Cambogia: differenze tra le versioni

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==Citazioni sulla Cambogia==
*I cambogiani sono un popolo di filosofi. Ne sono convinto da tempo. ([[Bernardo Valli]])
*Koh Santepep, l'Isola della pace, chiamava Sihanouk il suo piccolo regno cambogiano. Un'eccezione verdeggiante nel mare delle guerre. A est il [[Vietnam]] combatteva contro i francesi. Poi contro gli americani. A ovest la Thailandia diventava sempre più instabile. A nord il Laos veniva attirato nelle turbolenze vietnamite. In Indonesia, in concomitanza con un violento golpe militare, venivano uccise centinaia di migliaia di comunisti.</br>Tutti i conflitti erano attraversati dalle gelide trincee della guerra fredda. La minaccia ultima incombeva perennemente: che l'equilibrio venisse meno a favore di una delle due parti e che l'altra premesse il pulsante delle armi nucleari.</br>Ma la Cambogia era l'isola della pace. Nelle calde serate in riva al Mekong l'inverno nucleare era lontano. ([[Peter Fröberg Idling]])
*Un tempo il sorriso khmer era celebre. Si diceva che la Cambogia fosse il paese del sorriso. Ed è vero che i suoi abitanti sorridono spesso. Io stesso ne sono stato a lungo affascinato. Ma è ormai da tempo che ho qualche sospetto sulla loro autenticità, o meglio ancora sulla lettura che si deve fare di quei sorrisi. Tutte le favole, i racconti che sono alla base della cultura popolare cambogiana cominciano con dettagli ironici, a volte allegri, con episodi carichi di sensualità, sono ricchi di personaggi pittoreschi, re onnipotenti e bizzarri, conigli furbi, coccodrilli avidi, contadini sempliciotti, ma finiscono tutti tragicamente, si concludono precipitosamente con fatti irrazionali, con esplosioni di crudeltà che restano impunite. In ''When the War Was Over'' Elizabeth Baker, dice che quel gusto per il macabro sotto certi aspetti assomiglia a quello dei fratelli Grimm. Ma la morale non è la stessa. Le fiabe cambogiane cominciano col sorriso e terminano nella violenza. Una violenza che cresce a valanga, e che è fine a se stessa. Anche la storia dei khmeri rossi è cominciata con grandi sorrisi ed enormi speranze. Come si chiuderà l'ultimo atto della tragedia? ([[Bernardo Valli]])
 
===[[Ieng Sary]]===
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*Nella Kampuchea Democratica, non è il tribunale che risolve le contraddizioni fra il popolo, come nel vecchio regime: è il popolo stesso che risolve tutti i problemi, sia nelle fabbriche che nelle cooperative.
*Per più di duemila anni, il nostro popolo ha vissuto nella disgrazia e nell'ombra più oscura, senza alcuna luce.</br>Poi venne l'alba. Il giorno più glorioso per tutto il nostro popolo fu il 17 aprile 1975. Perciò, 17 aprile è il titolo del nostro inno nazionale.
 
===[[Bernardo Valli]]===
*Ho conosciuto la Cambogia molto prima che i khmer rossi decimassero i suoi abitanti. Era il paese del sorriso. Uomini e donne sorridevano spesso. Tutte le favole, i racconti che erano alla base della cultura popolare cominciavano con episodi carichi di ironia, di sensualità, di allegria. Erano popolati di personaggi pittoreschi: re stravaganti nella loro onnipotenza e prepotenza; contadini sempliciotti, ma anche scaltri, come Bertoldi. E con loro animali svegli e intelligenti come esseri umani: tigri aggressive, conigli furbi, coccodrilli avidi. Ma più ci si addentrava in quelle fiabe e più si moltiplicavano gli episodi irrazionali che precipitavano in tragedie, in improvvise esplosioni di crudeltà.
*I cambogiani sono un popolo di filosofi. Ne sono convinto da tempo. ([[Bernardo Valli]])
*Un tempo il sorriso khmer era celebre. Si diceva che la Cambogia fosse il paese del sorriso. Ed è vero che i suoi abitanti sorridono spesso. Io stesso ne sono stato a lungo affascinato. Ma è ormai da tempo che ho qualche sospetto sulla loro autenticità, o meglio ancora sulla lettura che si deve fare di quei sorrisi. Tutte le favole, i racconti che sono alla base della cultura popolare cambogiana cominciano con dettagli ironici, a volte allegri, con episodi carichi di sensualità, sono ricchi di personaggi pittoreschi, re onnipotenti e bizzarri, conigli furbi, coccodrilli avidi, contadini sempliciotti, ma finiscono tutti tragicamente, si concludono precipitosamente con fatti irrazionali, con esplosioni di crudeltà che restano impunite. In ''When the War Was Over'' Elizabeth Baker, dice che quel gusto per il macabro sotto certi aspetti assomiglia a quello dei fratelli Grimm. Ma la morale non è la stessa. Le fiabe cambogiane cominciano col sorriso e terminano nella violenza. Una violenza che cresce a valanga, e che è fine a se stessa. Anche la storia dei khmeri rossi è cominciata con grandi sorrisi ed enormi speranze. Come si chiuderà l'ultimo atto della tragedia? ([[Bernardo Valli]])
 
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