Karl Kautsky: differenze tra le versioni

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*La forza-lavoro presuppone l'esistenza dell'operaio. Questa esistenza presuppone dal canto suo, per la sua propria conservazione, una certa quantità di ''mezzi di sussistenza''. Il tempo di lavoro necessario per la creazione della forza-lavoro è dunque pari al tempo di lavoro socialmente necessario per creare questa certa quantità di mezzi di sussistenza. (Parte prima, cap. 3, p. 58)
*I mezzi di lavoro hanno una funzione importantissima ai fini dello sviluppo del genere umano. È da essi che dipende in primo luogo il modo della produzione; ma ogni modo di produzione determina le sue proprie relazioni sociali e una corrispondente [[sovrastruttura]] giuridica, religiosa, filosofica e artistica. (Parte seconda, cap. 1, p. 65)
*Il valore dei mezzi di produzione consumati nel processo di produzione riappare immutato nel valore del prodotto.<br>Ma il lavoro non si limita a conservare il valore, esso crea anche nuovo valore. Fino a un certo momento il lavoro creatore di nuovo valore non fa che risarcire il valore speso dal capitalista nell'acquisto della forza-lavoro. Se il lavoro continua anche oltre questo punto, allora esso crea valore eccedente, ''[[Teoria marxiana del valore|plusvalore]]''. (Parte seconda, cap. 2, p. 74)
*La parte della giornata lavorativa nella quale l'operaio lavora oltre i limiti del tempo necessario, producendo non un valore che risarcisce la sua forza-lavoro, ma un plusvalore per il capitalista, Marx lo chiama ''tempo di pluslavoro'', tempo di lavoro supplementare, e il lavoro speso in esso ''pluslavoro''. (Parte seconda, cap. 3, p. 78)
*Il ''tempo di lavoro necessario'' e il ''tempo di pluslavoro'' insieme formano la ''giornata lavorativa''.<br>''Il tempo di lavoro necessario'' è, in date circostanze – un determinato grado di produttività del lavoro, di bisogni della classe operaia ecc. –, una ''grandezza determinata''. [...]. Quanto più lungo è il tempo di lavoro, tanto maggiore – in condizioni altrimenti uguali – è il saggio del plusvalore. Il capitalista tende quindi ad allungare il più possibile la giornata lavorativa. Il suo ideale sarebbe di far lavorare l'operaio ininterrottamente per 24 ore<ref>Nell'inchiesta parlamentare austriaca sulle condizioni degli operai effettuata nel 1883 si è constatato che in diverse filande di Brünn si lavorava senza interruzioni da sabato mattina fino a domenica mattina. Questa bella abitudine purtroppo non si limita solo a Brünn e alle filande. {{NDR|N.d.A., p. 83}}</ref>. (Parte seconda, cap. 4, p. 83)