Marco Minghetti: differenze tra le versioni

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==''Raffaello''==
*Nato di volgar gente, ottuso alquanto nel senso dell'udito, fu chiamato prima il Sordicchio, e poi più tardi, [[Pinturicchio]]. E anch'esso il Vasari lo accagiona di carattere strano e fantastico, e dice che morì d'invidia e di crepacuore, avendo colle sue ubbie porto occasione ai frati di S. Francesco a Siena, appo i quali lavorava, di scoprire entro una cassa cinquecento ducati d'oro. Ma il vero è, che egli ebbe una rea moglie, la quale, d'accordo col drudo, lo serrò in casa e lo tenne quivi privo di ogni conforto a morire di stenti e di inedia: sicché dobbiamo compiangerne la fine e non condannarlo. Ma, riguardandolo come pittore, parmi che sia agevole persuadere chiunque visita Roma, della grandezza del Pinturicchio; il quale io non dirò superiore al Perugino, ma non oserei tampoco dirlo da meno. (cap. 7, pp. 39-40)
 
*Molti scrittori d'arte hanno detto, e si ripete dall'universale, che [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] ebbe tre distinte maniere: l'una che chiamasi umbra o peruginesca<ref>Per l'influenza esercitata da [[Perugino|Pietro Perugino]] sul suo giovane allievo.</ref>, l'altra fiorentina, e romana la terza. Anzi v'ha chi nella maniera romana discerne due periodi che si potrebbero contrassegnare, ponendo ad esempio dell'uno la Madonna di Foligno, e dell'altro la Trasfigurazione. Il quale giudizio se contiene a mio avviso qualche parte di vero, ha però molto di artificioso e d'inesatto. (cap. 12, p. 72)
 
*Comunque la storia abbia a segnalare in Giulio {{NDR|papa [[Giulio II]] Della Rovere}} difetti e colpe grandi, rimane pur sempre uno dei personaggi più singolari e più eccelsi della storia moderna. Tanto più che al suo tempo già cominciava rapidamente a scadere la potenza morale dei Pontefici, e veniva meno quella specie di arbitrato che essi avevano esercitato per tanti secoli, consenzienti principi e popoli; [...]. (cap. 15, p. 97)