Bruno Migliorini: differenze tra le versioni

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*I dialetti {{NDR| nel XVII secolo}} ancora vigoreggiano: dobbiamo presumere che, all'infuori della Toscana e di Roma, il toscano letterario fosse scarsamente divulgato nell'uso parlato quotidiano, e che in ciascun luogo predominasse il rispettivo dialetto, fin che si parlava fra concittadini. Qualche sforzo lo facevano solo le persone più elevate. Ma scrivendo è di regola usare l'italiano, anche se qua e là rimanga qualche traccia dialettale. (IX ''Il Seicento'', 7. ''Uso effettivo e uso riflesso dei dialetti'', p. 406)
 
* I primi decenni {{NDR| del XVIII secolo}} sono dominati dall'Arcadia<ref>{{cfr}} [[w:Accademia dell'Arcadia|voce su WikipediaArcadia]].</ref> la quale ha grande importanza per i principi che essa propugnò: la reazione al secentismo e quindi all'abuso dei traslati<ref>{{cfr}} [[w:Tropo (retorica)|voce su Wikipedia]].</ref>. Il ritorno al canone dell'imitazione (dei classici e del Petrarca), il culto della perizia formale, ma ancora più per l'aver diffuso questo programma fra i letterati di tutta l'Italia introducendo la poesia nel costume sociale. Se non ne nacquero capolavori, ne nacque un operato ben concertato, che giovò a ridurre le tendenze particolaristiche. (X ''Il Settecento'', 5. ''Scritti in versi e scritti in prosa'', p. 455)
 
*Nel 1816 ha inizio la polemica sul [[romanticismo]]: i romantici rinnegano il principio d'imitazione, proclamano morta la vecchia [[mitologia]] e vorrebbero una letteratura e una lingua che esprimessero le idee di un'Italia giovane e fresca, all'unisono col resto d'Europa. Di qui la necessità di stretti contatti fra la lingua scritta e la lingua parlata, per meglio aderire alla realtà delle cose. (XI ''Il Primo Ottocento (1796-1861)'', 4. ''Principali tendenze nel mutamento linguistico'', p. 531)