William Gibson: differenze tra le versioni

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===''Aidoru''===
Dopo Slitscan, Laney ricevette una proposta di lavoro da Rydell, il guardiano notturno allo Chateau. Rydell era uno di quei tipi grossi e tranquilli del Tennessee, con un sorriso triste e timido, occhiali da sole a buon mercato e un walkie-talkie perennemente collegato a un orecchio.<br />
- Paragon-Asia Dataflow – disse Rydell, verso le quattro del mattino, mentre tutti e due se ne stavano seduti su un paio di vecchie poltrone. Le travi di cemento sul soffitto erano dipinte a mano in maniera da assomigliare vagamente a rovere biondo. Le poltrone, come tutto il resto dell'arredamento nella hall dello Chateau, erano talmente grandi che chiunque ci si sedesse sembrava fatto in miniatura.<br />
- Davvero? – chiese Laney, dando corda a Rydell, come se uno come lui fosse davvero in grado di procurargli un lavoro.
 
{{NDR|William Gibson – ''Aidoru'' – Mondadori, traduzione di Delio Zinoni}}
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===''Neuromante''===
Il cielo sopra il porto aveva il colore della televisione sintonizzata su un canale morto. <br />
- Non è com'ero abituato. – Case lo senti dire da qualcuno, mentre si faceva largo tra la calca, a gomitate, per infilarsi nella porta dello Chat. – E' come se all'improvviso il mio corpo fosse affamato di droga, affamato da morire. – Era la voce d'uno di quei disperati che pullulavano abitualmente in quei quartieri multiformi e caotici chiamati in gergo «Sprawl». Il Chatsubo era un bar per espatriati professionisti: potevate berci per un'intera settimana senza mai sentire due sole parole in giapponese.
 
{{NDR|William Gibson – ''Neuromante'' – Nord, Milano, traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli}}