Federico Chabod: differenze tra le versioni

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'''Federico Chabod''' (1901 – 1960), storico e politico italiano.
 
==Citazioni di Federico Chabod.==
*[[Francesco Crispi|Crispi]] si era, sì, convertito alla monarchia: ma nell'animo era sempre il vecchio cospiratore – amava ripeterlo egli stesso – convinto che l'Italia l'avessero fatta soprattutto Mazzini, Garibaldi e un po' anche lui stesso, con tanto d'inchino, ora sentito, a Vittorio Emanuele II, e che l'egoistico intervento di Napoleone III avesse più complicato che favorito le cose. Momento decisivo dell'unità era stato non il '59, bensì il '60 con la spedizione dei Mille. (da ''Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896'', p. 113)
*{{NDR|Lettera a [[Natalino Sapegno]]}} Il tuo Jacopone mi piace assai assai, ed io ho grande ammirazione per il tuo ingegno, che è così chiaro, limpido, quadrato e saldamente fondato. Un mio amico, a cui ho fatto leggere il volume e ha per te viva simpatia e ammirazione, ti definisce "ingegno aristocratico". Ed è vero: tu hai dell' aristocratico la qualità, la finezza, il senso della misura, la trasparenza e la signorilità; senza i difetti ma anzi con una vigorosa capacità di inquadramento e una forza di pensiero – tanto più mirabili in quanto appunto sanno essere così composte, equilibrate, signorili. E tu mi piaci tanto più, perché vedo in te non il semplice critico di poesia, non solo il raffinato lettore ma l'uomo di pensiero che impedisce al fine lettore di tramutarsi in puro letterato – come invece accade in troppi altri casi... (citato in ''Corriere della sera'', 11 gennaio 2001)
*Non possiamo non essere cristiani, anche se non seguiamo più le pratiche di culto, perché il [[Cristianesimo]] ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda che c'è fra noi e gli Antichi, fra il nostro modo di sentire la vita e quello di un contemporaneo di Pericle e di Augusto, è proprio dovuta a questo gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il verbo cristiano. Anche i cosiddetti 'liberi pensatori', anche gli 'anticlericali' non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo. (da ''Storia dell'idea d'Europa'', Laterza 2001, p. 162)