Giuseppe Baretti: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Giuseppe Baretti.jpg|thumb|Giuseppe Baretti]]
'''Giuseppe Marc'Antonio Baretti''' (1719 – 1789), scrittore, critico letterario, drammaturgo, linguista e traduttore italiano.
 
==Citazioni di Giuseppe Baretti==
*Al momento del nostro appressarci al porto l'orizzonte era sì chiaro, che abbiamo potuto godere a tutto nostro agio di questo bellissimo spettacolo, e contemplare a un colpo d'occhio tutta quanta la città. Che semicerchio magnifico! Nulla, a ciò che dicesi, è paragonabile in questo genere a [[Genova]], fuori di Napoli, e di Costantinopoli. Io avea veduta Genova parecchie volte: ma oggi essa mi è {{sic|piacciuta}} di più, e più che mai mi sorprende. Essa è veramente una città superba. (lettera LXXXIX, Genova, 18 novembre 1760; in ''Viaggio da Londra a Genova'', vol. IV, ed. Lorenzo Sonzogno, Milano, 1831, p. 176)
*[[Benvenuto Cellini]] ha scritto un meglio stile che non alcun altro Italiano; uno stile più schietto e più chiaro, perché più secondo l'ordine naturale delle idee, le quali non ne presentano mai il verbo prima del nominativo, e non ce lo collocano mai in punta a periodi e a una gran distanza da quello. (da ''La Frusta letteraria'', vol. 1, Società tipograf. de' classici Italiani, Milano, 1838, p. 101)
*Eh, [[Antonio Genovesi|Genovesi]] mio, adopera gli abbindolati stili del [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]], del [[Pietro Bembo|Bembo]] e del [[Giovanni della Casa|Casa]], quando ti verrà ghiribizzo di scrivere qualche accademica diceria, qualche cicalata, qualche insulsa tiritera al modo fiorentino antico o moderno; ma quando scrivi le lue sublimi Meditazioni, lascia scorrere velocemente la penna; lascia che al nominativo vada dietro il suo bel verbo, e dietro al verbo l'accusativo senza altri rabeschi. (da ''La Frusta letteraria'', vol. 11; citato in [[Giuseppe Maffei]], ''Storia della Letteratura Italiana'', p. 51, Vol. III)