Stefano Benni: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+wl a sveglia
→‎Citazioni di Stefano Benni: aggiunta intervista
Riga 14:
*Questa sinistra mi mette tristezza e non me ne frega più niente di dirlo. A costo di far rivoltare nella tomba mio nonno stalinista. Non capisco questa corsa al Grande Centro che poi è un centrino da tavola, con due o tre ideuzze perbene apparecchiate. Non capisco questo mimetizzarsi da camaleonti dentro una politica che non s' interessa più della polis, della comunità, ma solo della lotta per il danaro e per il potere. Tanto che bisognerebbe cambiarle nome, invece di Politica che so, Lucratica, Imperiotica. Sono stufo di sentirli parlare soltanto di Borsa e cambi. Di vederli copiare l'avversario, alla rincorsa dell'immagine. [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] veste i suoi da ginnasti dell'Ottocento e li porta alle Bermuda? [[Massimo D'Alema|D'Alema]] convoca i Vip in convento. Dov'è la differenza? (citato in [[Curzio Maltese]], ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/01/13/dacci-oggi-il-nostro-vip-quotidiano.html Dacci oggi il nostro VIP quotidiano]'', ''la Repubblica'', 13 gennaio 1996, p. 31)
*Solo i poveri sanno davvero mangiare, diceva Eduardo. Quella che vediamo di questi tempi non è attrazione per il cibo, è ossessione per il cibo come unico piacere, è la sostituzione dell’eros con il ricettario. (Da ''Extratorino'' n. 8, 2103)
 
{{Int|Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/12/09/stefano-benni-il-mio-teatro-un-po-folle-cartelloneMilano13.html?ref=search Stefano Benni "Il mio teatro un po' folle quasi sempre fuori cartellone"]''|Intervista di Luigi Bolognini, ''Repubblica.it'', 9 dicembre 2017.}}
*Amo molto gli allestimenti semplici: voce narrante e musica. Ad esempio ''[[Blues in sedici]]'', oppure ''[[Misterioso]]'', dedicato a [[Thelonius Monk]]. Mi sarebbe piaciuto che alcuni miei lavori girassero di più.
*{{NDR|Sul confronto tra lettura e spettatore di teatro}} Come c'è la libertà di mollare un libro, c'è la libertà di lasciare la sala. Due o tre volte l'ho fatto.
*Ho amato immensamente [[Carmelo Bene]], ma certo non gli somiglio. Il suo culto della parola poetica e musicale era unico, inimitabile, sacro. E anche irritante e ridondante, qualche volta. Ma mi ha sempre emozionato.
*In [[teatro]] devi ascoltare tutti, dal fonico al datore di luci: ne sanno più di te.
*Non dimentico l'incanto di quando a sei anni andavo in piazza a vedere il teatro dei burattini. Fagiolino e Sganapino sono stati la mia prima lezione di tempi comici.
*Se l'autore non può più protestare, allora si metaforizza, si attualizza, si scoprono significati nascosti: nascono belle trasformazioni ma anche catastrofi.
*Sono molto messo in scena dal teatro amatoriale, o dagli attori che fanno provini, e questo non mi dispiace.
*Sono sempre me stesso, che scriva un piccolo brano o una lunga commedia. Sono libero di rinunciare all'onnipotenza della mia scrittura e ascoltare i consigli degli altri, ma non faccio mai niente se non ci credo e non mi diverto.
*Sono stato molto amico di [[Dario Fo]], che mi ha insegnato molte cose, più sulla macchina teatrale che sulla scrittura.
*Sono uno scrittore abbastanza anomalo, non appartengo né al comico da gag, né al classico botulinato né all'avanguardia nudista e crudelista.
*Un libro può essere aperto, interrotto, ripreso dopo un mese, abbandonato, riletto. Quando sei a teatro è necessario ascoltare senza interruzioni.
 
==''Achille piè veloce''==