Dino Campana: differenze tra le versioni

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*II ''Ritorno''<br>L'acqua del mulino corre piana e invisibile nella gora. Rivedo un fanciullo, lo stesso fanciullo, laggiù steso sull'erba. Sembra dormire. Ripenso alla mia fanciulleza: quanto tempo è trascorso da quando i bagliori magnetici delle stelle mi dissero per la prima volta dell'infinità delle morti!... (p. 33)
*''Marradi (Antica volta. Specchio velato)''<br>Il [[mattino]] arride sulle cime dei monti. In alto sulle cuspidi di un triangolo desolato si illumina il castello, più alto e più lontano. Venere passa in barroccio accoccolata per la strada conventuale. (p. 33)
*''Immagini del viaggio e della montagna''<br>''O se come il torrente che rovina | E si riposa nell'azzurro eguale, | Se tale a le tue mura la proclina | [[Anima]] al nulla nel su andar fatale, | Se a le tue mura in pace cristallina | Tender potessi, in una pace eguale, | E il ricordo specchiar di una divina | Serenità perduta o tu immortale | Anima! o Tu!'' (da ''Immagini del viaggio e della montagna'', p. 35)
**''Ecco la [[notte]]: ed ecco vigilarmi | E luci e luci: ed io lontano e solo: Quiete è la messe, verso l'infinito | (Quieto è lo spirto) vanno muti carmi | A la notte: a la notte: intendo: Solo | Ombra che torna, ch'era dipartito...'' (p. 36)
*A l'antica piazza dei tornei salgono strade e strade e nell'aria pura si prevede sotto il cielo il mare. L'aria pura è appena segnata di nubi leggere. L'aria è rosa. Un antico crepuscolo ha tinto la piazza e le sue mura. E dura sotto il cielo che dura, estate rosea di più rosea estate. [...] Dall'altra parte della piazza la torre quadrangolare s'alza accesa sul corroso mattone su a capo dei vicoli gonfi cupi tortuosi palpitanti di fiamme. La quadricuspide vetta a quadretta ride svariata di smalto mentre nel fondo bianca e torbida a lato dai lampioni verdi la lussuria siede imperiale. Accanto al busto dagli occhi bianchi rosi e vuoti, e l'orologio verde come un bottone in alto aggancia il tempo all'eternità della piazza. La via si torce e sprofonda. Come nubi sui colli le case veleggiano ancora tra lo svariare del verde e si scorge in fondo il trofeo della V. M. tutto bianco che vibra d'ali nell'aria. (da ''[[Piazza Sarzano]]'', pp. 62-63)
*''Genova''<br>''Sotto la torre orientale, ne le terrazze verdi ne la lavagna cinerea | Dilaga la piazza al mare che addensa le navi inesausto | Ride l'arcano [[Palazzo Rosso (Genova)|palazzo rosso]] dal portico grande: | Come le cataratte del Niagara | Canta, ride, svaria ferrea la sinfonia feconda urgente al mare: | [[Genova]] canta il tuo canto!'' (da ''Genova'', p. 64)
*''Già a frotte s'avventurano | I viaggiatori alla città tonante | Che stende le sue piazze e le sue vie: | La grande luce mediterranea | S'è fusa in pietra di cenere: | Pei vichi antichi e profondi | Fragore di vita, gioia intensa e fugace: | Velario d'oro di felicità | È il cielo ove il sole ricchissimo | Lasciò le sue spoglie preziose.'' [...] ''| Perdute nel crepuscolo tonante | Ombre di viaggiatori | Vanno per la Superba | Terribili e grotteschi come i ciechi.'' (da ''[[Genova]]'', p. 67)
*''Tu mi portasti un po' d'alga marina | Nei tuoi capelli, ed un odor di vento, | Che è corso di lontano e giunge grave | D'ardore, era nel tuo corpo bronzino: | – Oh la divina | Semplicità delle tue forme snelle –'' (da ''Donna genovese'', p. 90)
*''O poesia siimi tu faro | Siimi tu faro e porterò un voto laggiù | Sotto degli infrenati archi marini | Dell'alterna tua chiesa azzurra e bianca | Là dove aurora fiammea s'affranca | Da un arco eburneo, a magici confini | [[Genova]] Genova Genova.'' (da ''O l'anima vivente delle cose'', p. 106)
*''Il [[Porto di Genova|porto]] che si addorme, il porto il porto | Il porto nell'odor tenue svanito | Di catrame vegliato dalle lune | Elettriche, sul mare appena vivo | Vi si addormentan stanchi i vagabondi | Sotto le nube delle ciminiere | Ancor fumanti, ancor congiunte al celo | Abbracciandosi nell'odor del mare | Che culla i loro sogni e i loro amori.'' (da ''Il porto che si addorme, il porto il porto'', p. 112)
*''Irraggia lo splendore orientale | [[Genova]] nelle donne dalla testa | Sibillina, dal carco profumato | Della lor chioma grave lungo attorta | Genova in sogno tra il brusìo confuso | Genova marinara che fa festa.'' (da ''Piazza S. Giorgio'', p. 113)
*''Sotto la torre orientale | Tra le terrazze viridi | Sulla lavagna cinerea, | Dilaga la [[Piazza San Giorgio (Genova)|piazza]] rombante | In verso il mare che addensa le navi inesausto.'' (da ''Piazza S. Giorgio'', p. 113)
*''Ridente in grazia ovale | Più fine del velluto | Incedi ingenua ardita | Agile come vela | Nel vento sui sassi di [[Prè]].'' (da ''Sorga la larva di antico sogno'', p. 126)
*''O città fantastica, o gorgo di fremiti sordi!'' (da ''[[Genova]]'', p. 129)
*''Ah! ch'io parta! ch'io parta! E che un lontano | Giorno l'ultimo sonno in te laggiù | dorma | [[Genova]] | Sotto degli infrenati archi marini | Dell'alterna tua chiesa azzurra e bianca | Dove una fiamma pallida s'infranca | In arco eburneo a magici confini.'' (da ''Le Cafard (Nostalgia del viaggio)'', pp. 140-141)
 
===Citazioni sul libro===