Kwame Nkrumah: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
lavoro in corso
lavoro in corso
Riga 56:
*Il commercio degli schiavi ha dominato per trecento anni la storia dell'Africa e, di fatto, la sua influenza si fa sentire ancora oggi, con una popolazione ridotta nel numero con gli effetti di imbarbarimento e ritardo prodotti nel nostro ordine socio-economico. Non serve una mente eccezionalmente perspicace per giudicare le disastrose conseguenze che ha provocato sullo sviluppo africano. In molte occasioni interi villaggi si svuotarono dei loro abitanti, che vennero catturati o si diedero alla fuga. Il numero di abitanti sottratti al continente africano come schiavi è stato alternativamente fissato tra i venti e i cinquanta milioni. (pp. 36-37)
 
*ProprioEsattamente allcom'inizio,era accaduto quando le colonie furono conquistateoccupate per la prima volta, i diritti deidelle popolipopolazioni indigeniindigene furonovennero totalmentecompletamente ignorati. I confini territoriali furono confermati o nuovamente delimitatiridisegnati in modorispondenza delalla tuttonuova arbitrario"ripartizione", conformementesecondo adprincipì unaalquanto nuova 'ripartizione'arbitrari. EssiNon nonsi riflettevanotenne leconto delle realtà etniche. In molti casi, lei frontiereconfini separavanotagliavano a metà le tribù e persino i villaggi. I problemi dovutiderivanti alladalla cinica lottizzazione dell'[[Africa]] persistonopesano tuttoratutt'oggi, e possonopotranno essere risoltirisolversi solo con un l'unione continentale. (pp. 39-40)
 
:''Just as when the colonies were originally seized, the rights of the indigenous peoples were completely disregarded. Territorial boundaries were confirmed or freshly delimited in accordance with the new ‘share out’ in a quite arbitrary fashion. They had no relation to ethnic realities. In many cases boundaries cut across tribes and even villages. Problems resulting from the cynical parcelling-out of Africa still remain, and can only be settled by continental union.'' (p. 7)
*Le ragioni che indussero le nazioni europee a cercare colonie sono state spiegate, con diversa enfasi, da molti storici. La maggior parte sembra concordare sul fatto che le potenze coloniali erano guidate innanzitutto da considerazioni economiche, politiche e militari, probabilmente in quest'ordine. Anche se alcune single persone possono essere venute in Africa per motivi puramente altruisti, le idee generali della 'missione civilizzatrice' europea e del 'fardello dell'uomo bianco' sono state ampiamente abbandonate, anche dagli imperialisti più fanatici.
:''The reasons which led the nations of Europe to seek colonies have been explained, with differing emphasis, by many historians. Most seem to agree that the colonial powers were guided primarily by economic, political and military considerations, probably in that order. Although certain individuals may have come to Africa from purely altruistic motives the general ideas of the European ‘civilizing mission’ and the ‘white man’s burden’ have at last been largely abandoned, even by the most rabid of imperialists.'' (pp. 7-8)
 
*La [[Francia]], la potenzaforza coloniale che governavagovernò sulla più vasta l'area territoriale piùin grande dell'Africa, seguivaseguì una politica di assimilazione, voltatesa a produrre una classe di d'élite. Sperava,Introdusse introducendo unala classe favoritaprivilegiata didegli africani alla cultura e alla civiltà francesefrancesi ede elevandolila innalzò allo status didei francesi, nella speranza di evitarescongiurare l'ascesala nascita del nazionalismo africano nei territori sotto il suo dominiocontrollo. L'élite, tuttavia, rimase sempre relativamente piccola e, mentre fuori d'essa,la gligrande africanimassa restaronodegli inafricani massarestava "soggetta", 'sudditi'pronta daa sfruttareessere sfruttata e maltrattaremaltrattata allaa mercèbella deiposta dai francesi che risiedevano in loco, sianon diimporta classese altaaltolocati cheo bassameno. (p. 42)
:''France, the colonial power which ruled over the largest area of territory in Africa, followed a policy of assimilation aimed at producing an elite class. She hoped by introducing a favoured class of Africans to French culture and civilization and raising them to the status of Frenchmen, to avoid the rise of African nationalism in the territories under her rule. The class of elites, however, always remained relatively small, and outside it the bulk of the Africans remained ‘subjects’, to be exploited and maltreated at the will of on-the-spot Frenchmen, both high and low.'' (p. 9)
 
*HoIo ho dichiarato pubblicamente quale fosse la posizione del Ghana nei confronti dell'[[Algeria]]. Abbiamo pubblicamentesostenuto appoggiatoapertamente i nazionalisti algerini. LaIl tesifatto che i coloni europei avevanoavessero fatto dell'Algeria la loro seconda casa e si consideravanoconsiderassero algerini a tutti gli effetti è un argomento irrilevante. Se fossero stati veramentedegli deialgerini patriotidavvero algerini,patriotici non si sarebbero opposti ai nazionalisti algerini., Nonnon avrebbero ucciso e terrorizzatosparso terrore, e infrantoavrebbero leviolato clausolegli deiarticoli trattatidegli accordi di pace franco-algerinitra Francia e Algeria. PerAgli l'africanoocchi degli africani, il colono europeo, che viva in Sudafrica, Kenyain Kenia, in Angola o altrove in qualunque altra parte dell'Africa, è un intruso, uno straniero che si è impossessatoappropriato della terra africana. NessunSi tipopuò didiscutere argomentazioneall'infinito sui cosiddetti benefici d'undel governodominio europeo puòsenza alterareche questo alteri il diritto fondamentale degli africani dia dirigereoccuparsi i lorodei propri affari. (p. 43)
:''I have publicly stated Ghana’s position towards Algeria. We supported the Algerian nationalists publicly. The argument that the European settlers had made Algeria their home and regarded themselves as Algerians, is irrelevant. If they had been truly patriotic Algerians, they would not have opposed the Algerian nationalists: they would not have killed and terrorized, and broken the provisions of the Franco-Algerian peace agreements. To the African, the European settler, whether living in South Africa, Kenya, Angola, or anywhere else in Africa, is an intruder, an alien who has seized African land. No amount of arguing about the so-called benefits of European rule can alter the fundamental right of Africans to order their own affairs.'' (p. 10)
 
*TranneNon lavi leggeè delalcuna più fortelogica, se non c'èquella alcunadel logicadiritto del più forte, che possa accettaregiustificare il governoGoverno non democraticoantidemocratico di una maggioranzaminoranza da partesu di una minoranzamaggioranza. Il gruppo razziale predominante deve procurareprovvedere ilal governoGoverno ad undel paese, e lonon faràmancherà di farlo. La razza chemaggioritaria costituisceè laproprietaria maggioranza possiede ildelle territorioterre che occupa, a prescindere dalle annessioni compiuteoperate da una minoranza di coloni. ÈVa ovvioda sé che il malcontento, la tensione e la paura sonofiniscono destinate eper prevalere quando un gruppo colonizzatoreminoritario di minoranzacoloni cercatenta d'impossessarsidi d'unprendere territoriopossesso della terra o di dettarimporsi legge ad unasulla maggioranza, come neiè casiaccaduto delin Sudafrica, dell'Algeria, del Kenya,Kenia o dellanella Federazione centrafricanaCentrafricana. (pp. 43-44)
:''There is no logic except the right of might that can accept the undemocratic rule of a majority by a minority. The predominant racial group must, and will, provide the government of a country. The race that is in the majority is the possessor of the land it occupies, irrespective of the annexations made by a minority of settlers. It is obvious that unhappiness, friction and fear must prevail when a minority settler group tries to take possession of a land, or to dictate to a majority, as in the cases of South Africa, Algeria, Kenya, or the Central African Federation.'' (p. 11)
 
*Anche Ilil [[Portogallo]], come la Francia, ha seguitoperseguì una politica coloniale d'di assimilazione nei suoi territori africani, sebbeneseppure di un generenatura alquanto diversodistinta. Il Mozambico e l'Angola sono considerati come partiparte integrantiintegrante del Portogallo, amministrati dal Ministerioministério do Ultramar adi Lisbona. La stampa è censurata,sottoposta a censura e tutti i movimenti nazionali soppressisono stati proscritti. Il Mozambico, dove i portoghesi si sono insediatirimasti per oltre 450 quattrocentocinquant'anni, ha un Consiglio del Governatoregovernatore generale, con un numero uguale di membri ufficiali e non ufficiali, chee mandapossiede due deputatiseggi anel parlamento di Lisbona. Ma i portoghesi non hanno mai volutodato permetteresegni alcunodi sviluppovoler versoassecondare lun processo che si muova nella direzione dell'autogestioneautogoverno. LoCosì stessopure valein per l'Angola, dove tutto è direttocontrollato da Lisbona.<br>Il APortogallo casa,al ilsuo Portogallointerno è unaretto da un'oligarchia despoticadispotica di vecchioe stampoantiquata, costituitache è salita al potere e mantenutavi è rimasta nell'interesse d'di un piccoloristretto gruppo di famiglie strariccheestremamente facoltose. È contemporaneamenteanche uno dei paesi europei più poveri. Cdell'è,Europa. quindi, una situazione potenzialmente rivoluzionaria nello stessoIl Portogallo. Diquindi conseguenza,vive tutti coloro che temono il cambiamento sociale in Europa sono diventati gli alleati del colonialismo portoghese, poiché ilal suo mantenimentointerno sembrauna esseresituazione l'unicopotenzialmente modorivoluzionaria. in(p. cui il Portogallo stesso può salvarsi dalla rivoluzione.44)
:''Portugal, like France, has also pursued a colonial policy of assimilation in its African territories, though of a rather different kind. Mozambique and Angola are regarded as integral parts of Portugal, administered by the Ministerio do Ultramar in Lisbon. The press is censored, and all national movements suppressed. Mozambique, where the Portuguese have been for over 450 years, has a Governor-General’s Council, with equal numbers of official and non-official members, and sends two deputies to Lisbon. But the Portuguese have never intended to allow any development towards self-government. Likewise in Angola, everything is run from Lisbon. Portugal is at home an old-fashioned despotic oligarchy established and maintained in the interests of a small group of extremely wealthy families. It is at the same time one of the poorest of European countries. There is, therefore, a potentially revolutionary situation in Portugal itself. All those who are afraid of social change in Europe thus become the allies of Portuguese colonialism, since its maintenance appears to be the only method by which Portugal itself can be saved from revolution.'' (p. 11)
 
*I tentativi tardivi dei belgi di impedire che i sempre più forti sentimenti nazionali nel [[Repubblica Democratica del Congo|Congo]] si esprimessero attraverso la violenza, con l'indizione di elezioni municipali attentamente controllate e limitate, hanno fallito. Il Congo divenne indipendente nel giugno del 1960, e gli eventi tragici successivi dimostrarono che i belgi non avevano mai voluto che l'indipendenza congolese divenisse realmente operante. Non c'era praticamente alcun politico o funzionario esperto, e nessun ufficiale africano nella [[force publique]]. La persistente interferenza degli interessi delle grandi aziende belghe nella politica congolese ha ulteriormente complicato una situazione estremamente difficile. Nel [[Sudafrica]] c'è uno stato d'affari diverso, ma non meno pericoloso. La politica del governo là può essere riassunta con una sola parola, [[apartheid]], che comporta la segregazione sociale, politica e economica in base alla razza.
:''The belated attempts of the Belgians to prevent mounting national feeling in the Congo from expressing itself in violence, by holding carefully controlled and limited municipal elections, failed. The Congo became independent in June 1960, and tragic subsequent events showed that the Belgians never intended that Congolese independence should, in fact, become effective. There were practically no experienced Congolese politicians or civil servants, and no African officers in the force publique. The persistent interference of Belgian big business interests in Congolese politics has further complicated an extremely difficult situation. In South Africa a different, though no less dangerous, state of affairs exists. There, government policy can be summed up in the one word, apartheid, which involves social, political and economic segregation on a basis of race.'' (p. 13)