Jean-Jacques Rousseau: differenze tra le versioni
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*{{NDR|Le ''[[Vite parallele]]'' di [[Plutarco]]}} diventò la mia lettura preferita. Il piacere che prendevo a rileggerlo di continuo mi guarì un po' dai romanzi e, ben presto, preferii Agesilao, Bruto, Aristide a Orondate, Aliamene e Giuba. Da queste letture interessanti, dalle conversazioni cui davano origine tra me e mio padre derivò la formazione di quello spirito libero e repubblicano, di quel carattere indomabile e fiero, insofferente alle costrizioni e alla servitù, che mi ha tormentato per tutta la vita nelle situazioni meno propizie per svilupparlo. (libro I<ref>Citato in Emma Nardi, ''Oltre l'Emilio: scritti di Rousseau sull'educazione'', FrancoAngeli, Milano, 2005, [https://books.google.it/books?id=ME9VM9DRh2cC&pg=PA67 p. 67]. ISBN 88-464-6331-5</ref>)
*Se voglio dipingere la primavera bisogna ch'io sia in [[inverno]]; se voglio descrivere un bel paesaggio bisogna ch'io sia tra quattro mura, e ho detto cento volte che se mai fossi messo alla Bastiglia, vi dipingerei il quadro della libertà. (1973, p. 136)
*La mia immaginazione, che nella giovinezza andava sempre in avanti ed ora va
*Nel regno dei ciechi i guerci son re; passai colà per un per un buon maestro, poiché ce n'erano solo di cattivi. (1973, p. 147)
*Gli amori di viaggio non son fatti per durare. (1973, p. 194)
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