Fabrizio De André: differenze tra le versioni

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*Parafrasando Flaubert, si può dire che mentre il Padreterno a [[Genova]] ha dato il sole ed il mare, ai [[Milano|milanesi]] ha lasciato la pioggia perché avessero un argomento di conversazione, poi ci ha ripensato e gli ha dato anche la nebbia, in modo che di argomenti di conversazione ancora oggi ne abbiano due.<br>Eppure, in mezzo a questo sole e a questo azzurrissimo (si fa per dire) mare, sono capitate terribili tragedie, fra cui il relativamente recente naufragio della London Valour. (p. 80)
*Era la solita madre generosa nella spettacolarità dei paesaggi obliqui e cangianti, mamma affettuosa nell'elargizione di un clima da Shangri-La, genitrice estremamente severa nei confronti di chi si fosse lasciato cogliere addormentato al ritmo del suo respiro mediterraneo, sempre tiepido.<br>Quella era la [[Genova]] da cui mi dividevo per incidente d'amore e finimmo per disparentarci. Due soggetti diversi: lei a cullare i figli rimasti a casa, i prediletti parrocchiani del lungomare domenicale o i ruvidi altercanti vestiti da principi camalli e da imprenditori porporati: io a coltivare fumose Lombardie di sconfinata femminilità. Un ex figlio stronzo e dimenticato io per lei, e lei per me un grembiulone azzurro e profumato di cui ricordare ogni tanto l'odore di maggiorana: insomma una città da rimpiangere. (pp. 83-84)
*{{NDR|Su [[Cristoforo Colombo]]}} Mi pare che a [[Genova]] sia piuttosto diffuso un generale atteggiamento di stupita rassegnazione, un atteggiamento di disprezzo tipico di noi genovesi che, malgrado i luoghi comuni, siamo molto più sensibili alle critiche di ordine morale di quanto non lo siamo al luccichio delle monete. [...] Tutto ciò ha fatto ricadere sull'incolpevole e meravigliata Genova quasi l'onta di avere dato i natali ad un genio della navigazione, un uomo tendenzialmente mite che compì, negli anni della sua maturità, il grave errore di anteporre il desiderio di gloria e ricchezza a quei principî etici cui nessun uomo veramente grande dovrebbe mai venir meno, indipendentemente dal periodo storico in cui è vissuto. (pp. 97-98)
*A [[Milano]] camminano tutti come topi, utilizzando in tempi brevissimi spazi ridottissimi; a [[Tempio Pausania|Tempio]] succede l'esatto contrario: abbiamo tutti un passo da grandi distanze e da scarse preoccupazioni; gli spazi sono ancora enormi ed i tempi di realizzazione di molti progetti possono considerarsi addirittura «tempi geologici». [[Genova]], da questo punto di vista, rappresenta un'invidiabile via di mezzo. (p. 131)
*[[Genova]] sta a [[Milano]] come grossomodo l'Italia sta alla Germania. Le popolazioni infreddolite hanno sempre fatto di tutto per venire a pisciare nei nostri mari le loro nebbie invernali. (p. 132)