Indro Montanelli e Roberto Gervaso: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Folco di Neuilly]]}} Era un uomo tarchiato, analfabeta e di modi grossolani. Vestito di stracci, con una bisaccia a tracolla e un crocifisso di legno sul petto, viveva a bordo di un macilento ronzino e si nutriva esclusivamente di erbe e di pane secco. Predicava nelle piazze, agli angoli delle strade e, nella foga di far proseliti, persino nei bordelli. I suoi seguaci dicevano che per bocca sua parlava lo Spirito Santo, ma i suoi sermoni erano sgrammaticati e sconclusionati, e il tono minaccioso e apocalittico. [...] fu l'infaticabile ''agit-prop'' di [[Papa Innocenzo III|Innocenzo]] nelle campagne e alle Corti di Francia. Bussò alla porta di centinaia di castelli, rastrellò oboli e promesse, e in cambio dispensò, a nome del Pontefice, benedizioni e indulgenze. (cap. 18, 1974, pp. 261-262)
*Nel 1229, come abbiamo visto, [[Federico II di Svevia|Federico II]] riconquistò Gerusalemme ma quando tornò in Italia la Città Santa ripiombò nelle mani degli Infedeli. La notizia fu accolta in Europa con grande costernazione.<br>Quando l'apprese, il cristianissimo Re di Francia [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]] s'ammalò gravemente di dissenteria. Era un uomo pio, casto e generoso e godeva fama di santo. I medici l'avevano già dato per spacciato quando il suo confessore gli pose sul capo la corona di spine di Gesù. Luigi lo ricompensò con una bella Crociata. Invano la moglie e la madre cercarono di dissuaderlo anche perché non si era ancora completamente ristabilito e il clima caldo dell'Oriente avrebbe potuto minare la sua debole fibra. Ma il Re era ben deciso a riconquistare la Terrasanta e a convertire al Cristianesimo i Maomettani, con le buone o con le cattive. Viveva in uno stato di continua esaltazione mistica, e quando pensava al Sepolcro di Gesù in mano agli infedeli scoppiava in lacrime e mandava gemiti accorati. Passava intere giornate in chiesa a pregare e a cantare i salmi, si sottoponeva a penitenze, digiunava, indossava il cilicio e dormiva sulla paglia. (cap. 22, 1974, pp. 334-335)
*{{NDR|[[Valdo di Lione|Pietro Valdo]]}} Era un uomo casto, semplice e devoto e completamente analfabeta, ma conosceva bene le SavìcreSacre Scritture. Predicava che solo tornando alle fonti evangeliche la Chiesa poteva salvarsi e ritrovare la sua missione. Invitò i preti a spogliarsi di tutte le loro ricchezze e a distribuirle ai più bisognosi. Egli stesso ne diede l'esempio sbarazzandosi di quelle proprie. (cap. 24, 2004, p. 268)
 
===''L'Italia dei secoli d'oro''===