Africa: differenze tra le versioni

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===[[Kwame Nkrumah]]===
[[File:Kwame Nkrumah 1961-03-08.jpg|thumb|[[Kwame Nkrumah]]]]
*GranBuona parte della grande ricchezza mineraria dell'Africaafricana, che sarebbe dovuta restare in Africa per sviluppare quisvilupparvi le industrie di base, è stata sistematicamente portata via,altrove. È un processo chetuttora continuain tuttoraatto, anche nei paesi indipendenti. C'è chi afferma che le condizioni e le risorse dell'Africa nonmal sonosi adatteprestano all'industrializzazione. InCosì talfacendo, modosi cercanocerca di assolveregiustificare la politica economica delle potenze coloniali e appoggiaredi legittimare l'infiltrazione del neocolonialismo.
*CiC'è sonochi alcuni che sostengonosostiene che l'Africa non puòpossa unirsiunificarsi perché manchiamole deimancano i tre fattoriingredienti indispensabilinecessari per lall'unità, cioè: una razza, una cultura e una lingua comunecomuni. È vero che per secoli siamo stati divisi per secoli. Le frontierebarriere territoriali che ci dividono furono fissateinnalzate molto tempo fa, dallespesso potenzein coloniali,maniera atotalmente voltearbitraria, deldalle tuttopotenze arbitrariamentecoloniali. Alcuni di noi sono musulmani, alcunialtri cristiani;, molti credono neglinelle deitradizionali tribalidivinità tradizionalitribali. Alcuni di noi parlano il francese, altri l'inglese, altri ilancora portoghese, per non parlare dei milioni di persone che parlanosi soloesprimono unaesclusivamente dellein centinaiauno delledei diversecento linguee africanepiù dialetti africani. Abbiamo acquisitosviluppato differenze culturali che influenzano lail nostranostro visionemodo di vedere le cose e chee condizionano il nostro sviluppoprogresso politico. <br>Tutto ciò è inevitabile, datoconsiderato il nostro contestoretroterra storico. Eppure, malgrado tutto ciò, sono convinto che le forze che conduconopuntano all'unità superanosuperino di gran lunga quelle che ci dividono. Nell'incontrareOgni fratellivolta che incontro amici africani provenienti da ogniuna qualunque parte del continente, sonomi semprestupisce impressionatoriconoscere daquante quantocose abbiamo in comune. Non èsi soltantotratta ilsolo del nostro passato coloniale, o ildel fatto che abbiamo degliobiettivi scopianaloghi, comuni. Èè qualcosa di molto più profondo. PossoLo meglio descriverlodescriverei come un senso di uni-citàunità ingenerato quellodal chenostro ci faessere ''africani''.
*È inevitabile che ci siano differenze fra gli stati indipendenti d'Africa. Abbiamo problemi di frontiera e una lunga serie di altri problemi interterritoriali che si possono risolvere solo entro il contesto dell'unità africana.
*QualeChe incentivoincentivi avevapoteva l'operaioavere un lavoratore africano sotto il dominio coloniale, dalquando momento chetutti i suoi sforzi servivano solo ad arricchire i non- africani?
*È una battuta popolare in Africa che quando i britannici cominciano a arrestare, l'indipendenza è dietro l'angolo.
*Per oltre trecento anni, ilIl commercio degli schiavi ha dominato per trecento anni la storia africana;dell'Africa e, indi realtàfatto, la sua influenza tuttorasi afa causasentire dellaancora nostraoggi, con una popolazione diminuitaridotta enel deinumero suoicon gli effetti abbrutentidi imbarbarimento e ritardantiritardo prodotti sulnel nostro ordine socioeconomicosocio-economico. Non serve una mente moltoeccezionalmente perspicace per valutaregiudicare le disastrose conseguenze disastrose che esso ha avutoprovocato sullo sviluppo africano. SpessoIn molte occasioni interi villaggi venivanosi totalmentesvuotarono svuotatidei diloro abitanti, attraversoche ilvennero rapimentocatturati o lasi diedero alla fuga. Il numero di abitanti rapitisottratti come schiavi dalal continente africano come schiavi è stato variamentealternativamente stimatofissato tra i venti aie i cinquanta milioni.
*Finché un solo piede di suolo africano rimane sotto la dominazione straniera, la battaglia deve continuare.
*ÈIn unaAfrica battutasi popolarescherza inspesso Africasul fatto che quando igli britanniciinglesi comincianoiniziano aad arrestare, l'indipendenza è dietro l'angolo.
*Gran parte della ricchezza mineraria dell'Africa, che sarebbe dovuta restare in Africa per sviluppare qui le industrie di base, è stata sistematicamente portata via, un processo che continua tuttora anche nei paesi indipendenti. C'è chi afferma che le condizioni e le risorse dell'Africa non sono adatte all'industrializzazione. In tal modo cercano di assolvere la politica economica delle potenze coloniali e appoggiare l'infiltrazione del neocolonialismo.
*In un mondo diviso intra campifronti ostilicontrapposti e fazioni bellicosein guerra, se l'Africa nonè puòdisunita restarenon divisapotrà senza andare inche rovinasoccombere.
*L'africano, così si diceva, non apprezzerebbe condizioni migliori. Non è in grado di spingersi oltre certi limiti nell'apprendimento, non saprebbe come rispondere agli incentivi di un livello di vita qualitativamente più alto. Si è dimostrato ormai come tutti questi argomenti, riproposti senza sosta nel passato, non siano che menzogne e calunnie.
*Lo smisurato L'entusiasmo perincontenibile che l'istruzione suscita in Africa non mancafinisce mai di stupireimpressionare i visitatori.
*Mentre in Africa, essendo per noi di capitale importanza l'obiettivo dell'unità, ci sforziamo di concertare i nostri sforzi in questa direzione, i neocolonialisti fanno di tutto per vanificarli, incoraggiando la formazione di comunità basate sulle lingue dei loro vecchi colonizzatori. Non possiamo permetterci di essere così disorganizzati e divisi. Il fatto che io parlo l'inglese non fa di me inglese. Parimenti, il fatto che alcuni di noi parlano il francese o il portoghese non fa di noi né francesi né portoghesi. Siamo innanzitutto africani, e da africani il nostro interesse maggiore può essere servito solo coll'unità in seno ad una comunità africana. Né il Commonwealth né una comunità franco-africana può sostituirla. Per noi, l'Africa e le sue isole sono una sola Africa. Rifiutiamo qualsiasi idea di partizione. Da Tangeri o dal Cairo nel nord fino alla Città del Capo nel sud, dal capo Guardafui nell'est fino alle isole di Capo Verde nell'ovest, l'Africa è una e indivisibile.
*La battaglia dovrà proseguire fino a quando non ci sarà più neanche un metro di terra africana soggetta a una dominazione straniera.
*Molti hanno sostenuto che le risorse dell'Africa erano inutili agli abitanti autoctoni fino a che non fossero sviluppati, e non potevano essere sviluppati senza il capitale e il talento europeo. È stato persino detto che «l'investitore europeo, per quanto egoista fosse stato, stava servendo l'Africa». Questo tipo di ragionamento mi rammenta l'uomo che, dopo aver trovato un tesoro sepolto nel giardino del suo vicino, se ne impadronì e disse poi al suo vicino che non gli stava nuocendo, perché fino a quel momento ne ignorava l'esistenza. E, comunque, non possedeva una zappa. Per coloro che studiano bene i fatti, deve risultare certamente ovvio che l'occupazione europea dell'Africa fu compiuta a beneficio degli europei. Le preoccupazioni per il benessere dei popoli africani non erano nemmeno prese in considerazione.
*Mentre qui in Africa, essendo per noi di capitale importanzadove l'obiettivoobbiettivo dell'unità è inderogabile, cistiamo sforziamofacendo didel nostro meglio per concertareconcentrare i nostri sforzi in questa direzione, i neocolonialisti fannoricorrono dia tuttoqualunque permezzo pur di vanificarli, incoraggiando la formazione di comunità basate sullesull'identità linguelinguistica dei loro vecchiex colonizzatori. Non possiamo permetterci di essere così disorganizzati e divisi. Il fatto che io parloparli l'inglese non fami dirende mecittadino inglese. ParimentiAllo stesso modo, il fatto che alcuni di noi parlano ilparlino francese o il portoghese non fali dirende noi nécittadini francesi o portoghesi. SiamoNoi innanzituttosiamo africani, punto e dabasta; e come africani, ili nostronostri interessepiù maggiorealti puòinteressi possono essere servitofavoriti solo coll'unitàdalla innostra senounione adin una comunità africana., di cui né il Commonwealth, né una comunità franco-africana puòpossono sostituirla.fare le veci.<br>Per noi, l'Africa e le sue isole sonocostituiscono unaun sola Africatutt'uno. Rifiutiamo qualsiasiRespingiamo l'idea di partizionequalsiasi suddivisione. Da Tangeri o dalIl Cairo nel nord, fino allaa Città del Capo nel sud, dalda capoCapo Guardafui nell'esta finoest, alle isole di Capo Verde nell'ovest, l'Africa è una e indivisibile.
*Noi che ora in Africa sollecitiamo l'unità siamo profondamente consapevoli della validità del nostro obiettivo. Ci serve la forza dei nostri numeri e delle nostre risorse unite per proteggerci dai pericoli molto concreti del colonialismo che ritorna in forme camuffate. Ne abbiamo bisogno per combattere le forze irriducibili che dividono il nostro continente e che tuttora frenano milioni dei nostri fratelli. Ne abbiamo bisogno per assicurare la liberazione totale dell'Africa.
*Molti hanno sostenuto che le risorse dell'Africa non portarono alcun beneficio alle popolazioni native sino a quando non vennero sfruttate, e che non avrebbero potuto essere sfruttate senza i capitali e l'esperienza europei. Si è detto anche che «l'investitore europeo, a prescindere dai propri interessi personali, agiva nel bene dell'Africa». Argomenti del genere mi fanno pensare alla storia di quell'uomo che, avendo trovato un tesoro sepolto nel giardino del vicino, lo prese e poi disse al vicino che non gli aveva recato alcun danno, dato che sino a quel momento era stato all'oscuro della sua esistenza. E ad ogni modo, non possedeva una vanga. Se si guarda con obbiettività ai fatti, appare con tutta chiarezza che l'occupazione dell'Africa ad opera degli europei fu portata a compimento nell'interesse degli europei. L'attenzione al benessere dei popoli africani non fu mai al centro della questione.
*Per oltre trecento anni, il commercio degli schiavi ha dominato la storia africana; e, in realtà, la influenza tuttora a causa della nostra popolazione diminuita e dei suoi effetti abbrutenti e ritardanti sul nostro ordine socioeconomico. Non serve una mente molto perspicace per valutare le conseguenze disastrose che esso ha avuto sullo sviluppo africano. Spesso interi villaggi venivano totalmente svuotati di abitanti attraverso il rapimento o la fuga. Il numero di abitanti rapiti come schiavi dal continente africano è stato variamente stimato tra i venti ai cinquanta milioni.
*Noi, che in Africa stiamo lottando per l'unità, siamo profondamente consapevoli della bontà dei nostri propositi. Ci occorre la forza complessiva delle nostre popolazioni e delle nostre risorse per metterci al riparo dal pericolo incombente di un ritorno del colonialismo sotto false spoglie. Ci occorre questa forza per combattere i poteri radicati che dividono il nostro continente e continuano a tenere soggiogati milioni di nostri fratelli. Ci occorre questa forza per decretare la liberazione totale dell'Africa e per portare avanti la costruzione di un sistema socioeconomico che consenta alla grande massa della nostra popolazione, in costante aumento, di raggiunger dei livelli di vita paragonabili a quelli dei paesi più avanzati.
*Quale incentivo aveva l'operaio africano sotto il dominio coloniale dal momento che i suoi sforzi servivano solo ad arricchire i non-africani?
*ÈNon inevitabilemancheranno che ci sianole differenze fratra gli statiStati indipendentiafricani d'Africaindipendenti. Abbiamo problemicontese di frontieraconfine e una lunga seriemoltitudine di altri problemi interterritoriali che si possono risolveretrovare soluzione solo entro ilnel contesto delldi un'unità africana.
*Qui in Africa, disponiamo di tutto il necessario per diventare un continente potente, moderno e industrializzato. Gli investigatori dell'Onu hanno recentemente dimostrato che l'Africa, lungi dal disporre di risorse inadeguate, è probabilmente meglio equipaggiata per l'industrializzazione di quasi qualsiasi altra regione del mondo. Le riserve potenziali di minerale ferroso, per esempio, potrebbero durare per circa duemila anni. I depositi di carbone sono stimati a quattromilacinquecento milioni di tonnellate. Si pensa che le riserve petrolifere del Sahara siano pari a quelle della penisola araba. Il gas naturale è abbondante nelle profondità del Sahara. Da quanto risulta la Rhodesia del Nord possiede giacimenti di vanadio secondi per grandezza nel mondo. L'energia idroelettrica potenziale è quasi illimitata. In Ghana disponiamo di riserve di bauxite calcolate a circa duecento milioni di tonnellate. Ho accennato solo a una manciata delle nostre risorse naturali; molti altri dati, ugualmente impressionanti, potrebbero essere forniti. Quando il rilevamento geologico dell'intero continente sarà completato, verranno senza dubbio scoperte nuove immense ricchezze. Il vero motivo della lentezza dello sviluppo industriale in Africa sta nella politica del periodo coloniale. Praticamente tutte le nostre risorse naturali, per tacere del commercio, la navigazione, la finanza, l'edilizia e così via, caddero e rimangono tuttora nelle mani di stranieri intenti ad arricchire gli investitori stranieri, e a frenare l'iniziativa economica locale.
*Qui in Africa abbiamo tutto ciò che serve per diventare un continente forte, moderno e industrializzato. Gli investigatori delle Nazioni Unite hanno messo in luce di recente come l'Africa, lungi dal disporre di risorse inadeguate, ha più di qualsiasi altra regione del mondo tutto ciò che occorre per intraprendere un processo d'industrializzazione. L nostre potenziali riserve di minerale di ferro, ad esempio, potrebbero durare su per giù duemila anni. Si calcola che i depositi di carbone raggiungano i quattromilacinquecento milioni di tonnellate. Sembra che le riserve di petrolio del Sahara siano pari a quelle della penisola arabica. Il gas naturale abbonda nelle viscere del Sahara. È noto che i depositi di vanadio della Rodesia del Nord sono i secondi al mondo per grandezza. Non ci sono limiti all'energia idroelettrica che si potrebbe produrre. In Ghana abbiamo giacimenti di bauxite da duecento milioni di tonnellate. Ho citato solo alcune delle nostre risorse naturali; si potrebbero aggiungere molti altri dati, non meno impressionanti. Una volta che l'intero continente sarà stato sottoposto a rilevamenti geologici, si scoprirà senz'altro una gran quantità di nuove ricchezze.
*Si è sostenuto che gli africani sono poveri perché non producono abbastanza,. maMa bisognala valutareloro più''attitudine'' attentamenteal lalavoro loro capacitàmerita di lavorareessere esaminata. AdessoTutti convengono èormai ampiamentesul riconosciutofatto che la malnutrizione cronicaendemica èsia una causadelle principalecause dellaprincipali faticadell'affaticamento africanaafricano.
*Si sosteneva che l'africano non avrebbe apprezzato un tenore di vita migliore. Era incapace d'istruirsi oltre certi limiti. Non avrebbe risposto agli incentivi di standard di vita più elevati. Tale argomentazione, avanzata ripetutamente in passato, ha dimostrato in seguito di essere nient'altro che diffamazione e calunnia.
 
===[[Samia Nkrumah]]===