per duro che fosse, che gli incutesse timore.<ref>
==Citazioni su Vittorio Pozzo==
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