Filippo Brunelleschi: differenze tra le versioni

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*L'esordio di {{sic|Filippo Brunellesco}} nell'arte fu esordio di orafo e di scultore, non d'architetto. Due opere, oltre le mezze figurette di profeti emergenti dal quadrifoglio nel dossale d'argento di Pistoia, rimangono a porre in luce le sue qualità di scultore: il ''Crocefisso'' in legno di Santa Maria Novella in Firenze, e il ''Sacrificio d'Abramo'' nel Museo del Bargello. In esse, come nelle gloriose architetture brunelleschiane, la forma tende a definirsi in profili affilati e vibranti, si crea da principi lineari piuttosto che plastici. ([[Adolfo Venturi (storico dell'arte)|Adolfo Venturi]])
 
*Ma gloria di Filippo Brunellesco è la sua opera d'architetto, che inizia il [[Rinascimento]] fiorentino, sostituendo alla visione pittorica, attuata negli edifici del Trecento, da complessa disposizione di elementi architettonici e dai conseguenti giochi d'ombra e di luce, la regolarità dello squadro, un più largo uso della linea orizzontale e dell'arco a tutto tondo: la semplificazione che caratterizza, anche per la scultura e la pittura, lo stil nuovo. [...]; Filippo Brunellesco, alle soglie del Quattrocento, compie la riforma dell'architettura, parallela a quella di [[Masaccio]] nella pittura: il passaggio dai ricami del gotico alle pure eleganze costruttive del primo Rinascimento. L'arte classica lo ispira, e ancor più gli esempi dell'arte romanica fiorentina, miracolosa fioritura di forme antiche tradotte con toscana snellezza. ([[Adolfo Venturi (storico dell'arte)|Adolfo Venturi]])
 
==Voci correlate==