Edward Lear: differenze tra le versioni

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*[[Avezzano]] i fasci erano portati sul terreno comunale di fronte alla porta di Avezzano, il cui bel castello, costruito dai Colonna nel quindicesimo secolo, fa distinta mostra di sé all'ingresso del paese ed è un buon esemplare di residenza baronale. (da ''Diario di viaggio''<ref>Cfr. ''[http://www.albafucens.info/avezzano.htm AlbaFucens.info]''.</ref>, 1846)
*I [[Sanremo|sanremesi]] sono lodevoli ed ammirevoli, nel senso che ti lasciano in pace finché non hanno bisogno di qualcosa; siccome a me non hanno nulla da chiedere, mi lasciano in pace e per questo io li ammiro. Il posto è diviso in due gruppi distinti: i conservatori ed i progressisti. Quest'ultimi si prodigano per venderti terreni, case, latte, legna – ''che so io'' – e farebbero qualsiasi cosa per i forestieri e sono cortesi e civili, ma non esiste un segno o vaga ombra di qualcuno che si interessi realmente a noi. E non parlo da inglese: ho avuto modo di ascoltare le impressioni di alcuni ufficiali, provenienti da diverse parti d'Italia e in altrettante parti stanziati, nelle quali mi confermavano la mia impressione su questo aspetto dei sanremesi, aggiungendo che è una caratteristica di tutta la Riviera [[Genova|genovese]]. «Aprono le loro mani solo per prendere soldi e mai per spenderne»; oppure: «Due parole mancano al loro vocabolario: generosità e ospitalità». Tutti gli ufficiali descrivono le altre parti d'Italia, come le province, ecc., con toni completamente differenti e le mie stesse esperienze scritte sulla Calabria e gli Abruzzi me lo hanno comprovato. Qui è noto che nonostante ci siano molti ricchi, vivono in ristrettezza e spilorceria: quello che noi (come le maggior parte degli italiani) riteniamo una forma comune di cortesia (rinfreschi, cene, o quel che ti viene in mente) in loro suscita disprezzo e disgusto. «''Nella Riviera, economia vuol dire avarizia''», ho sentito dire spesso. Capirai dunque che qui non c'è molta vita sociale.<ref>Da una lettera a Fortescue del 12 settembre 1873, in ''Lettere dall'Italia 1837-1887'', pp. 147-148</ref>
*La pianura di [[Avezzano]], l'azzurro chiaro del lago, Alba e il Velino con le sue belle cime, o sotto il sole oppure adombrati da nuvole passeggere; le montagne lontane oltre Sulmona coperte di neve, il passo brullo di Forca Carusa, la rupe scoscesa di Celano: tutte queste cose assieme, in una splendida mattina italiana, erano uno spettacolo da non potersi guardare senza esserne conquistati. (da ''Illustrated Excursions in Italy''<ref>Da ''Escursioni illustrate negli Abruzzi'', edizione e traduzione a cura di Chiara Magni, Edizioni digitali del CISVA, 2007, [http://file:///C:/Users/Utente/Downloads/Lear,%20Escursioni%20illustrate%20negli%20Abruzzi.pdf Edward Lear p. 23].</ref>, 1846)
*{{NDR|[[Trasacco]], 28 luglio 1843}} Ma ciò che mi piacque di più a Trasacco fu la vista che si godeva nei pressi di una vecchia torre bizzarra e pittoresca, quadrata alla base ma tonda alla sommità: essa domina l'ampio lago, con lo sfondo del Velino in lontananza. (da ''Illustrated Excursions in Italy'', 1846)
*Mio buon Giuseppe mi sento che muojo. Mi renderete un sacro servigio presso i miei amici e parenti, dicendo loro che il mio ultimo pensiero fu per loro, specialmente il giudice, Lord Northbrook e Lord Carlingford. Non trovo parole {{sic|abbastanze}} per ringraziare i miei buoni amici per tutto il bene che mi hanno sempre fatto. Non ho risposto alle loro lettere perché non potevo scrivere, perché appena prendevo la penna in mano che mi sentivo morire. {{NDR|[[Ultime parole]] riferite al domestico Giuseppe Orsini}}<ref>Riportate da Franklin Lushington in una lettera a Lord Carlingford del 6 febbraio 1888; da ''Lettere dall'Italia 1837-1887'', p. 273</ref>
*{{NDR|Su [[Melfi]]}} Un'escursione mattutina mi ha fatto conoscere le bellezze del luogo che è una perfetta oasi di pace, tra tanti scialbi paesaggi. I pittoreschi edifici della città (che sembra occupare la sezione di una più antica area); la valle sottostante, con il il limpido ruscello ed i maestosi castagni; le numerose sorgenti; le innumerevoli cave nelle rocce circostanti. ora adibite a stalle per le capre che si raggruppano in masse scure su rupi sovrapposte; i conventi e le chiese disseminate qui e là nei sobborghi: le case affollate e le solenni guglie del centro abitato; il castello degno dei migliori quadri di Poussin, con la bella torre laterale che domina l'intera scena: non è facile trovare tanti elementi suggestivi in uno spazio così limitato, nemmeno in Italia. (da<ref>Da ''Viaggio in Basilicata (1847)''; citato in Ina Macaione, ''Architetture ecologiche nel turismo, nel recupero, nelle città-natura della Basilicata'', Franco Angeli, 1999, p. 24)</ref>
*{{NDR|[[Celano]], 30 agosto 1843}} Ricorderò sempre con particolare piacere ogni momento delle giornate passate a [[Celano]]: i mattini, sui freschi prati ai piedi del paese, vagando in mezzo agli alti pioppi, sparsi tra le vigne, fino a che il sole si affacciava sull'alta rupe e obbligava a cercare riparo in luoghi più nascosti; mezzogiorni senza nubi; quando tutto era immobile; le calme serate... il ritorno al paese al tramonto, accompagnato da gruppi di contadini che portavano il loro grano, o da una numerosa comitiva di ragazze, ognuna con la conca piena d'acqua, raccolta alla fresca sorgente ai piedi della roccia. E di notte com'era calmo e lucente il lago, simile a una striscia s'argento, sotto le finestre del palazzo, alla luce della luna piena, mentre il vecchio castello gettava lunghe ombre sul paese addormentato. (da ''Illustrated Excursions in Italy''<ref>Citato in Renzo Paris, ''Ultimi dispacci della notte'', Fazi Editore, 1999, [http://books.google.it/books?id=DZ01dDDdN54C&pg=PA110 p. 110]. ISBN 9788881121137</ref>, 1846)
*[[Rieti]] l'antica Reate, città dei Sabini, molto antica, sta sul Velino, all'estremità di una pianura ampia e fertile la cui bellezza può essere poco apprezzata solo da un visitatore frettoloso. Dalle numerose ville o dai vigneti sui fianchi delle colline boscose, che circondano dappertutto la campagna, si possono godere magnifiche vedute della città... Penso di aver osservato poche volte una scena più attraente di quella offerta dalle torri di Rieti e dal suo tranquillo mondo di vigneti, così come la vidi l'ultima sera del mio soggiorno. (da ''Escursioni illustrate negli Abbruzzi (1843)''; citato in ''[http://www.regionieambiente.it/pagine/pdf/06nov2005/ReA11_2005_22.pdf Regionieambiente.it]'' e ''[http://www.iterart.it/ iterart.it]'')
*{{NDR|Su [[Melfi]]}} Un'escursione mattutina mi ha fatto conoscere le bellezze del luogo che è una perfetta oasi di pace, tra tanti scialbi paesaggi. I pittoreschi edifici della città (che sembra occupare la sezione di una più antica area); la valle sottostante, con il il limpido ruscello ed i maestosi castagni; le numerose sorgenti; le innumerevoli cave nelle rocce circostanti. ora adibite a stalle per le capre che si raggruppano in masse scure su rupi sovrapposte; i conventi e le chiese disseminate qui e là nei sobborghi: le case affollate e le solenni guglie del centro abitato; il castello degno dei migliori quadri di Poussin, con la bella torre laterale che domina l'intera scena: non è facile trovare tanti elementi suggestivi in uno spazio così limitato, nemmeno in Italia. (da ''Viaggio in Basilicata (1847)''; citato in Ina Macaione, ''Architetture ecologiche nel turismo, nel recupero, nelle città-natura della Basilicata'', Franco Angeli, 1999, p. 24)
 
==''Diario di un viaggio a piedi''==
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*[...] il pomeriggio è passato girando attorno a [[Cittanova|Casalnuovo]] per ottenere delle vedute caratteristiche della sua posizione e della grande pianura dove è situato. Questo non è facile; studi di alti ed eleganti oliveti, e ricchi sfondi alla maniera di Claude, sono innumerevoli, ma la scelta fra queste scene è difficile. (2002, pag. 124)
*[..] siamo saliti a [[Terranova Sappo Minulio|Terranova]], una volta la più grande città del distretto, ma completamente distrutta dal terribile disastro del 1783. La vecchia città e completamente distrutta è seppellita negli abissi e sotto spaccature e vallate, e la sua erede è formata da una singola sbandata strada con umili case di apparenza malinconica. Tutta la superficie circostante sembra stravolta e distrutta. (2002, pag. 127)
 
==''Escursioni illustrate negli Abruzzi''==
*{{NDR|[[Trasacco]], 28 luglio 1843}} La pianura di [[Avezzano]], l'azzurro chiaro del lago, Alba e il Velino con le sue belle cime, o sotto il sole oppure adombrati da nuvole passeggere; le montagne lontane oltre Sulmona coperte di neve, il passo brullo di Forca Carusa, la rupe scoscesa di Celano: tutte queste cose assieme, in una splendida mattina italiana, erano uno spettacolo da non potersi guardare senza esserne conquistati. (da ''Illustrated Excursions in Italy''<ref>Da ''Escursioni illustrate negli Abruzzi'', edizione e traduzione a cura di Chiara Magni, Edizioni digitali del CISVA, 2007, [http://file:///C:/Users/Utente/Downloads/Lear,%20Escursioni%20illustrate%20negli%20Abruzzi.pdf Edward Lear p. 23].</ref>, 1846)
*{{NDR|[[Trasacco]], 28 luglio 1843}} Quello che a Trasacco mi è piaciuto di più è stata una vecchia torre, dalla strana forma, quadrata alla base, rotonda nella parte superiore, che dominava in lungo e in largo sul lago, con il Velino dietro di sé in lontananza. (p. 26)
*[[Rieti]], l'antica ''Reate'' (Cramer, città''Anc. deiIt.'', SabiniI, molto314), anticauna città sabina di grande antichità e ora sede del governo di una delle Delegazioni in cui si dividono gli Stati Pontifici, stasi trova sul Velino, all'estremità di una pianura ampiavasta e fertile pianura , la cui bellezza può essere poco apprezzata solo da un visitatore frettoloso. Dalle numerosevarie ville o dai vigneti situati sui fianchi delle colline boscose, che circondano dappertuttoda ogni lato la campagnapianura, si possono godereavere magnifiche vedute della città [...] PensoCredo diche averben osservato pocherare volte unaho scenaosservato un panorama più attraentebello di quellaquello offertache dalleoffrono le torri di Rieti e dalil suo tranquillo mondocontorno di vigneti, così come lanella vidimia l'ultima sera deldi mio soggiornopermanenza. (da ''Escursioni illustrate negli Abbruzzi (1843)''; citato in ''[http://wwwp.regionieambiente.it/pagine/pdf/06nov2005/ReA11_2005_22.pdf Regionieambiente.it]'' e ''[http://www.iterart.it/ iterart.it]''52)
*{{NDR|[[Celano]], 30 agosto 1843}} Ricorderò sempre le ventiquattro ore trascorse a [[Celano]] con grande piacere; ricorderò la mattina nei freschi prati ai piedi della città, girando tra gli alti pioppi avvolti dalle viti, fino a quando il sole andava a battere sulle immense rocce e costringeva ognuno a ritirarsi sotto i ripari per il fresco; i meriggi senza nuvole quando tutto era tranquillo; le calme sere, così piene di piacevoli avvenimenti; il ritorno al tramonto nella città insieme a gruppi di contadini che trasportavano il loro grano, o insieme a schiere di ragazze, ciascuna delle quali portava sulla testa la conca piena d'acqua, attinta alla pura sorgente ai piedi della roccia.<br>Durante la notte, la distesa del lago era calma e lucente, che sembrava d'argento, sotto la finestra del palazzo al chiarore della luna piena; l'antico castello proiettava le sue lunghe ombre sulla città addormentata. (p. 81)
 
==Note==
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==Bibliografia==
*Edward Lear, ''Diario di un viaggio a piedi – Reggio Calabria e la sua provincia <small>(25 luglio – 5 settembre 1847)</small>'', traduzione di Ernesta De Lieto Vollaro e Albert Spencer Mills, Franco Pancallo Editore, Locri (RC), 2002.
*Edward Lear, ''Diario di un viaggio a piedi – Reggio Calabria e la sua provincia <small>(25 luglio – 5 settembre 1847)</small>'', Laruffa editore, Reggio Calabria, 2003. ISBN 88-7221-202-2
*Edward Lear, ''Diari di viaggio in Calabria e nel Regno di Napoli'', a cura di Graziella Cappello, Editori Riuniti, 1992. ISBN 8835936578.
*Edward Lear, ''Escursioni illustrate negli Abruzzi'', traduzione di Chiara Magni, Edizioni digitali del CISVA, 2007. ISBN 9788866220428
*Edward Lear, ''Lettere dall'Italia 1837-1887'', traduzione di Sara De Laura e Nicole Portieri, Abramo Editore, Catanzaro, 1991
 
==Altri progetti==