Boualem Sansal: differenze tra le versioni

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{{Intestazione|Dall'intervista ''[http://www.mangialibri.com/interviste/intervista-boualem-sansal Intervista a Boualem Sansal]'', ''Mangialibri.it'', n.d.}}
*Senza il [[linguaggio]] l'uomo non avrebbe creato la civiltà, senza di esso saremmo rimasti allo stadio animale più primitivo: e più evolviamo, più evolve il nostro linguaggio, più si struttura e meglio ci permette di interrogare il mondo e ci fornisce i mezzi per comprenderlo tramite le parole e i nomi che diamo alle cose. È il linguaggio la magia che crea queste cose straordinarie che sono gli individui e le collettività; senza il linguaggio anche noi due qui non potremmo scambiarci le nostre reciproche visioni del mondo e forse costruirne una comune. Dunque, chi controlla il linguaggio controlla sia l'individuo sia la società e questo nella Storia i regimi lo hanno sempre ben compreso: non a caso hanno sempre imposto una lingua comune, centralizzata, strutturata da loro, insegnata nelle scuole e veicolata in ogni ambito della società.
*Se il nostro mondo materiale è pieno di cose percettibili e descrivibili (persino le idee), il mondo religioso è imbevuto di trascendenza e di magia, e questo accorda al clero un potere supplementare, perché solo i religiosi padroneggiano questa magia, che detengono le chiavi di questa trascendenza.
*L'assenza di Dio paradossalmente ci ha reso più fragili, ci ritroviamo sospesi a metà del guado, in un gran vuoto che la ragione non è ancora riuscita a colmare. Ci siamo lasciati alle spalle molte illusioni e però ancora ci capita di inventare cose per lenire quel senso di vuoto, senza riuscirci. L'Islam ci riesce? Non so. È una religione straordinaria o forse non è una religione, chissà se riuscirà dove la ragione per ora ha fallito. Ma è presto per dirlo, sono soltanto due secoli che Dio è morto, dobbiamo aspettare che sia stramorto per dire davvero che abbiamo imparato a vivere senza di lui, perché l'umanità nei millenni ha sempre vissuto all'ombra di qualche divinità. Il punto però è che oggi l'offerta dell'Islam ha un successo strepitoso e francamente poco comprensibile.
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*Per quanto riguarda l'aspetto violento del [[Corano]], lo percepisco meno come una disposizione intrinseca – il testo oscilla molto, lungo le sure, tra clemenza e furore – che come una maniera diretta di indirizzarsi alla popolazione: gli anatemi lasciano un segno negli animi più degli inviti all'amore. Le prediche alla moschea vertono sempre su temi duri, come la denuncia della prostituzione, l'apostasia, e promettono le peggiori punizioni a chi contravviene ai precetti del Corano e tradiscono Allah.
*L'[[islam]] è un'idea, la parola di Dio per i musulmani, che il sistema religioso ha socializzato attraverso la moschea, la scuola coranica e un codice giuridico (la sharia) fortemente vincolante. Spinta all'estremo, una tale organizzazione può diventare abominevole, ed è così che dinanzi all'islam moderato che non vuole forzare le coscienze si è sviluppato l'islamismo che impone senza alcuna discussione, col pretesto che Dio non tratta con le sue creature...
 
{{Intestazione|Dall'intervista ''[https://www.ilfoglio.it/cultura/2017/03/09/news/boualem-sansal-autore-2084-scrittori-paura-parlare-di-islam-124393/ “Gli scrittori abbiano il coraggio di parlare di islam”. Intervista a Sansal]'', ''il Foglio.it'', 9 marzo 2017}}
*Il fondamentalismo islamico è una novità nel campo europeo e già contamina e corrompe i suoi valori, dimostrando come sia estremamente pericoloso
*Il sistema islamico, come tutti i sistemi totalitari, afferra l’individuo come si fa in un computer, ne cancella la memoria per fargli il lavaggio del cervello e poi ci iscrive un nuovo software che controlla tutte le funzioni come se ne fosse il direttore spirituale.
*Nella sua guerra totale contro il mondo moderno, l’islam radicale ha dovuto adattare i suoi metodi all'ambiente, ha approfondito tutti i sistemi totalitari che sono esistiti nel XX secolo: lo stalinismo, il fascismo, il nazismo. L’islam radicale riduce a zero la capacità degli uomini di pensare, di decidere, di inventare. E li uccide nella loro responsabilità, nella loro famiglia, nella loro cultura, ne fa dei meri esecutori
 
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