Iraq: differenze tra le versioni

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*Dio benedica l'Iraq libero! (''[[Three Kings]]'')
*Durante i lavoro della conferenza che si aprì all'Hotel Semiramis del Cairo il 12 marzo 1921 per discutere gli assetti territoriali del Medio Oriente dopo la Grande guerra, [[Winston Churchill]], allora ministro delle Colonie, non riusciva a distinguere i sunniti dagli sciiti. Tuttavia questo non gli impedì di creare in quella occasione due Stati arabi.<br>Con la sabbia e le oasi di un territorio che si era chiamato sino ad allora Mesopotamia impastò il regno dell'Iraq. ([[Sergio Romano]])
*Per oraFinora, l'Iraq liberato è l'unico paese arabo ad aver cambiato governo tre volte tramite le elezioni, e anche l'unico in cui tutti i partiti politici agisconooperano liberamente. Gli iracheni non hanno raggiuntorealizzato ciò che speravano; hanno raggiuntorealizzato ciò che potevano. L'invasione non era questione di installazione di basi degli Stati Uniti o di furto di petrolio dell'Iraq o dell'utilizzo l'Iraq per un'invasione dell'Iran, come i asserivano gli apologeti di Saddam Hussein. Non si trattava neanche di imporre con la forza la democrazia. Si trattava di due cose: fermare una bomba ad orologeria pronta ad esplodere nel cuore della regione e rimuovere l'ostacolo alla democratizazzione che costituiva il regime di Saddam. Più d'un milione di americani hanno combattuto e lavorato in Iraq. Condividono parte del credito per il fatto che gli iracheni di oggi possono vivere le loro vite senza paura. Possono essere orgogliosi per il fatto che, ancora una volta, la potenza americana fu usataimpiegata per liberare una nazione dalla tirannia. ([[Amir Taheri]])
*Guardi, io non mi stancherò mai di ripeterlo: la democrazia non si può regalare come una stecca di cioccolata. La democrazia bisogna conquistarsela. Per conquistarsela bisogna volerla. Per volerla bisogna sapere cos'è. Gli iracheni non lo sanno. Ancor meno la capiscono. E di conseguenza non la vogliono. Non tanto perché sono diseducati da ventiquattr'anni di dittatura feroce quanto perché sono mussulmani: assimilati dalla teocrazia e incapaci di scegliere il proprio destino. ([[Oriana Fallaci]])
*Il Paese è un artefatto della politica internazionale, una invenzione di Churchill realizzata per le esigenze petrolifere della Royal Navy grazie a un assemblaggio di gruppi etnici e religiosi – arabi sunniti, arabi sciiti, curdi – in cui soltanto i primi, purché al vertice del potere, erano veramente interessati alla creazione di uno Stato unitario. Gli sciiti hanno un forte rapporto religioso con l'Iran e hanno spesso detestato i loro concittadini sunniti più di quanto temessero gli iraniani. I curdi hanno fratelli in Turchia, in Iran, in Siria, e non hanno mai smesso di sognare il grande Kurdistan che i vincitori del 1918 avevano lasciato intravedere alla fine della Grande guerra. Qualche intelligente diplomatico americano ha prospettato l'ipotesi di una federazione, ma non è facile tracciare frontiere là dove esistono grandi risorse naturali e ogni divisione rischia di farsi a spese di qualcuno. Oggi i curdi sono pressoché sovrani nelle loro terre e gli sciiti controllano buona parte del potere a Bagdad. Ma i sunniti si considerano «espropriati» e le loro formazioni più radicali non hanno mai smesso di combattere, se necessario, persino a fianco dei terroristi di Al Qaeda. ([[Sergio Romano]])
*L'Iraq odierno è un nido di jihadisti. ([[John Pilger]])
*Per ora, l'Iraq liberato è l'unico paese arabo ad aver cambiato governo tre volte tramite le elezioni, e anche l'unico in cui tutti i partiti politici agiscono liberamente. Gli iracheni non hanno raggiunto ciò che speravano; hanno raggiunto ciò che potevano. L'invasione non era questione di installazione di basi degli Stati Uniti o di furto di petrolio dell'Iraq o dell'utilizzo l'Iraq per un'invasione dell'Iran, come i asserivano gli apologeti di Saddam Hussein. Non si trattava neanche di imporre con la forza la democrazia. Si trattava di due cose: fermare una bomba ad orologeria pronta ad esplodere nel cuore della regione e rimuovere l'ostacolo alla democratizazzione che costituiva il regime di Saddam. Più d'un milione di americani hanno combattuto e lavorato in Iraq. Condividono parte del credito per il fatto che gli iracheni di oggi possono vivere le loro vite senza paura. Possono essere orgogliosi per il fatto che, ancora una volta, la potenza americana fu usata per liberare una nazione dalla tirannia. ([[Amir Taheri]])
*Si sa che l'Iraq è un paese mosaico assai complicato. I Curdi sono di origine indo-europea come i vicini Iraniani, ma mentre quest'ultimi sono sciiti loro sono sunniti. Ci sono pure dei Curdi cristiani. Gli Arabi, semiti, sono in maggioranza sciiti, ma sono i sunniti che sono tradizionalmente al potere. Saddam è uno di loro. Poi ci sono i cristiani, ortodossi e cattolici, che sono semiti se Caldei o Assiriani, oppure indo-europei se Armeni. Da non dimenticare i Turcomanni e gli Yezidi che si dice adorino il diavolo. La lista è senz'altro incompleta. ([[Bernardo Valli]])