Plutarco: differenze tra le versioni

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* [[Platone]] rassomigliò la vita nostra al giuoco del tavoliere, ove conviene co' dadi fare i punti migliori, ma saper anche rivolgere al meglio i peggiori (p. 328).
* Se sarai scontento del non aver figliuoli, sovvengati che niuno imperador romano lasciò l'impero a' figliuoli (p. 329).
* Una lasciva figliuola di Stilpone non fece che egli menasse vita più lieta di qualunque altro filosofo: anzi rimproverandogli Matrocle questo fallo della figliuola, rispose: Dimmi il fallo è mio, oppur di mia figlia? Il fallo è di lei, e la sventura è tua, replicò Matrocle. Com'è questo (soggiunse l'altro), i falli non son cadute? Sì (rispose Matrocle), e le cadute non sono danni di coloro che caggiono, e i danni non sono sventure de' danneggiati? Con dolce e filosofico progresso di punto in punto avendo fatto palese che la maldicenza del Cinicocinico altro non era che vanavano abbaiamento (p. 330).
* Gli affari commessi alla tua fè non s'amministrano da persone di semplici e buoni costumi, quasi strumenti atti e ben disposti, ma per lo più con ruvidi e distorti; il raddrizzare i quali non credere appartenersi a te, nè agevole a farsi; ma se tali gli userai quali son per natura, come fa il cerusico [chirurgo] del cane [pinza] da cavar denti, e delle fibbie [grappette] da riserrar le ferite, apparirai grazioso e moderato, quanto comporta il fatto ch'hai fra mano, e prenderai più piacere dalla tua disposizione, che dispiacere per l'altrui ritrosie e malvagità (p. 331).
* Non fermar lo sguardo solamente nelle parti risplendenti e gloriose di coloro che ammiri e stimi felici; ma squarciato ed aperto quel fiorito velo dell'opinione e dell'apparenza che gli cuopre, penetra dentro, e vedraivi molti travagli e noie (p. 337).