Guerra civile siriana: differenze tra le versioni

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*Finché ci saranno terroristi in Siria ogni abitante del Paese sarà in pericolo, questo è certo. La domanda importante è: chi aiuta e sostiene i terroristi? Ed è una domanda che vorrei fare ai politici europei, che fin dall'inizio della crisi in Siria hanno preso una strada che ha portato alla distruzione del nostro Paese, alla diffusione del terrorismo in tutta la regione, al succedersi di attentati in Europa e alla crisi dei rifugiati.
*Il problema siriano ha molti sfumature ed è reso ancor più complicato dalle ingerenze esterne.
*L’unico modo per uscire da questo imbroglio sarebbe quello di decidere quale sia il nemico peggiore: Assad o l’islamismo fanatico e radicale? La Russia ha scelto senza esitare perché vuole conservare le sue basi, deve fare fronte a un pericoloso islamismo domestico e ha un leader che può imporre la propria linea. Le democrazie occidentali, invece, devono rendere conto delle loro azioni alla pubblica opinione e tenere d’occhio il barometro elettorale. Ma se hanno deciso che la eliminazione di Assad è una condizione irrinunciabile dovrebbero almeno prepararsi a ciò che potrebbe succedere in Siria il giorno dopo. E gli europei, in particolare, dovrebbero ricordare che il Mediterraneo è la loro casa, non quella degli americani. ([[Sergio Romano]])
*La guerra è una lezione durissima per qualunque società. E noi non possiamo limitarci a prendercela con l'Occidente o con le petromonarchie del Golfo Persico che finanziano i terroristi.
*La lotta è contro il terrorismo e non ci fermeremo fino a quando non ce ne sarà più in Siria.
*La priorità, ora, è sbarazzarsi dei terroristi per arrivare alla riconciliazione nazionale. Fatto questo, discuteremo liberamente di qualunque argomento o riforma.
*La Siria sta fronteggiando un grande complotto i cui tentacoli si estendono da alcuni paesi stranieri, vicini e lontani, nonché dall'interno. Un piano che ha sfruttato la tempistica, se non la forma, di ciò che sta accadendo in altri paesi arabi.
*Washington non vuole Assad, non vuole l’Isis e non vuole Putin nel Mediterraneo. Un tale groviglio di desideri incompatibili sarebbe più facilmente sostenibile se il presidente Obama fosse disposto a impegnare le forze americane sul terreno. Ma esclude anche questa possibilità, forse perché non vuole concludere il suo mandato con una operazione che ricorderebbe, anche se in circostanze alquanto diverse, quella del suo predecessore alla Casa Bianca. Ha un altro piano? ([[Sergio Romano]])
 
===[[Emma Bonino]]===