Rudolf Wittkower: differenze tra le versioni

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*Borromini conciliò in questa chiesa {{NDR|di San Carlo alle Quattro Fontane}} tre differenti tipi di struttura: la zona più bassa ondulata, la cui origine si trova in piante tardoantiche come il salone a cupola della piazza d'oro nella Villa Adriana presso Tivoli; la zona intermedia dei pennacchi che deriva dalla pianta a croce greca; e la cupola ovale che, secondo la tradizione, dovrebbe ergersi su una pianta della stessa forma. Oggidì è difficile valutare in pieno l'audacia e la libertà nel maneggiare tre strutture genericamente diverse in modo tale che esse appaiono fuse in un insieme infinitamente suggestivo. (cap. 9, p. 318)
*[[Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza|Sant'Ivo]] va considerato il capolavoro del Borromini, dove il suo stile raggiunse il culmine e dove egli azionò tutti i registri di cui disponeva. In confronto, le sue costruzioni precedenti o posteriori, ecclesiastiche o laiche spesso sono sciupate perché sono incomplete o perché egli era ostacolato da difficoltà del terreno o dalla necessità di adattarsi a strutture già esistenti.<br>A differenza del Bernini, che concepiva l'architettura come la fase di un avvenimento drammatico espresso attraverso la scultura, il dramma di Sant'Ivo è inerente alla dinamica concezione architettonica di per sé: nel modo come i motivi si spiegano, si espandono e si contraggono; nel modo come il movimento si eleva verso l'alto e poi si arresta. (cap. 9, p. 325)
*[...] [[Carlo Maratta|Maratti]] era andato alquanto avanti verso una riconciliazione delle due tendenze opposte, la barocca e la classica. In ogni senso egli si attenne a una piacevole via di mezzo. I suoi quadri non contengono enigmi, nulla che renda perplesso il visitatore, nulla che susciti violente emozioni. Il suo modo scorrevole di maneggiare il linguaggio allegorico corrente, le impersonali generalizzazioni delle quali il suo lavoro abbonda, l'ammissione della dose giusta di splendore festivo, tutto ciò predestinava il suo stile magniloquente a divenire lo stile di corte per eccellenza nell'Europa di Luigi XIV. (cap. 14, p. 504)
 
==Note==