Camillo Benso, conte di Cavour: differenze tra le versioni

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*È stato veramente il più grande uomo politico del suo tempo, e la cui gloria crescerà sempre di più [...] In oltre cinque anni di amministrazione con perspicua mente, molte cose modificò, molte corresse. L'amministrazione centrale ridusse notevolmente, modificò gli uffici provinciali. Assorbito da altre cose, non poté però compiere l'opera iniziata, e l'ordinamento piemontese rimase rigido, pesante, costoso. ([[Francesco Saverio Nitti]])
*Gettiamo un velo sul passato, che io possa senza rimorso e senza onta felicitarmi di avere la vostra [[amicizia]], ma che io non pensi mai come l'ho ottenuta. Cominciate a conoscermi solo da ora e io mi sforzerò di darvi buona opinione di me. ([[Anna Giustiniani Schiaffino]])
*I miti storiografici e letterari, che il romanticismo aveva rinverditi e che fornirono un'impalcatura ideologica al moderatismo italiano prequarantottesco, come l'idea del primato italiano, il neoguelfismo, ecc., ebbero scarsissima presa su Cavour, il quale concepiva il [[Risorgimento]] essenzialmente come un movimento destinato a portare a poco a poco l'Italia al livello dei paesi più progrediti d'Europa e concentrava la sua attenzione sul complesso sviluppo economico e sociale di questi paesi e sulle ripercussioni che esso avrebbe necessariamente avuto sull'Italia. ([[Giorgio Candeloro]])
*Il Conte di Cavour, convinto che la unità d'Italia e la sua indipendenza avevano per necessario complemento la fine della potestà temporale del Papa e il possesso di Roma come capitale del Regno, cominciò dal tentare accordi diretti con la corte Pontificia, consenziente l'Imperatore Napoleone<ref>Napoleone III di Francia, nipote di Napoleone Bonaparte.</ref>, e sulla base di «libera Chiesa in libero Stato».<br>In cambio della potestà temporale, la Chiesa acquisterebbe in Italia tutta la libertà che aveva sempre invocata come necessaria al suo ministero, libertà di riunione, di pubblicazione, di scelta dei vescovi e via dicendo.<br>Sperò il Conte un momento che la grandezza del suo concetto potesse abbagliare ed attrarre una parte del sacro collegio: sperò di vincere la parte avversa: ma già nel marzo 1861 era chiaro che la corte di Roma rifiutava sdegnosamente ogni accordo. ([[Marco Minghetti]])
*Il conte di Cavour, senza contestazione, è il terzo uomo di Stato d'Europa – con [[Henry John Temple, III visconte Palmerston|lord Palmerston]] e l'Imperator [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. La perdita di questo uomo, nelle circostanze attuali, sarebbe, per l'[[Italia]], una sventura irreparabile. La forza del conte di Cavour non è nei suoi principii; egli non ne ha alcuno d'inesorabilmente determinato. Ma egli ha uno scopo, uno scopo fisso, netto, la di cui grandezza avrebbe data la vertigine a tutt'altro uomo – dieci anni fa – quello cioè di formare un'Italia una ed indipendente. [...] Il signor di Cavour possiede la conoscenza generale degli affari; egli ha delle idee larghe, molto liberali, niente complicate; ma egli manca dell'abilità pratica della messa in scena. [...] Il diplomatico è un gigante; l'amministratore, mediocre; l'uomo, un'antitesi. Con lui non si resta giammai in un'attitudine indeterminata: gli si ubbidisce o gli si addiviene ribelle. È non lascia menarsi dai suoi amici, non conta i suoi amici. È il pensiero d'Italia, all'estero; all'interno, ne è il cuore. Egli è l'anima sempre del Gabinetto, che in lui s'identifica, s'illusa, direbbe [[Dante]]. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]])