Lev Trockij: differenze tra le versioni

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La rivoluzione permanente: citazioni
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*Quali che siano le circostanze della mia morte, io morirò con la incrollabile fede nel futuro comunista. Questa fede nell'uomo e nel suo futuro mi dà, persino ora, una tale forza di resistenza che nessuna religione potrebbe mai darmi.
*Morirò rivoluzionario, proletario, marxista, materialista dialettico e di conseguenza [[ateismo|ateo]] convinto. La mia fede nell'avvenire comunista dell'umanità non è meno ardente, anzi è più salda oggi di quanto non fosse nella prima gioventù. Natascia si è appena avvicinata alla finestra che dà sul cortile, e l'ha aperta in modo che l'aria entri più liberamente nella mia stanza. Posso vedere la lucida striscia verde dell'erba ai piedi del muro, e il limpido cielo azzurro al disopra del muro, e sole dappertutto. La vita è bella. Invito le generazioni future a purificarla da ogni male, oppressione e violenza e a goderla a pieno.
 
==[[Incipit]] di ''La rivoluzione permanente''==
===[[Incipit]]===
La presente opera è dedicata a una questione che è strettamente connessa alla storia delle tre rivoluzioni russe<ref>Rivoluzione del 1905, del febbraio 1917 e del novembre 1917.</ref>, ma al tempo stesso le trascende. Nel corso degli ultimi anni, tale questione ha avuto una parte enorme nelle lotte interne del Partito comunista dell'Unione Sovietica; si è posta poi di fronte all'Internazionale comunista; ha avuto un peso decisivo nello sviluppo della rivoluzione cinese e ha determinato tutta una serie di decisioni estremamente gravi circa la lotta rivoluzionaria nei paesi dell'Oriente. Si tratta della teoria definita della «rivoluzione permanente», che secondo gli epigoni del leninismo (Stalin, [[Grigorij Evseevič Zinov'ev|Zinov'ev]], [[Nikolaj Ivanovič Bucharin|Bucharin]] e altri) costituisce il peccato originale del «trotskismo». <!--Introduzione, p. 21-->
 
==Citazioni==
*Nelle sue linee essenziali la teoria della rivoluzione permanente è stata da me formulata prima degli avvenimenti decisivi del 1905. La Russia si avviava verso una rivoluzione borghese. Tra i socialdemocratici russi di quell'epoca (allora si chiamavano tutti socialdemocratici) nessuno dubitava che si stesse andando appunto verso una rivoluzione ''borghese'', cioè verso una rivoluzione determinata dalla contraddizione tra lo sviluppo delle forze produttive della società capitalistica e i sorpassati rapporti di classe e di stato ereditati dall'epoca della servitù e dal medioevo. [...].<br>Ma la definizione del carattere borghese della rivoluzione non implicava necessariamente un pronostico sulle classi che avrebbero dovuto assolvere i compiti della rivoluzione democratica e sulle forme che avrebbero assunto i rapporti tra le classi. E proprio questo era il punto di partenza di tutti i problemi strategici fondamentali. (Introduzione, pp. 22-23)
 
==''Storia della rivoluzione russa''==
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===Citazioni===
*La caratteristica più incontestabile della [[rivoluzione]] è l'intervento diretto delle masse negli avvenimenti storici. Di solito è lo Stato, monarchico o democratico, a dominare la nazione: la storia è fatta dagli specialisti del mestiere: monarchi, ministri burocrati, parlamentari, giornalisti. Ma nei momenti cruciali, quando un ''ancien régime'' diventa insopportabile alle masse, le masse infrangono gli ostacoli che le separano dall'arena politica, rovesciano i loro rappresentanti tradizionali e con il loro intervento gettano le basi di un regime nuovo. (Prefazione, p. 9)
*La caratteristica essenziale e più costante della storia della Russia è la lentezza dell'evoluzione del paese, con l'arretratezza economica, la struttura sociale primitiva, il basso livello culturale che da tale lentezalentezza derivano. (p. 17)
*La Russia occupava una posizione intermedia tra l'Europa e l'Asia non solo geograficamente, ma anche per la sua vita sociale e la sua storia. Si distingueva dall'Occidente europeo, ma differiva pure dall'Oriente asiatico, avvicinandosi, in periodi diversi, per diverse caratteristiche, ora all'uno ora all'altro. L'Oriente le aveva imposto il giogo dei Tartari che costituì un elemento importante nell'edificazione dello Stato russo. L'Occidente fu un nemico ancora più temibile, ma al tempo stesso un maestro. La Russia non ebbe la possibilità di conformarsi ai modelli dell'Oriente, perché dovette sempre adattarsi alla pressione militare ed economica dell'Occidente. (p. 18)
*Sotto la pressione della più ricca Europa, lo Stato russo assorbiva una parte della ricchezza nazionale relativamente più considerevole che in Occidente e così non solo condannava le masse popolari a una duplice miseria, ma indeboliva anche le basi delle classi possidenti. Avendo tuttavia bisogno dell'appoggio di queste ultime, lo Stato stimolava e regolava la loro formazione. Come risultato, le classi privilegiate, burocratizzate, non poterono mai svilupparsi pienamente e quindi lo Stato russo si avvicinava sempre più ai regimi dispotici dell'Asia. (p. 20)
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===[[Explicit]]===
La rivoluzione d'Ottobre ha gettato le basi di una nuova cultura; al servizio di tutti e per questo ha assunto immediatamente un significato internazionale. Anche se, per circostanze sfavorevoli e sotto i colpi del nemico il regime sovietico fosse rovesciato – ci sia permessa per un istante questa ipotesi – il segno incancellabile della rivoluzione d'Ottobre rimarrà egualmente su tutta l'evoluzione ulteriore dell'umanità.<br>Il linguaggio delle nazioni civili ha {{sic|còlto}} due epoche nettamente diverse nello sviluppo della Russia. Se la cultura della nobiltà ha introdotto nel linguaggio universale barbarismi come ''zar'', ''pogrom'', ''nagaika''<ref>Frusta usata dai cosacchi.</ref>, l'ottobre ha internazionalizzato parole come ''bolscevico'', ''soviet'' e ''pjatiletka''<ref>Piano quinquennale.</ref>. Questo basta a giustificare la rivoluzione proletaria, ammesso che abbia bisogno di una giustificazione.
 
==[[Incipit]] di ''La rivoluzione permanente''==
La presente opera è dedicata a una questione che è strettamente connessa alla storia delle tre rivoluzioni russe<ref>Rivoluzione del 1905, del febbraio 1917 e del novembre 1917.</ref>, ma al tempo stesso le trascende. Nel corso degli ultimi anni, tale questione ha avuto una parte enorme nelle lotte interne del Partito comunista dell'Unione Sovietica; si è posta poi di fronte all'Internazionale comunista; ha avuto un peso decisivo nello sviluppo della rivoluzione cinese e ha determinato tutta una serie di decisioni estremamente gravi circa la lotta rivoluzionaria nei paesi dell'Oriente. Si tratta della teoria definita della «rivoluzione permanente», che secondo gli epigoni del leninismo (Stalin, [[Grigorij Evseevič Zinov'ev|Zinov'ev]], [[Nikolaj Ivanovič Bucharin|Bucharin]] e altri) costituisce il peccato originale del «trotskismo». <!--Introduzione, p. 21-->
 
==Citazioni su Lev Trotsky==