Bernardo Valli: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Bernardo Valli==
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*Acclamato nei comizi al grido di "Arik, re d'Israele", [[Ariel Sharon|Sharon]] pensa probabilmente a se stesso come a un Churchill o a un De Gaulle destinato a salvare il paese dal disastro e dal disonore. Ma alla sua indubbia popolarità non corrisponde un eguale peso politico.<ref name="muscoliperes">Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/11/16/muscoli-di-peres.html?ref=search ''I muscoli di Peres''], ''la Repubblica'', 16 novembre 1985.</ref>
*[[Ariel Sharon|Sharon]] è un uomo politico che suscita applausi, approvazioni, ma che ottiene per fortuna, almeno per ora, pochi voti. E questo atteggiamento è forse rivelatore di quel che si agita negli animi di molti israeliani: da un lato l'intransigenza che spinge a rifiutare la minima concessione ai palestinesi, a non abbandonare un solo brandello della Cisgiordania occupata, dall'altro una certa esitazione ad affidare la gestione di quella intransigenza a uomini come Sharon, che la sbandierano con tracotanza e domani l'amministrerebbero pericolosamente.<ref name="muscoliperes"/>
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*Gli uomini di Parigi – diplomatici, militari, consiglieri – sono dietro molti troni dell'Africa Occidentale. Non era raro, nel passato, che i partiti francesi venissero finanziati dagli amici africani, con i fondi ricevuti dalla Francia. I più ricchi usavano le loro risorse per dimostrare riconoscenza ai protettori parigini. Le società francesi, in particolare le compagnie petrolifere, usufruiscono di privilegi eccezionali. In cambio l'esercito francese offre il suo aiuto ai regimi in pericolo.
*Il Congo-Zaire del maresciallo-presidente Mobutu Sese Seko è diventato col tempo un terreno di forte competizione tra Parigi e Washington. E lo scontro politico si è accentuato quando Washington ha cominciato a sostenere Kabila e Parigi ha continuato a sostenere Mobutu. Fino all'ultimo, o quasi. Al punto che la sua fine appare adesso una sconfitta francese. E, bizzarria della storia, gli Stati Uniti che sostennero Mobutu, e indirettamente contribuirono all'assassinio di Lumumba, ora accompagnano al potere Kabila, l'uomo che esalta, o addirittura "vendica" Lumumba.
 
{{Int|1=Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/08/14/buon-compleanno-india.html?ref=search ''Buon compleanno India'']|2=''la Repubblica'', 14 agosto 1997}}
*Almeno dodici milioni di persone abbandonarono, nel '47, città e villaggi in cui erano nati: musulmani e indù e sikhs si incrociarono, i primi diretti nel [[Pakistan]], gli altri in [[India]]: e si massacrarono con fucili, sciabole e coltelli, facendo tanti morti che nessuno è mai riuscito a contarli. Si dice un milione. Nel Punjab e nel Bengala ci si imbatte tuttora in tombe senza nome; e nei pozzi d'acqua si sono scoperti per decenni scheletri di donne suicidatesi, dopo avere assistito all'uccisione dei mariti ed essere state violentate. Proprio nel momento in cui si festeggiava una libertà conquistata con la non violenza, la violenza battezzò col sangue la libertà.
*Si parla molto di più del cinquantenario dell'indipendenza indiana a Londra che a Nuova Delhi o a Bombay. Là si ricorda l'inizio della ritirata imperiale, cominciata nell'agosto del '47 a Nuova Delhi e conclusasi neppure due mesi fa, il 1 luglio del '97, mezzo secolo dopo, a Hong Kong. Una lunga cavalcata nostalgica a ritroso. La Gran Bretagna ha la rievocazione facile. Non deve fare bilanci. Li ha già fatti. Se qualcuno, a Londra, vuol proprio tirare le somme, non gli riesce certo difficile sottolineare i risultati negativi di questi cinquant'anni postcoloniali dell'India. Così facendo, si può implicitamente rivalutare il tempo del [[Impero anglo-indiano|Britsh Raj]]. È però un esercizio rischioso: è ridicolo giocare con la storia. La storia consente invece qualche considerazione su ciò che accadde realmente nell'estate del '47. Si può ricordare che l'impero britannico, seguendo un'abitudine (non solo) coloniale consolidata, si prodigò nell'accentuare l'ostilità tra indù e musulmani. Divise per governare. Si può altresì rammentare che gli inglesi se ne andarono (in anticipo sulla data prevista) come da una nave che affonda. Fu esemplare la decisione di decolonizzare, ma non certo il calendario precipitoso, dopo due secoli di dominio. Il 15 agosto '47 resta una data importante non solo perché ha visto nascere la 'più grande democrazia del mondo', ma perché ha dato il via al processo di decolonizzazione, che ha cambiato la faccia del mondo. [[Winston Churchill]] detestava l'India e gli indiani, e non lo nascondeva.
*Il rispetto di varie culture, tradizioni e religioni (l'India conta più musulmani del Pakistan, nato come paese islamico) è stata la principale virtù del governo laico di [[Jahawarlal Nehru]] e dei suoi successori.
 
{{Int|1=Da [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/10/07/il-nazionalismo-mite.html?ref=search ''Il nazionalismo mite'']|2=''la Repubblica'', 7 ottobre 2000}}