Lev Trockij: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sulla zarina [[Aleksandra Fëdorovna Romanova|Aleksandra]]}} Per giustificare la sua nuova posizione, questa tedesca cercava di assimilare con fredda frenesia tutte le tradizioni e le suggestioni del Medioevo russo; il più misero e grossolano di tutti i Medioevi, in un periodo in cui il popolo faceva sforzi enormi per emanciparsi dalla propria barbarie medioevale. Questa principessa dell'Assia era letteralmente posseduta dal demonio dell'autocrazia: sollevatasi dal suo buco provinciale sino ai fastigi del dispotismo bizantino, non intendeva a nessun costo ridiscendere. Nella religione ortodossa aveva trovato una mistica e una magia adatte alla sua nuova sorte. (p. 76)
*Se manca una democrazia borghese in grado di porsi alla testa della rivoluzione? Allora bisogna inventarla. È quello che fanno i menscevichi. Creano la democrazia borghese, le sue qualità e la sua storia nella loro immaginazione. (pp. 98-99)
*Sarebbe assurdo affermare che lo zarismo non fece mai concessioni, in nessuna circostanza. Cedette tutte le volte che fu costretto dalle sue esigenze di conservazione. Dopo la disastrosa [[guerra di Crimea]], [[Alessandro II di Russia|Alessandro II]] procedette a una semiemancipazione dei contadini e a un certo numero di riforme liberali sul piano degli ''zemstvo'', dei tribunali, della stampa, dell'istruzione ecc. Lo zar stesso precisò la linea ispiratrice delle sue riforme: emancipare i contadini ''dall'alto'' per evitare che si emancipassero ''dal basso''. (pp. 117-118)
*Postosi alla testa della sinistra dei menscevichi che non riuscì ad assumere una funzione di benché minima importanza nella rivoluzione, [[Julij Martov|Martov]], rimase all'opposizione contro la politica di [[Iraklij Tsereteli|Tseretelli]]-[[Fëdor Dan|Dan]], ostacolando al tempo stesso il riavvicinamento tra i menscevichi di sinistra e i [[Bolscevismo|bolscevichi]]. [...]. La frazione di Martov, pur senza aver lasciato il partito, non aveva un suo giornale dato che non aveva una politica. Come sempre nei grandi avvenimenti storici, Martov aveva irrimediabilmente perduto la testa e non aveva più nessuna consistenza. Nel 1917 come nel 1905, la rivoluzione si accorse appena dell'esistenza di quest'uomo pur notevole. (pp. 253-254)
*Verklovsky, ministro della guerra di [[Aleksandr Fëdorovič Kerenskij|Kerensky]], dichiarò più tardi a proposito di [[Lavr Georgievič Kornilov|Kornilov]] che era un cuor di leone con una testa di montone. (pp. 278-279)