Giuseppe Montanelli: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Ci eravamo sentiti rallegrare, quando fu messo fuori dal MinistreroMinistero il così detto ''sistema delle regioni''. Sperammo trovata la vera formula del saldo e libero ordinamento d'Italia: aggiunta la nuova unità ai preziosi acquisti unitarj della tradizione: rappresentata in cotesto sistema quella triplice centralità, che abbisogna al progressivo vivere d'ogni popolo moderno; vale a dire la ''centralità nazionale'', istrumento della sovranità costituente, legislatrice, e amministrativa dello Stato: la ''centralità municipale'', primo ritrovo delle famiglie in opera comune di civiltà; e la ''centralità regionale'', consorzio mediatore tra il Comune e lo Stato, autorità di mezzo, partecipe insieme della vita dell'uno e dell'altro. (cap. 1, p. 2)
 
*Il disegno proposto dal Ministero, è forza dirlo, fallì in tutto alle nostre speranze. Il ''sistema delle regioni'', quale il Ministero lo concepiva, è un aborto. Si vede bene che gli architetti dell'ordinamento nazionale non si elevarono all'altezza del subbietto; non seppero spiccicarsi dalla forma francese, quantunque avessero la presunzione di scostarsene. (cap. 1, p. 2)
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*[...] l'armonica vita delle nazioni, dell'uman genere, e dell'intero universo resulta, non da centro unico, ma da colleganza gerarchica di centri differenti: benefico quindi è l'accentramento, se accresce potenza alla civiltà progressiva; esiziale, se la diminuisce, o la spegne del tutto. (cap. 2, pp. 5-6)
 
*È naturalmente sentito il bisogno di costituire la nazionalità italiana, senza cadere per un lato nel federalismo, per l'altro nel centralismo francese.<br>Quanto al primo pericolo, si eviterà avendo la metropoli della nazione in [[Roma]]: colà è il capo d'Italia: colà ogni politico ritrovo italiano è necessariamente unitario.<br>Per {{sic|isfuggire}} al secondo pericolo, non basta porre autonomie amministrative in ogni Municipio, o in ogni città; ma conviene fondare grandi centri di amministrazioni provinciali, o regionali (il nome non importa), nelle città che ereditarono dal passato una primazia provinciale egemonica. Chi rinnega queste secondarie preminenze metropolitane, abbandoni come sogno l'idea del {{sic|disaccentramento}}, e si rassegni a fare un Italia francese. (Conclusione, p. 95)
 
==Citazioni su Giuseppe Montanelli==