Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sulla differenza fra [[progresso]] e [[sviluppo]]}} Io credo nel progresso, non credo nello sviluppo. E nella fattispecie in questo sviluppo. Ed è questo sviluppo, semmai, che dà alla mia natura gaia una svolta tremendamente triste, quasi tragica [...].<ref>Da un'intervista; presente in un [http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Pasolini-su-progresso-e-sviluppo-a2f7e7cc-5f8b-44b8-aae9-5e671ceded15.html video] su RaiNews.it.</ref>
*Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro. [...] Sono scandaloso. Lo sono nella misura in cui tendo una corda, anzi un cordone ombelicale, tra il sacro e il profano.<ref>Citato in [[Enzo Siciliano]], ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/ottobre/22/mio_corpo_nella_lotta_co_0_9210224747.shtml Il mio corpo nella lotta]'', '' Corriere della Sera'', 22 ottobre 1992.</ref>
*Io so questo: che i [[napoletani]] oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. La stessa cosa fanno nel deserto i Tuareg o nella savana i Beja (o lo fanno anche da secoli, gli zingari): è un rifiuto sorto dal cuore della collettività [...]; una negazione fatale contro cui non c'è niente da fare. Essa dà una profonda malinconia come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia, è giusto, è sacrosanto.<ref>Citato in Giulio Sapelli, ''Modernizzazione senza sviluppo. Il capitalismo secondo Pasolini'', goWare, Firenze, 2015, [https://books.google.it/books?id=E69pCAAAQBAJ&pg=PT41#v=onepage&q&f=false p. 41]. ISBN 88-6797-336-1</ref>
*I ragazzi di [[Lotta continua]] sono degli estremisti, d'accordo, magari fanatici e protervamente rozzi dal punto di vista culturale, ma tirano la corda e mi pare che, proprio per questo, meritino di essere appoggiati. Bisogna volere il troppo per ottenere il poco.<ref name="polizia"/>
*L'interesse per il cristianesimo è nato dopo la guerra, sotto l'incubo quotidiano della morte, a contatto con il mondo contadino di Casarsa. Attraverso l'estetismo ho riscoperto la religione.<ref>Dall'intervista a [[Dacia Maraini]], ''I ricordi come i sogni'', ''Vogue Italia'', maggio 1971; citato in ''Povera Italia. Interviste e interventi, 1949-1975'', a cura di Angela Molteni, Kaos, Milano, 2013. Citato anche in Francesco Cataluccio, ''[http://www.ilpost.it/francescocataluccio/2015/10/30/pier-paolo-pasolini-2/ Ripensando Pasolini]'', ''ilPost.it'', 30 ottobre 2015.</ref>